Ligabue, parte con il botto la serie di concerti all’Arena di Verona

Tempo di Lettura: 3 minuti

Alla fine, dopo oltre due ore di concerto, con più di venti canzoni messe in fila, tirate e senza sosta, la sensazione che mi resta è una sola: ma quante grandi brani sono rimasti fuori dalla scaletta? Questo rende l’idea della dimensione della carriera del rocker di Correggio, che questa sera, dopo un inizio leggermente frenato dall’emozione, si è lasciato andare alle emozioni ed ha coinvolto il pubblico dell’anfiteatro veronese.

L’inizio è una bomba: “Non cambierei questa vita con nessun’altra” e “Balliamo sul mondo”, presente e passato che si fondono e il pubblico è già conquistato, con il Liga che si rivolge al suo pubblico: “Se vi dico 28 cosa pensate? Si questa è la ventottesima volta che suono in Arena”. Boato e si riparte con un altro classico, “Bambolina e barracuda”.

Accompagnato da una band che ha nel chitarrista Federico Poggipollini la sua certezza, non da meno il resto della band; con una nota di merito per il batterista Ivano Zanotti; sempre pronta a dominare la scena e a defilarsi, quando al proscenio sale il leader.  “Siamo il comitato per evitare l’estinzione delle chitarre”, quasi a voler lanciare una frecciatina a tanta musica di oggi registrata e suonata solo con i computer.

C’è tempo per il rock (fantastiche le versioni di “Il giorno dei giorni” e “Il meglio deve ancora venire”) e per le ballate e qualche pausa acustica, con “Piccola stella senza cielo” che commuove più di altre, anche se tutti gli occhi diventano lucidi con “Buonanotte all’Italia”, con le immagini di tanti personaggi che hanno reso grande l’Italia che scorrono sul maxischermo, ed è significativo che proprio in questa serata, a ventiquattro ore dal risultato elettorale, l’applauso più grande esplode quando lo schermo proietta il volto di Enrico Berlinguer.

Fantastico gioco di luci e colori mentre la band pompa rock!!

Con un gioco di luci indovinato e i tre maxi schermi che proiettano fasci di colori e forme bizzarre, l’Arena sembra un grande circo. Il Liga è in forma e generoso come sempre, corre da una parte all’altra ed abbraccia simbolicamente il suo pubblico, che restituisce ogni oncia di affetto, ballando e cantando senza sosta. Nei bis l’Arena diventa una bolgia con “Tra palco e realtà” e una “Urlando contro il cielo” al limite dell’heavy metal, per poi salutare con “Leggero”.

Il primo dei sette concerti è andato, Ligabue e la band salutano con affetto e il pensiero, anzi l’invidia, va a chi potrà gustarsi le prossime serate. Io esco dall’anfiteatro con una certezza: l’erede di Luciano Ligabue per ora è uno solo, Luciano Ligabue!

Scaletta brani Arena di Verona 27 settembre 2022

Non cambierei questa vita con nessun’altra, Balliamo sul mondo, Bambolina e barracuda, Ho messo via, Il sale della terra, Si viene e si va, A modo tuo, È venerdì, non mi rompete i coglioni, Il giorno dei giorni, Non è tempo per noi, Marlon Brando è sempre lui, Walter il mago, Il mio nome è mai più, Piccola stella senza cielo, Il meglio deve ancora venire, Buonanotte all’Italia, Quella che non sei, Certe notti, Questa è la mia vita, Tra palco e realtà, Urlando contro il cielo, Leggero.

Band: Federico Poggipollini, Max Cottafavi e Nicolò Bossini: chitarre; Luciano Luisi: tastiere, Ivano “Tuono” Zanotti: batteria; Davide Pezzin: basso.

Exit mobile version