Queen I è un capitolo fondamentale nella storia della band: l’album di debutto omonimo dei Queen del 1973 è stato remixato e restaurato da Justin Shirley-Smith, Joshua J Macrae e Kris Fredriksson per suonare come la band ha sempre voluto che suonasse. Ad oltre mezzo secolo dalla sua pubblicazione originaria è oggi disponibile con una nuova tracklist, alternate take, demo e tracce live, che sono state inserite per ricreare la versione più completa di questo album imprescindibile. È la prima volta che un disco dei Queen presenta un nuovo mix stereo.
Il cofanetto Queen I da 6 CD + 1 LP contiene 63 tracce con 43 nuovi mix, tra cui l’album originale con l’ordine di esecuzione iniziale, registrazioni dei Queen in studio, demo, rari brani dal vivo, e l’incisione inedita della prima esibizione live dei Queen a Londra, nell’agosto 1970. Esclusa dall’uscita del 1973, la canzone “Mad the Swine” è stata reintrodotta nel giusto ordine di esecuzione. La confezione comprende anche un libro di 108 pagine contenente testi scritti a mano e memorabilia. “Questa non è solo una rimasterizzazione”, scrive Brian May nelle note inserite all’interno della copertina del CD, “questa è una nuovissima ricostruzione dell’intero album di debutto dei Queen”. Prosegue May: “Tutte le performance sono esattamente come apparivano originariamente nel 1973, ma ogni strumento è stato rivisitato per produrre i suoni ambientali “dal vivo” che avremmo voluto utilizzare originariamente. Il risultato è una novità assoluta”. I Queen nacquero all’inizio dell’estate del 1970, ma mossero i primi passi in studio dopo che il cantante Freddie Mercury, il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor reclutarono il bassista John Deacon, nel luglio 1971. “I primi tre anni sono stati davvero fiducia e speranza”, afferma Roger Taylor. “Eravamo senza un soldo ma avevamo molta fiducia in noi stessi e molta energia”. Mentre i Queen lottavano per ottenere notorietà, la loro musica si stava sviluppando. Se la band precedente, gli Smile, era tipicamente della fine degli anni ’60, allora il suono e l’immagine dei Queen riguardavano il qui, ora e il domani. Le loro canzoni erano già colme di riff, armonie corali e richiami classici. Dopo l’arrivo di John Deacon, i Queen si assicurarono un contratto di produzione, pubblicazione di canzoni e gestione con Trident Audio Productions. Dopo aver ascoltato i demo della band, i proprietari della compagnia, i fratelli Norman e Barry Sheffield, accettarono di finanziare la registrazione del primo album dei Queen. Gli Sheffield possedevano anche i Trident Studios, una struttura all’avanguardia nel quartiere di Soho a Londra, che era stata utilizzata da Elton John e dai Beatles ed era raramente disponibile per band giovani e senza contratto. La popolarità del Trident era tale che lo studio era solitamente al completo durante il giorno, il che significa che i Queen potevano registrare solo durante quello che era noto come “downtime”, quei rari momenti in cui lo studio era vuoto, di solito di notte. I Queen iniziarono a lavorare all’album nel maggio 1972 e trascorsero i quattro mesi successivi vivendo un’esistenza notturna e frammentata. Trascorrevano le serate aspettando in giro per Soho finché lo studio non fosse stato pronto. “Lavoravamo tutta la notte e di solito fino alle 7 del mattino, quando arrivavano gli addetti alle pulizie”, ricorda Brian. Afferma Roger: “Sai, siamo arrivatilì subito dopo che Bowie aveva fatto Hunky Dory e Rise and Fall of Ziggy Stardust, due grandi album. Quindi eravamo molto contenti di esserci, arrivavamo alle tre del mattino e poi andavamo avanti per tutte le ore che potevamo. È stata solo una faticaccia. Non direi che sia stato distruttivo per l’anima perché eravamo abbastanza fiduciosi. Avevamo una sorta di innata, gentile arroganza, sai, pensavamo di essere preparati, capaci e diversi”. I Queen hanno registrato l’album con i coproduttori interni della Trident, John Anthony e Roy Thomas Baker. Entrambi erano convinti sostenitori dei Queen ed erano stati determinanti nella firma della