Nella vita ha dato voce a tanti e ha prestato la propria per altrettante cose. Elisa Alloro – giornalista e conduttrice televisiva, volto pubblicitario ed editore musicale – esce dalla tana del Bianconiglio e con “Vieni qua”, primo estrapolato dall’album “Only Friends”, apre le danze ad un articolato progetto in studio che coinvolge tutte le persone a lei più care e con le quali, per le quali, ha lavorato negli anni.

“Io scrivo libri, pagine di vita. Raramente canzoni. Interrogo, intervisto, scambio punti di vista, sbaglio. Ma la musica fa parte di ogni piega del tempo e coccola e percuote ogni scelta, anche lessicale”, spiega Elisa Alloro, “Respiro. E in questo scambio a volte celestiale a volte tossico, disegno memorie. Per una volta, ho scelto che fossero alcuni tra i miei più grandi amici a raccontare pezzetti di me, di noi. Che celebrassimo insieme, nella scrittura o nel canto, nella condivisione di una melodia o nella nascita di una sola nota, un pezzetto di cammino comune. Sono nate così una dozzina di canzoni fotografiche, che ci siamo regalati per gridare alla bellezza della vita, dell’amicizia e del sudore. Nessuna ambizione. Nessuna corsa impegnata all’ascolto, nessuna regola; se non quella di aggiungere un sorriso al nostro destino”. “Vieni qua” è la prima che Elisa ha scelto di far uscire e peraltro anche una delle poche concepite nel progetto per non essere in featuring, perché rappresenta concretamente quel raro momento in cui soppesiamo le volontà, abbandoniamo le sovrastrutture e riusciamo a dare priorità a quello che ci fa stare bene: “Prodotta insieme ad uno dei miei storici collaboratori, Mr. Valerio Rizzotti (che non sopporta d’esser chiamato Maestro) – qui anche al pad, alle chitarre e al basso – “Vieni qua” è stata scritta da un mio artista, un grande amico, che ha pensato – probabilmente male – che fossi la persona giusta per vestirla”.

Per l’autore, Emilio Cigliano, questo brano è un’esortazione esasperata a saltare il fosso, ad uscire dal limbo dell’indecisione e dell’incertezza, da una dimensione che non è vita, bensì grigia sopravvivenza: “E’ un mondo in cui sempre meno persone hanno la consapevolezza necessaria per urlare “vieni qua”.Elisa Alloro ce l’ha e lo può urlare. Per questo ho voluto che si unisse al mio grido, cantandolo con la giusta grinta e disperazione”. La copertina, che riprende banalmente la foto di uno dei profili social dell’interprete, vuole volutamente rappresentare quel senso di “community” a cui il progetto si riferisce.
Nella triplicità della sua replica multicolore, riporta anche all’ineffabile volume umano che non sempre riesce a distinguere il personaggio pubblico da quello reale, ma che – per chi la conosce bene – rappresenta nelle sue molteplicità chi è davvero Elisa Alloro nel suo essere, quotidianamente e professionalmente, sé stessa: “perché qui dentro siamo tante”. Un piccolo cameo, poi, come un easter egg in un videogame (mondo a cui Elisa è stata imprescindibilmente legata per una vita) è nascosto come un tatuaggio “ton sur ton” sulla sua spalla: 134, quel numero tatuato anche sul braccio dell’autore del brano (Emilio Cigliano, in arte Divento), che riporta ad una simbiosi cronica tra i due, già in featuring nel brano “Io amo”, contenuto all’interno dell’album “Faccia al vento” e testimone di un’amicizia concreta, che va ben oltre le convenzioni.

Chi è Elisa Alloro? Beve litri di tè, ama i mango, il volo, la velocità, il vento nei capelli. Produttrice, scrittrice, sperimentatrice – pilota per passione e life lover per patrimonio genetico – Elisa Alloro è una giornalista, speaker radiofonica e conduttrice televisiva. Classe 1976, origini fieramente emiliane, è stata protagonista di numerosi programmi televisivi di tecnologia, musica e motori. Coautrice – tra tante – anche di “Basta unire i puntini”, la title track del disco d’esordio di Alberto “caramella” Foà e voce femminile di altre sue canzoni (Quando passa il temporale, Alla fine dei colori, Io resto, La spugna e la stanza); è ai cori di “Tropico del ghiaccio” di Lene e ha scritto – tra gli altri – per Alex Lunati (che ritroviamo al piano della sua “Scritta in cielo”), per il ‘cantattore’ Filippo Rovati e per Nevruz, brani come “Dipende solo da noi” e “Solo tu sai di me” contenuti nell’album “Il mio nome è nessuno”.