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Pubblicato il 19/04/2019 alle 18:44:09
Festival Popolare Italiano, dal 25 aprile al Teatro Villa Pamphilj a Roma
di Manuela Ippolito Giardi
Grazie al grande successo delle scorse edizioni, al Teatro Villa Pamphilj a Roma tornano i nuovi appuntamenti del “Festival Popolare italiano - Canti, corde, mantici e ottoni”.

Grazie al grande successo delle scorse edizioni, al Teatro Villa Pamphilj a Roma tornano i nuovi appuntamenti del “Festival Popolare italiano - Canti, corde, mantici e ottoni”.

La sesta edizione del festival si inaugura il giorno della Festa della Liberazione, giovedì 25 aprile (ore 11.30) con i “Canti resistenti” di Susanna Buffa, Vanessa Cremaschi, Giovanna Famulari.

Tre musiciste sul palco a ripercorrere sentieri partigiani per valli e monti: vie che si intrecciano, unendo con linee immaginarie suoni, voci e ritmi della tradizione musicale orale delle nostre terre, quella più legata alla nostra storia, volta all'impegno civile e alla conservazione della memoria degli eventi legati alla Liberazione. Con il progetto Bottega Folk, Susanna Buffa (voce, chitarra, autoharp), Vanessa Cremaschi (voce, violino) e Giovanna Famulari (voce, violoncello, tamburello) toccano gli angoli più remoti del territorio italiano dalla Lombardia al Friuli, al Lazio e rielaborano le più diverse forme musicali della tradizione orale.

Si prosegue domenica 28 aprile (ore 11.30) con l’ibridazione mediterranea di Giovanni Seneca & Anissa Gouizi, poi il 12 maggio (domenica, ore 11.30) per l’incontro fra tradizione sarda e catalana con Elva Lutza & Ester Formosa e concludersi il 16 giugno (domenica, ore 18.30) con un giro del mondo in musica in compagnia di Raffaella Misiti & Stefano Scatozza, anima degli Acustimantico.

Un laboratorio di idee diretto da Stefano Saletti (polistrumentista e compositore, alla guida della Banda Ikona e di diversi ensemble internazionali di world music), che nel nome dell’incontro e dello scambio si sta affermando come una vera e propria officina creativa della Capitale in cui artisti della scena italiana – e non solo – fanno conoscere la forza di una tradizione musicale che si rinnova continuamente e mantiene intatto il suo fascino.

Il sottotitolo “Canti e corde, mantici e ottoni” vuole testimoniare la varietà di sonorità, di strumenti e di stili che da sempre caratterizzano la musica popolare, folk, etnica, world. E’ la musica dell’incontro, capace di far dialogare tradizioni regionali differenti, ritmi e dialetti distanti, ma capaci di aprirsi al mondo e di contaminarsi creando nuovi linguaggi espressivi.

Un insieme di musiche e di storie che rappresentano un patrimonio da tramandare e riscoprire per non perdere la memoria musicale - vero elemento identificativo di una comunità e di una nazione - ma pronto a reinventarsi, ad aprirsi al mondo, alle musiche che arrivano dai tanti migranti e artisti che vivono ormai stabilmente in Italia, di dialogare con le altre sponde del Mediterraneo e oltre.

Nella precedenti edizioni (la prima si era tenuta al Baobab di Roma, luogo che nasceva come centro di accoglienza per immigrati per poi trasformarsi anche in un centro policulturale) si sono alternati alcuni dei più importanti rappresentanti della scena popolare italiana, tra i quali Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Rocco De Rosa, Novalia, Orchestra Bottoni, Fink e Bigazzi, TaMa Trio di Nando Citarella, Mauro Palmas e Pietro Cernuto, Agricantus, Kabìla, Lavinia & Semilla, Giuliana De Donno e Gabriella Aiello, Unavantaluna, Banda Ikona, Raffaella Misiti e le Romane, Têtes de Bois, Lamorivostri, Canio Loguercio & Alessandro D’Alessandro, Cafè Loti, Luisa Cottifogli e Youlook, Giuliano Gabriele, Clara Graziano, Fanfara Station, Giuseppe De Trizio e Radicanto, Eleonora Bordonaro.

Calendario e programma

25 aprile 2019 ore 11.30 – Susanna Buffa, Vanessa Cremaschi, Giovanna Famulari: "Canti resistenti"

28 aprile 2019 ore 11.30 – Giovanni Seneca & Anissa Gouizi: "Ecanés"

12 maggio 2019 ore 11.30 – Elva Lutza & Ester Formosa: ““Cancionero fra Sardegna e Catalogna””

16 giugno 2019 ore 18.30 – Raffaella Misiti & Stefano Scatozza: "Sei gradi di separazione".





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