Dopo l’anteprima del 17 gennaio all’Auditorium Parco della Musica, da giovedì 23 gennaio nelle sale italiane A Complete Unknown, il film di James Mangold (regista, sceneggiatore e produttore) con Timothée Chalamet nel ruolo di Bob Dylan, insieme a Edward Norton (Pete Seeger), Elle Fanning (Sylvie Russo) e Monica Barbaro (Joan Baez).

New York, 1961. Sullo sfondo di una vibrante scena musicale e di tumultuosi sconvolgimenti culturali, un enigmatico diciannovenne del Minnesota arriva con la sua chitarra e un talento rivoluzionario, destinato a cambiare il corso della musica americana. Durante l’ascesa verso la fama stringe rapporti profondi con le icone musicali del Greenwich Village, culminando in una performance innovativa e controversa che risuona in tutto il mondo. Timothée Chalamet interpreta e dà voce a Bob Dylan in A Complete Unknown del regista candidato all’Oscar® James Mangold (Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line, Le Mans ’66 – La grande sfida), l’elettrizzante storia vera dietro l’ascesa di uno dei cantautori più iconici della storia. Il film, basato sul libro “Il giorno che Bob Dylan prese la chitarra elettrica” di Elijah Wald edito in Italia da Vallardi, è interpretato dal candidato all’Oscar® e al BAFTA Timothée Chalamet (Bob Dylan) insieme al candidato all’Oscar® e al BAFTA Edward Norton (Pete Seeger), Elle Fanning (Sylvie Russo), Monica Barbaro (Joan Baez), Boyd Holbrook (Johnny Cash), Dan Fogler (Albert Grossman), Norbert Leo Butz (Alan Lomax), e Scoot McNairy (Woody Guthrie), Will Harrison (Bobby Neuwirth), P.J. Byrne (Harold Leventhal), Eriko Hatsune (Toshi Seeger), il musicista Big Bill Morganfield (Jesse Moffette) e David Alan Basche (John Hammond). Lo spirito attivista di Dylan si risveglia soprattutto attraverso la relazione con due donne ritratte nel film: Sylvie Russo, artista e combattente per la libertà che incarna quella che, nella vita reale, era Suze Rotolo, un primo amore che, ancora oggi, Dylan fa di tutto per proteggere, al punto che, dopo aver letto la sceneggiatura di Mangold, Bob ha chiesto solo che venisse cambiato il suo nome, e la celebre cantante Joan Baez, che invece, entra nella vita di Dylan innanzitutto come un simbolo del successo a cui lui aspira, ma successivamente diventa una compagna di viaggio nello sfidare un’epoca che aveva bisogno di cambiamenti. Indubbiamente, il rifacimento della canzone “It Ain’t Me Babe” di Dylan da parte di Baez e i duetti live sulle note di “Blowin’ in the Wind” e altri pezzi ebbero un ruolo chiave nell’ascesa del cantautore. Proprio come Chalamet, anche la bravissima Monica Barbaro ha dovuto rimboccarsi le maniche tra voice coach e lezioni di chitarra nel tentativo di affinare la propria versione della leggenda che aveva il compito di rappresentare sul grande schermo.

Dietro la cinepresa, Mangold è stato affiancato dal direttore della fotografia candidato al premio Oscar® Phedon Papamichael, dallo scenografo François Audouy, dal premio Oscar® per il montaggio Andrew Buckland, da Scott Morris e dalla costumista candidata agli Oscar® Arianne Phillips. Il team musicale è guidato dal produttore esecutivo musicale e premio Grammy® Nick Baxter e dal supervisore musicale, a sua volta aggiudicatosi un Grammy®, Steven Gizicki, mentre il team del suono comprende il supervisore al montaggio musicale Ted Caplan, il production mixer candidato agli Oscar® Tod A. Maitland, i re-recording mixer premio Oscar® Paul Massey e David Giammarco, il montatore del suono premio Oscar® Donald Sylvester.

