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Recensioni |
Pubblicato il 23/09/2018 alle 15:39:50 | |
Rock Prog Italiano 1980-2013 (Arcana, 414 pg, 25 €) di Massimo Salari - Raccontare il prog di ieri ed oggi
Un libro che scandaglia il rock progressivo meno chiacchierato, ma non meno importante di quello storico degli anni ’70. L’autore compie un lavoro immane, frugando tra grandi band e nomi dimenticati, ricordandoci che finchè c’è prog c’è speranza.
Un libro che scandaglia il rock progressivo meno chiacchierato, ma non meno importante di quello storico degli anni ’70. L’autore compie un lavoro immane, frugando tra grandi band e nomi dimenticati, ricordandoci che finchè c’è prog c’è speranza.
Voglio partire dalla fine: questo è il libro che avrei voluto scrivere io, ci ho pensato mille volte, ma poi l’idea è rimasta nel cassetto. Desideravo scriverlo perché ho vissuto in prima persona nascita e sviluppo della scena italiana neo prog, alimentata da decine di gruppi che vedevano nei Marillion la speranza di riportare questa musica al grande pubblico.
Erano i primi anni ’80 ed oltre a chi faceva da cordone ombelicale con il decennio precedente, ci sono tante band che trovano tracce di visibilità con un suono romantico e che si muove localmente, senza ribalta nazionale, nemmeno underground. Tra i primi che ricevono più ampia attenzione troviamo Nuova Era, Aton’s, Hopo, Central Unit, che innescano una miccia che genere l’esplosione per il pubblico interessato alle gesta di Ezra Winston, Edith, Sinthonia, Devil Doll, primi nomi di un movimento che presto diventa enorme e che questo libro scandaglia con cura.
Il merito di tanta informazione è di Massimo “Max” Salari, da sempre profondo conoscitore della materia, giornalista per varie riviste, attivo con il suo personale sito Nonsolo progrock ed agitatore della scena prog in tanti altri modi. Conoscendo il valore e la competenza di Massimo, non mi stupiscono schede dettagliate con discografie, in un’analisi musicale che non si ferma ai gruppi famosi, ma approfondisce anche quelli totalmente ignorati, in una ricerca quasi maniacale.
Il libro offre un centinaio di pagine con interviste a protagonisti che rivelano fatti e considerazioni molto interessanti. Ed è questo uno dei meriti dell’autore: oltre alla ricerca storica, c'è spazio per chi questa scena l’ha vissuta o la vive ancora.
Se lo scopo del libro è quello di dimostrare che il rock progressivo italiano non si è fermato a PFM, Banco, Biglietto per l’Inferno, Le Orme ed Osanna, ma ha continuato a cercare nuovi percorsi, alcune volte avventurandosi in sentieri ardui, altre passeggiando in strade battute, la destinazione è felicemente raggiunta.
Infatti non è necessario terminare il volume, per far scattare il desiderio di ascoltare tanti dei nomi citati.
Stilisticamente l’autore allarga il raggio d’azione, il prog rock viene inteso come musica in evoluzione e non solo rassicuranti melodie, ecco perché leggerete di psichedelia, post rock, romantic prog, dark e molto altro. E vi assicuro che questo è un grande merito.
Dopo averlo letto ribadisco: questo è il libro che avrei voluto scrivere io.
Da avere assolutamente!!
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