Catanzaro, la musica pericolosa di Piovani emoziona e commuove

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Federico Fellini definì la musica come “pericolosa”. Il rincorrersi delle emozioni provocate dalla magia delle sette note lo impaurivano, lo commuovevano. Ma quella era pura bellezza. La stessa che ieri sera, nello spettacolo che ha registrato il sold out, organizzato da AMA Calabria al Teatro Comunale di Catanzaro, Nicola Piovani ha condiviso con la platea che ne ha subito la malia. La musica è pericolosa è stato un “concertato” dal fascino discreto, in cui ogni brano ha raccontato frammenti di vita vissuta dal Maestro e ogni nota è sembrata volteggiare leggera nell’aria. Come una brezza estiva che accarezza e fugge via. È apparso sul palcoscenico con l’aria umile dei grandi. Con aria serena ha iniziato a raccontare delle emozioni “felliniane”, di una delle tante giornate trascorse con lui a fargli ascoltare le musiche composte per un suo film, raccontando proprio delle sue debolezze emotive nell’ascoltare la musica. Racconti che hanno suscitato leggeri sorrisi nella platea, intenta a immaginare l’incontro tra i due artisti.

Poi si è seduto davanti al pianoforte, riuscendo a fare la cosa che più lo sublima. Suonare. Non c’è stata nessuna sorpresa. Con il tocco lieve di chi sa come accarezzare i tasti bianchi e neri traendone la massima ispirazione in chi lo stava ascoltando, Piovani ha eseguito temi a lui cari de L’intervista e Ginger e Fred, di Fellini, Il marchese del Grillo e Speriamo che sia femmina, di Mario Monicelli, le cui immagini scorrevano alle spalle dei musicisti creando una sensazione di maggiore emotività. Come «accade nella sequenza delle note» Piovani ha creato una pausa, riprendendo il concetto espresso dal suo amico regista. «La musica è pericolosa come lo sono le cose belle, come ad esempio quel senso di disorientamento che si vive negli amori adolescenziali. Anche se secondo me gli amori sono tutti adolescenziali». Ha raccontato dei suoi innamoramenti musicali, di Chopin, di Debussy, ma anche del suono lontano che annunciava l’arrivo della  banda del suo paese durante la festa del Santo Patrono. 

Proprio da quei ricordi e da quella euforia giovanile è ripartito eseguendo La banda del pinzimonio, la sigla composta per gli spettacoli e le apparizioni televisive di Roberto Benigni, e continuando con la Mazurka op.17 n° 4 di Chopin e Golliwog’s cakewalk di DebussyLa musica è pericolosa è stato un “ritornello” che ha ripetuto per tutto lo spettacolo. Anche quando ha raccontato della forza prorompente del canto delle sirene; della loro sconfitta nel duello con Orfeo che cantando più veloce, le mise in difficoltà con il controtempo e costringendole al suicidio. Ha narrato anche del ballo con cui Salomè ammaliò Erode, chiedendogli la testa di Giovanni Battista. «Tutto ciò significa che la musica non è solo bellezza e piacere, ma anche dolore e lacrime». Accompagnate dai disegni di Milo Manara, la struggente bellezza di Partenope, sottolineata dai toni drammatici del pianoforte, del contrabbasso e del sassofono, e la passionalità de La danza dei sette veli hanno fatto entrare gli spettatori in una dimensione musicale in cui immaginazione ed emozione si fondono.  Piovani ha dedicato il finale alle canzoni da lui composte. A quei piccoli “affreschi” che in pochi minuti riescono ad arrivare a tutti con testi che possono parlare di amore o di anarchia. Così dalla sequenza mi-fa-sol de Il bombarolo, uno dei brani più famosi di Fabrizio De André, mutuata dalle campane della chiesa vicino alla sua abitazione, alla melodia semplice ma appassionata di Quanto t’ho amato, voluta da Roberto Benigni, fino alla celebrazione del mito di Marcello Mastroianni, la cui voce registrata e le immagini sullo schermo hanno creato più di una semplice nostalgia durante l’esecuzione di Caminito, cantata dall’attore. Alla fine dell’esecuzione il pubblico ha tributato una prima interminabile standing ovation che lo ha convinto a concedere un bis. Ritornato sul palco con Pasquale Filastò (violoncello/chitarra), Rossano Baldini (tastiere), Marina Cesari (sax/clarinetto), Ivan Gambini (batteria/percussioni) e Marco Loddo (contrabbasso), strepitosi musicisti con cui ha condiviso l’intero spettacolo. Piovani ha regalato una magistrale esecuzione del tema de La vita è bella. Una seconda standing ovation ancora più lunga ha suggellato una serata in cui la musica pericolosa, quella che emoziona e commuove, che addolora e ferisce è ciò che tocca l’anima regalandoci la vita. 

La rassegna catanzarese di AMA Calabria continua sabato 21 dicembre, alle ore 21, al Teatro Comunale, con lo spettacolo Russian dances con il Balletto Accademico Statale Russo “E. Popov” di Ryazan. I biglietti potranno essere acquistati presso la biglietteria del Teatro Comunale di Catanzaro, sito su Corso Mazzini, 82, aperto tutti i giorni dalle 17:00 alle 21:00, presso la sede di AMA Calabria sita in Via P. Celli, 23 a Lamezia Terme dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16: alle 19:00. Il sabato dalle 9:00 alle 13:00, e i biglietti sulla biglietteria on line www.amaeventi.org/stcz1920. Per ulteriori info sui singoli spettacoli è disponibile il numero WhatsApp 339 160 1953.

(Foto di Antonio Raffaele)

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