A proposito del film il regista James Mangold ha dichiarato: “Il film racconta la storia di un momento specifico, e non l’intera vita, di una persona. Parla di un mondo in cui moltissimo viene comunicato attraverso le canzoni”. Il suo interesse per questa fase del percorso di Dylan nasce dalle domande intime sollevate dal materiale, come l’idea del genio e del talento intrinseci che alcuni artisti possiedono fin dalla nascita, e dalle fortune e dagli oneri di quello stesso talento che può portare a una notorietà estrema e, insieme, provocare una profonda solitudine. Adottando un approccio ispirato all’Amadeus di Milos Forman, suo mentore, Mangold esplora la personalità di Dylan servendosi del prisma degli altri ed esamina i rapporti dell’artista, dai più stretti a quelli con i fan, proiettando le proprie aspirazioni su questo genio misterioso. Sullo schermo, vediamo Dylan combattere l’oppressione di queste aspettative sino a essere, finalmente, libero. Il titolo A Complete Unknown (un verso della canzone “Like A Rolling Stone“) riflette l’intenzione di Mangold di evitare spiegazioni psicologiche semplicistiche su un uomo che, da sei decenni, elude qualsiasi definizione immediata. Al contrario, il regista invita il pubblico a giungere alle proprie conclusioni, assegnando alla musica senza tempo e profondamente personale di Dylan il compito di far avanzare la storia e svelare il carattere attraverso le performance. All’inizio degli anni ‘60 negli Stati Uniti la musica folk viene portata in auge da Woody Guthrie e Pete Seeger. Il giovane Bob Dylan arriva in città con la sua chitarra nel 1961, a gennaio, e si unisce a un movimento inconsapevolmente alla ricerca di un leader. Questo è il contesto delle vicende del film, resoconto dei quattro anni che vedono Dylan trasformarsi da industrioso vagabondo a leggenda del rock ‘n’roll. “In una delle prime scene, Dylan incontra Woody Guthrie in un ospedale del New Jersey e gli canta un brano scritto per lui”, spiega Mangold. “Entra a far parte di una comunità e quella cultura lo fa diventare sempre più grande, tanto da superare il movimento che lo aveva accolto.”

Mangold è stato conquistato all’istante dagli elementi unici di questa storia: dal Dylan iconoclasta, dai rapporti che lo circondavano e dalla sua ascesa, in quattro anni, alla notorietà. Uno dei suoi obiettivi era anche catturare la gioia e l’euforia del musicista nel momento in cui collega la chitarra a un amplificatore per suonare con una band elettrica. Mangold si era già introdotto nel mondo delle biografie musicali, basti pensare all’acclamato Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line, da lui scritto, diretto e prodotto, con la performance da Oscar® di Reese Witherspoon nei panni di June Carter Cash (e con Joaquin Phoenix nei panni di Johnny Cash). L’esplorazione di un artista del calibro di Bob Dylan, non poteva però essere affidata a una biografia come tutte le altre. Dopo 19 film che attraversano il multiverso dei generi cinematografici, Mangold è oggi arrivato a chiudere il cerchio con A Complete Unknown, un dramma musicale radicato in un’epoca e in un luogo fondamentali per la storia della musica.

L’ascesa di Dylan coincise con un momento cruciale, in cui la guerra fredda pervadeva ogni aspetto della vita. La crisi dei missili di Cuba minacciava di condurre il mondo sull’orlo di una catastrofe e il successivo omicidio di JFK, nel 1963, era destinato a mandare in frantumi l’innocenza della nazione. In mezzo a tutti questi tumulti guadagnò slancio il movimento per i diritti civili che, nel 1963, organizzò una marcia su Washington verso il Lincoln Memorial, a cui Dylan partecipò con una breve esibizione prima del noto discorso “I Have a Dream” di Martin Luther King. Era un’epoca di intensi scontri tra le norme passate e i nuovi ideali che si affermavano. Mentre molti decisero di scendere in piazza, il cantautore scelse di incanalare le proprie convinzioni in una musica capace di accendere l’entusiasmo di una generazione, consolidando il proprio ruolo di icona nei sei decenni successivi. Con il passare degli anni, artisti di vari generi avrebbero ripreso i suoi brani e testi intramontabili. Il rifiuto di Dylan di farsi incasellare dalle norme artistiche, nonostante la sua influenza, ha fatto sì che il cantautore continuasse a essere un enigma per la cultura generale. Mangold era ben consapevole dell’importanza di lavorare con il perfetto connubio tra star carismatica e interprete di grande intuito.