band con la Trident. Tuttavia, il gruppo si scontrò rapidamente con le regole e i regolamenti dello studio. “Sebbene avessimo una grande tecnologia intorno a noi”, prosegue Brian, “in realtà non avevamo molta libertà di usarla. Eravamo considerati come i nuovi ragazzi che non sapevano nulla e nessuno voleva davvero ascoltare il modo in cui volevamo fare le cose”. Erano relativamente inesperti, certo, ma i Queen avevano già una visione musicale chiara. Tuttavia, la tipologia di suoni di chitarra e batteria che avevano in mente si rivelarono difficili da ricreare alle due del mattino sulla batteria dello studio piuttosto che sulla loro. Dice Roger: “Avevano una cabina per la batteria ed era un suono ben noto, molto americano sordo, compresso, che però non è mai stato il suono giusto. Avrei voluto sentire la batteria risuonare, ma non potevo utilizzare la mia e quindi l’album non ha mai suonato davvero come avremmo voluto”. “Volevamo che tutto suonasse in modo aggressivo”, afferma Brian. “Abbiamo lottato incredibilmente per portare la batteria fuori dalla cabina, nel mezzo dello studio e posizionare i microfoni in tutta la stanza. Ma questo non era il metodo di Trident. Ricordo di aver detto a Roy Thomas Baker: ‘Questo non è proprio il suono che vogliamo’, continua Brian, e lui rispose: ‘Non preoccuparti, possiamo sistemare tutto nel mix’. Tutti sapevano che non sarebbe successo.” Oggi, nel 2024, finalmente è stato fatto!”. La frustrazione dei Queen era aggravata dal fatto che le canzoni stesse mostravano già l’ampiezza delle idee della band e la loro ambizione in brani come “Keep Yourself Alive”, “Doing All Right”, “Great King Rat”, “Liar”, “Modern Times Rock’n’Roll” e “Son And Daughter”. Nel frattempo, l’immaginazione di Freddie aveva libero sfogo su “Jesus” di ispirazione biblica e su “My Fairy King”, dove il cantante (che presto avrebbe assunto il nome d’arte “Freddie Mercury”) cantava di “horses born with eagles wings” e “Mother Mercury, look what they’ve done to me”. “Non ho mai saputo da dove provenissero alcuni di quei testi”, dice Roger. “Ma Fred era incredibile”. Questa nuova versione Mix 2024 di Queen I nclude “Mad The Swine”, una canzone assente dall’LP originale aseguito di una divergenza di opinioni tra la band e uno dei suoi produttori. Ora è stata reintegrata come quarta canzone dell’album, tra “Great King Rat” e “My Fairy King”, proprio come i Queen volevano che fosse nel 1972. Nonostante le restrizioni imposte loro da Trident, la band riuscì comunque a infrangere le regole. La composizione di Brian (e il primo singolo contenuto nel cofanetto), “The Night Comes Down”, tracciò quel suono stratificato di chitarra acustica ed elettrica che presto sarebbe diventato la firma dei Queen. La band riuscì ad utilizzare una registrazione dei De Lane Lea Studios piuttosto che tentare una nuova versione, introducendo di nascosto il loro nastro demo multitraccia in una confezione genericamente etichettata “Trident”, per poi poter mixare la canzone per l’album. CD2: De Lane Lea Demos – 2024 Mix esplora l’affascinante storia dei Queen I, con nuovissimi mix 2024 dei demo che la band registrò prima dell’ album. Nell’estate del 1969, il gruppo pre-Queen di Brian e Roger, gli Smile, aveva registrato ai De Lane Lea Studios di Kingsway a Londra. Due anni dopo, la società aprì un nuovo studio a Wembley e aveva bisogno di una band che l’aiutasse a testare i banchi di missaggio e la qualità del suono. Brian e Roger si offrirono volontari per i Queen, e la band trascorse del tempo in studio tra novembre 1971 e gennaio 1972 – “un’emozione enorme”, ricorda Brian. Vennero ripagati con una demo di cinque canzoni, supervisionata dal sound engineer di De Lane Louie Austin, e contenente “Keep Yourself Alive”, “The Night Comes Down”, “Jesus”, “Liar” e “Great King Rat”. “I demo che abbiamo realizzato ai De Lane Lea Studios erano più vicini a ciò che sognavamo”, spiega Brian. “Bei suoni di batteria aperti e atmosfera alla chitarra”. “Eravamo giovani e avevamo una fiducia totale in ciò che stavamo facendo”, prosegue Roger.
