Paolo Marrone e Massimo Germini presentano Ad una stella chiederò un passaggio

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Il tempo, come un fiume che segna solchi sulla pelle, è inevitabile. Ma come affermava Franz Kafka, “Chiunque mantenga la capacità di vedere la bellezza non invecchia”. Questa frase si applica perfettamente ai brani di “Ad una stella chiederò un passaggio…”, il nuovo album di Paolo Marrone e Massimo Germini. Dopo l’esperienza con il loro album monografico dedicato a Roberto Vecchioni, i due artisti tornano con una proposta che attraversa sei decadi di musica, riprendendo e reinterpretando otto canzoni che hanno segnato la storia della musica d’autore italiana.

Il nuovo lavoro si presenta come una riflessione sulla “classicità” della canzone d’autore. Non si tratta solo di una raccolta di canzoni, ma di un esperimento musicale che dimostra come il potere evocativo della musica non abbia tempo. Marrone e Germini scelgono di ridare vita a brani che spaziano dal 1963 al 2023, dimostrando che, a prescindere dall’epoca in cui sono stati scritti, la forza emozionale di una buona canzone resta intatta. Da “Il poeta” di Bruno Lauzi, passando per “Quanto forte ti pensavo” di Madame, fino a “Uomo camion” di Paolo Conte, ogni brano ha una sua storia, ma la loro rilettura porta alla luce un linguaggio universale e senza tempo. In questo progetto, la sfida dei due autori è chiara: spogliare ogni canzone degli orpelli e presentarla nella sua essenza più pura, con una struttura semplice ma potente. L’album è, infatti, caratterizzato da una formula minimalista, con la voce di Paolo Marrone accompagnata dalla chitarra classica e dal mandolino di Massimo Germini, che suona anche il canto nei brani “Parigi con le gambe aperte”, “Eppure soffia” e “Il poeta”.

L’album si apre con “Quando sarò vecchio” di Jovanotti, un pezzo del 2011 che, con il suo tema della riflessione sul tempo che passa, si inserisce perfettamente nel concetto di “classicità” che Marrone e Germini vogliono esprimere. La scelta di brani come “Parigi con le gambe aperte” di Gino Paoli, che risale al 1988, o “Uomo camion” di Paolo Conte, del 1979, mostra un percorso che attraversa il cambiamento della musica e della società italiana, ma che non perde mai la sua profondità emotiva. Tra gli altri brani in scaletta, spiccano “Lake Washington Boulevard” dei Pinguini Tattici Nucleari (2019), “En e Xanax” di Samuele Bersani (2013), e “Quanto forte ti pensavo” di Madame (2023), che rappresentano la contemporaneità di un linguaggio che evolve ma non tradisce mai la sua origine. Ogni pezzo viene presentato nella sua essenza più cruda e intima, in una versione che lascia respirare la melodia e il testo. Il percorso che ha portato alla realizzazione dell’album è nato dalla commissione di una nuova versione di “Uomo camion” per il docufilm “Renzo Chiesa, Chiesa Renzo” di Paolo Boriani. Da lì, la coppia ha deciso di fare un passo ulteriore e selezionare una serie di brani di autori e interpreti che hanno lasciato un’impronta significativa nella musica italiana. Ogni brano è stato scelto non solo per la sua importanza storica, ma anche per il suo messaggio universale e per la sua capacità di toccare le corde più intime dell’ascoltatore. La copertina dell’album, che rappresenta visivamente il concetto di bellezza e tempo, è firmata dal celebre fotografo Renzo Chiesa. Le fotografie e il progetto grafico, curato da Roby Manini, accompagnano l’ascolto con immagini evocative che parlano tanto quanto la musica stessa. “Ad una stella chiederò un passaggio…” non è solo un album, ma un invito a riflettere sul valore della musica come linguaggio universale. Paolo Marrone e Massimo Germini ci offrono una nuova visione di canzoni che sono già entrate nella storia, ma che, nelle loro versioni spoglie, trovano nuova vita. L’album sarà disponibile dal 11 aprile per la Self, sia in digitale che in CD, e promette di emozionare chiunque abbia la capacità di sentire la bellezza, come suggeriva Kafka.