La genovese Lauretta Grechi Galeno (alias Emilya ndMe) pubblica il suo primo album tra indie rock ed electro pop

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Il 10 Settembre la nostra Shpresa Tulekul ci parlava del singolo Yellow Led, anticipandoci come i suoi artisti preferiti siano Florence + The Machine, Metric, Garbage, Jack White e Portishead, pur non dimenticando le atmosfere jazz e swing con cui è cresciuta. Ora la notizia della pubblicazione del suo primo album (che non vedo l’ora di ascoltare e recensire) con 7 brani che non trovano una collocazione precisa a livello spazio-temporale. Canzoni senza tempo che non si rispecchiano in una precisa atmosfera o stagione, pensate per poter toccare il cuore delle persone e lasciare un segno nell’animo. Un disco fluido, orecchiabile e rilassante, pieno di sonorità e musica rarefatta e dispersa che ti prende e ti risucchia in un tornado.


Come primo pezzo troviamo Snow, il primo singolo che ha dato inizio a tutto il viaggio di Emilya ndMe. Questo pezzo è una dedica alla madre. A seguire si trova Taxi Driver. Un pezzo diretto che prende le persone per mano e le accompagna verso l’ascolto dei brani successivi. Taxi Driver è un accompagnatore, una sorta di Caronte musicale.
Yellow Led è un brano arioso e caldo. I suoni e beat presenti nel pezzo rappresentano le sonorità dell’intero disco. Ain’t Planet B è una dedica per il nostro pianeta ma anche un rimprovero per l’umanità. Un’umanità che ha sfruttato il pianeta senza alcun riguardo e che se non pone subito rimedio, forse, potrebbe non esserci un lieto fine. A livello sonoro parte con un boato, come se la terra stesse implodendo. In questo pezzo la batteria si stacca come uno strumento a se stante in una solistica e parallela danza con un crescendo finale che ricorda un corpo celeste che si ripiega su se stesso e implode.
A Giant Step è un brano dolce dedicato ai nuovi nati e racconta una giornata tipo di una bimba e del suo papà che si conclude con un intimo concerto a cui prendono parte, quello di Emilya ndMe. XOXO é la traccia più elettronica del disco. Dal titolo ironico e frivolo mette in luce un aspetto delle relazioni moderne costruite su conversazioni virtuali a colpi di emoticon spesso a discapito di chiarezza e lealtà nella vita reale. Thank You for your Complaints è il pezzo che racconta quanto le critiche, per quanto possano far male, talvolta siano importanti per comprendere quale sia in realtà la nostra strada. Il finale stesso della canzone, aperto con suoni avvolgenti, si apre al futuro.



Ha dichiarato l’artista .. Se penso al mio disco penso alla natura, al vento, al ghiaccio e al mare dell’Islanda. Penso alle foreste e alle nuvole del cielo che si muovono velocemente. Ho voluto mettere nella musica i colori, i suoni e i rumori che mi ricordano la vita all’aria aperta, suoni che invadono i miei sensi e che mi fanno annullare la dimensionalità del mio essere..