Sebbene questi demo fossero destinati ad essere venduti in giro per procurarsi un contratto discografico, Brian ha sempre pensato che le performance avessero più spontaneità, brillantezza, suoni più naturali rispetto alle versioni finali dell’album. Poiché le uniche copie sopravvissute dei mix dei demo sono su acetati graffiati, qui per la prima volta queste registrazioni autoprodotte sono state restaurate e remixate dalle multi tracce originali. CD3: Queen I Sessions e CD4: Queen I Backing Tracks, portano l’ascoltatore “behind the scenes” degli studi Trident e De Lane Lea studios. CD3: Sessions raccoglie versioni completamente diverse e inedite al 100% delle canzoni dell’album, realizzate utilizzando outtakes di De Lane Lea e Trident. Contiene alcune false partenze, guide vocals, backing tracks, alternative takes, inclusi segmenti di parlato in cui si possono sentire i membri dei Queen chiacchierare, scherzare e occasionalmente esprimere la loro frustrazione. Molte delle riprese sono costruite attorno alla chitarra acustica, quella elettrica sarebbe stata aggiunta in seguito. CD4: Queen I Backing Tracks offre mix delle canzoni dell’album originale dei Queen, senza voce solista. I Queen presentarono i demo di De Lane Lea a diverse case discografiche, ma non firmarono con nessuna, da qui il loro accordo con la Trident. L’album fu praticamente completato nel 1972. Ma i Queen e i loro produttori continuarono a discutere sul mix fino all’ultimo giorno, tanto che la band scelse un mix di “Keep Yourself Alive”, realizzato con l’assistente tecnico della Trident Mike Stone anziché una delle versioni precedenti. Mike avrebbe continuato a collaborare con i Queen nei successivi cinque album. La Trident presentò il debutto dei Queen alle etichette discografiche e alla fine firmò un contratto per EMI nel Regno Unito e per Elektra negli Stati Uniti. Il fondatore dell’Elektra, Jac Holzman, partecipò all’appuntamento dei Queen al Marquee club di Londra il 9 aprile 1973. Il booklet del cofanetto include una contributo dal diario di Roger sul concerto: “Went down a storm… Jac Holzman like it!” Holzman ha fatto circolare un promemoria al suo staff dichiarando: “Ho visto il futuro della musica pop, ed è una band chiamata Queen”. EMI pubblicò “Keep Yourself Alive” come singolo una settimana prima dell’uscita dell’album nel Regno Unito, ma la trasmissione radiofonica si rivelò difficile da ottenere … Qualcuno stava ascoltando, però … CD5: Queen I At The BBC, inizia con “My Fairy King”, in una versione leggermente diversa registrata per il DJ e primo sostenitore dei Queen, John Peel, per il programma Sounds Of The Seventies di BBC Radio 1 nel febbraio del 1973, cinque mesi prima dell’uscita dell’LP. Poiché nessuno aveva ancora ascoltato il loro album, la band portò delle basi e aggiunse nuove voci e altri overdub per questa prima sessione. Fu la prima volta che la musica dei Queen venne trasmessa in tutto il mondo. In questo CD sono presenti tre ulteriori sessioni della BBC con nuove versioni di tutte le canzoni di Queen I trasmesse dalla BBC tra febbraio 1973 e aprile 1974. Il CD5 ‘Queen I At The BBC’ e il CD6, ‘Queen I Live’, mostra come queste canzoni siano cresciute e si siano sviluppate lontano dagli studi Trident. CD6: Queen I Live presenta le migliori performance delle canzoni del primo album dalla trionfale data iniziale del marzo 1974 al Rainbow Theatre di Londra, oltre a diverse tracce inedite. È inclusa la prima uscita ufficiale di “Hangman”, una composizione di Mercury/May/Taylor/Deacon ispirata a Free, pilastro dei primi concerti dal vivo dei Queen, che non è mai stata registrata in studio. Questa esibizione di “Hangman” proviene da uno spettacolo alla San Diego Sports Arena nell’ultima notte del tour statunitense della band nel marzo del 1976. Le ultime canzoni di ‘Queen I Live’ ripercorrono il momento in cui i Queen sono diventati “i Queen”. Nel libro di 108 pagine troviamo la riproduzione dell’invito scritto a mano da Roger alla prima esibizione dei Queen a Londra: “Una proiezione privata domenica 23 agosto [1970] alle 19:30 presso l’Imperial College… aula magna A, quinto piano”. Due canzoni di questo spettacolo storico, “Jesus” e una cover del successo del 1967 del Spencer Davis Group “I’m A Man”, sono state recuperate dai nastri dell’archivio e sono le registrazioni più antiche dei Queen, addirittura antecedenti all’arrivo di John Deacon nella band. L’ultima traccia dell’album originale dei Queen è un frammento strumentale di un minuto e un quarto di “Seven Seas Of Rhye”. La canzone finita non sarebbe stata svelata prima di Queen II e divenne un successo nella Top 10 del Regno Unito. In un certo senso, però, i ritmi frenetici di questa versione breve, il pianoforte martellante e la chitarra dal suono orchestrale catturano lo spirito del debutto dei Queen: una giovane band irrequieta e determinata, desiderosa di fare il passo successivo. Come disse una volta Freddie: “Tutti noi puntavamo in alto e non saremmo stati contenti o soddisfatti con niente di meno”. Dice Brian: “Freddie era così convinto che avrebbe avuto successo, che non ne dubitava mai. Eravamo tutti ragazzi in gamba, ma lui era a un altro livello. Tutti noi condividevamo questa passione. L’energia crebbe e si trasformò in qualcosa di molto potente”. Aggiunge Roger Taylor: “Fondamentalmente, con il cofanetto dei Queen abbiamo fatto suonare l’album esattamente come volevamo utilizzando le tecniche che abbiamo ora.” Abbiamo fatto in modo che le batterie suonassero come avrebbero dovuto e, nel complesso, il suono è migliore, i mix sono migliori. È stato un piacere migliorarlo, portarlo dove volevamo che fosse. “Ho trovato una cosa, però, che mi ha stupito ascoltando questo album: quanto alcuni testi siano incredibilmente spirituali.”