Antonio Piazzolla – Black Sabbath e Ozzy Osbourne (Diarkos Editore 2024)

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Poderoso libro di 300 pagine che parte dai Polka Tulk Blues Band e ci porta al concerto di Birmingham del 5 Luglio che celebra l’ultimo atto di questa famosa galassia rock: ma andranno veramente in pensione? Io ho dei dubbi, anche se la vecchiaia incombe .. Anche nel libro dal foggiano Antonio Piazzolla i dubbi emergono ed il suo lavoro è certosino al punto giusto, omaggiante verso Ozzy con una malcelata frenesia, ma ha il potere di non farsi distrarre da passioni personali: nato nel 1992, Piazzolla insomma pubblica per l’attiva Diarkos qualcosa che è importante, anche se sui Black Sabbath (con o senza Ozzy) molto è stato scritto ed altro uscirà, per sfruttare la macchina mediatica che ci porterà ad una sicura rovente estate! Osteggiati dalla critica ed adorati dai fan, i Black Sabbath hanno resistito ai cambi di formazione, ai danni delle droghe, ai disastri manageriali, al mutare delle mode e sono oggi più (in)attuali che mai, con la loro costante presenza nell’immaginario globale del Terzo Millennio … questo compare nella back cover ed è una fase che ben riassume la loro storia. Un pregio di questo libro è quello sicuramente di non aver dimenticato chi bene ha fatto nella galassia dei Black Sabbath, anche quando Ozzy ha cercato strade sue che hanno portato a capolavori che ora mi rimbombano in testa, a cominciare da Bark at the moon. Ovviamente il nome che vorrei farvi è quello di Ronnie James Dio, singer che è davvero riuscito a farsi rispettare dal popolo dei fans! Ma come ha detto Ozzy Osbourne (frase che è anche riportata nella quarta di copertina) .. Non ci sono porte che non si aprono, non ci sono guerre che non si vincono, non ci sono torti che non si riparano o canzoni che non si possono cantare .. dimostrando così una verve filosofica che non davamo per scontato. Se mi chiedete un punto da cui ulteriormente esaltare questo bel libro, direi senza dubbio il capitolo che inizia a pagina 21: è una disanima culturale sul film italiano che ispirò la band, diretto da Mario Bava ossia I tre volti della paura. Per dargli una maggiore spinta sul mercato internazionale, fu scelto il titolo di Black Sabbath

Tra i tanti episodi citati, Antonio Piazzolla dedica particolare cura a quello raccontato da Tony Iommi in una puntata della serie Icons su Gibson Tv: una notte Bill Ward torna casa ubriaco e si ritrova dipinto d’oro da parte degli altri membri della band e chiamarono il 911 per avere una ambulanza. Al telefono i medici gli dissero intanto di provare a togliergli la vernice e tutti loro si misero sotto per farlo, facendolo però diventare tutto rosso…. e con diverse escoriazioni!