Il loro prog si completa con il conclusivo capitolo di una trilogia: Spiritual Revolution part 3 è un disco che mi ha davvero colpito (come si intuisce dalla mia recensione), incuriosendo anche seguaci di Tolkien e cultori di fantascienza in senso lato. Intervistare perciò David Petrosino è stato un passo che fatto in modo deciso, ma leggero .. con convinzione, ma con spirito soave ..
David Petrosino bentrovato: complimenti per Spiritual Revolution part 3, su cui chiedo di raccontarmi come l’avete concepito… Grazie. Spiritual Revolution part 3 è il terzo capitolo di una trilogia che racconta, attraverso la metafora di una storia di fantascienza, il percorso, le avventure e le riflessioni dei Messaggeri della Rivoluzione Spirituale. Un movimento che punta al ritorno della spiritualità nell’arte e nella vita di tutti i giorni, ed è rivoluzionario perché non prevede nessun accomodamento ma un sovvertimento totale dello status quo.
Per chi non conosce affatto i Sailor Free, vogliamo fornire un biglietto da visita? Siamo sempre stati, dal nascita nel 1991, un gruppo attento a temi politici e sociali. Crediamo che sia una delle funzioni primarie del rock. Siamo stati inseriti nel circuito prog per il nostro modo di concepire il rock in estrema libertà, passando da un genere all’altro e mischiandoli tra loro, un’attitudine tipica del progressive, soprattutto quello anni ‘70. Mi ricordo un incontro con i Sailor Free, poco prima di entrare in studio a Videomusic dove si registrava Segnali di Fumo. Ma è stata Paola Maugeri ad intervistarvi? Sì, era proprio lei negli studi per il live a Milano. Stavamo promuovendo il secondo album The fifth door uscito con un etichetta statunitense. Ricordo un bel live, ci siamo divertiti. Ricordo una cosa in particolare, che ci dette subito la sensazione di come era andata, ricordo che vendemmo 10 copie del cd ai tecnici dello studio.. Cosa il giovane David Petrosino? Quali sono invece gli artisti che ora più ti convincono? Eh, ci sono diversi giovani David: il ventenne, il trentenne, il quarantenne… e poi bisogna decidere quando non lo è più… però tutti sentivano ogni tipo di musica: da Bach ai N.I.N., passando per Peter Gabriel o per i A Perfect Circle. Seconda domanda… ho finito lo spazio… Riverside!
Ritorniamo a Spiritual Revolution part 3: ti hanno convinto le critiche sino ad ora uscite? Cosa invece ti piacerebbe fosse sottolineato? E’ una domanda trabocchetto? Diciamo che, per fortuna, la media di gradimento è alta; ovviamente i metallari vorrebbero più chitarre, i proggaroli più soli, ma in media piace. La nostra è una musica di ricerca, da diversi punti di vista, maggiore è la percezione di questo più sono contento.
Il ritorno della spiritualità: intervista al prog rocker David Petrosino dei Sailor Free
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