Con Timothée Chalamet, beniamino dalla critica e vincitore di numerosi riconoscimenti per Chiamami col tuo nome e Dune, hanno così dato il via a una collaborazione creativa nel segno della dinamicità. Pur ammettendo di non essere stato un grande conoscitore di Dylan al di là del suo ruolo di mito della musica americana, Chalamet si è detto entusiasta di poterlo impersonare per il suo carisma e la sua umanità ricca di sfaccettature, al centro di questa incredibile opera artistica. Chalamet è reduce da cinque anni di intensi studi ed esercitazioni musicali, che gli hanno permesso di arrivare a esplorare a fondo e padroneggiare le canzoni di Dylan. Al tempo stesso, l’attore ha guardato ore e ore di esibizioni e interviste del musicista insieme al noto voice coach Eric Vetro, concentrandosi su piccoli dettagli come la postura e l’influenza di questa sulla voce. Secondo il guitar coach Larry Saltzman, l’inclinazione dell’attore comprendeva anche gli strumenti scelti da Dylan. Negli anni in cui a causa della pandemia la produzione ha subito dei ritardi, Chalamet ha appreso a padroneggiare la chitarra e l’armonica e ha così potuto inserire nel suo ritratto interpretazioni dal vivo dei brani leggendari di Dylan, che conferiscono spessore e autenticità al film. In A Complete Unknown, la musica ha un ruolo assolutamente fondamentale nel raccontare la storia. Tutti i classici di Bob Dylan (ma anche di Pete Seeger, Joan Baez e Johnny Cash) ascoltati migliaia di volte e tutti i testi selezionati si inseriscono nel tessuto narrativo di Mangold. Secondo il produttore musicale Nick Baxter, la fluidità era fondamentale, e l’abilità di Chalamet in questo senso si è rivelata sbalorditiva. Tutti i cantati di Bob Dylan sono eseguiti da Timothée Chalamet, i cantati di Pete Seeger sono eseguiti da Edward Norton, i cantati di Joan Baez sono eseguiti da Monica Barbaro, i cantati di Johnny Cash sono eseguiti da Boyd Holbrook. La colonna sonora è uscita a dicembre in digitale e uscirà in vinile dal 24 gennaio e CD dal 28 febbraio 2025.

Intenzionato a realizzare il film, il produttore Jeff Rosen, storico manager di Dylan, aveva opzionato per primo il libro Il giorno che Bob Dylan prese la chitarra elettrica. A Complete Unknown. Dylan Goes Electric! di Elijah Wald, del 2015, e si era quindi fatto affiancare dallo sceneggiatore candidato agli Oscar® Jay Cocks nell’adattamento del lavoro che documenta lo spartiacque del 1965, quando Dylan sconvolse il mondo con un’esibizione elettrica supportata da una band al Newport Folk Festival. Nel 2018, Searchlight Pictures e il team creativo e di produzione composto da Mangold, Chalamet, Fred Berger, Alex Heineman, Bob Bookman, Peter Jaysen, Alan Gasmer e Rosen hanno unito le forze per portare sul grande schermo questa storia iconica. Nel film, a completare il trio di influenze artistiche fondamentali nel percorso di Dylan è l’“uomo in nero” per eccellenza: Johnny Cash. Interpretato dall’attore Boyd Holbrook, Cash, già protagonista del film Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line di Mangold (2005), rappresenta per Dylan un sostegno nella ribellione e un compagno che assiste ai suoi progressi. Dopo gli iniziali scambi di lettere, Johnny Cash e Bob Dylan si incontrarono finalmente di persona al Newport Folk Festival nel 1964, un anno prima della svolta elettrica di Dylan, lanciata da quello stesso palco. Il produttore Rosen ha consegnato a Mangold e al team di produzione parte della corrispondenza tra le due icone della musica, un inestimabile tesoro da cui provare a ricostruire un rapporto, finora, non molto esplorato. Tra le diverse personalità che hanno costellato il mondo di Dylan, il film presenta, tra gli altri, Albert Grossman, il manager noto per il suo rigore interpretato da Dan Fogler, l’amico e road manager Bobby Neuwirth (Will Harrison), e una serie di figure chiave della scena musicale folk americana, tra cui il paternalistico promoter Harold Leventhal (P.J. Byrne) e il dogmatico musicologo Alan Lomax (Norbert Leo Butz). Per quanto riguarda gli elementi fondamentali del gruppo di Dylan, Charlie Tahan è l’organista Al Cooper ed Eli Brown il chitarrista Mike Bloomfield. Il cast include anche Eriko Hatsune nei panni di Toshi, la moglie di Pete Seeger, Big Bill Morganfield nel ruolo del musicista blues Jesse Moffette e David Alan Basche a interpretare il noto produttore e talent scout John Hammond.