Con la produzione artistica di Francesco Forni, il nuovo album di Daniele De Gregori riprende, attualizza e porta nel futuro la migliore tradizione della canzone d’autore italiana: la title track di questo disco (sostenuto da un videoclip davvero incisivo, nella sua semplicità) è un biglietto da visita a cui una volta si sarebbe aggiunto il termine radiofonico, intendo che potrebbe passare su ogni tipo di radio, perché di nemmeno 3 minuti, con un giro di chitarra da paura, un ritornello che picchia nel cervello, prima di passare dal cuore e lasciare dei bei messaggi .. E il coraggio che ci vuole nell’ultimo respiro più profondo / Prima di spiccare il volo e non riuscirsi a bastare .. Quando sto bene sto male .. Sembra una canzonetta, ma invece è la fotografia di questa pandemia subdola che gira per l’Europa e che si può chiamare depressione! E’ un buco profondo in cui molti di noi hanno guardato, perché nei paesi ricchi ci si ammala, , ma non se ne parla abbastanza perché la salute mentale individuale e collettiva è un tabù ancestrale.
Mi piace anche Quadricipiti, perché dipinge (alternando colori pastello a tinte forti) la debolezza, stato mentale (e fisico) di tutti quelli che non riescono ad alzarsi dopo un colpo e sono tanti quelli che restano a terra. Rimango tuttora incuriosito da una canzone come Le morti indolori dei Tamagotchi: è un pamphlet di cosa sono stati gli anni’90, nati nell’edonismo reaganiano, tra Bettino Craxi, la Milano da Bere, Roberto Baggio (che sbaglia il rigore ai campionati di calcio negli States) ed il Drive In. In questo importante disco che è Bolla occidentale c’è anche il tempo per riflettere sui brani nati quindici anni fa, in una età (anagrafica e personale) che sembra assai lontana: è il caso di Qualcuno ha visto la mia vita?, caso tipico della vita di ogni cantautore, perché è un brano eseguito in ogni concerto e per qualche motivo mai registrato. Se qualche fans lo fa presente, è lo stesso artista che rimane spiazzato, dando per scontato che sia su qualche disco ed in modo ufficiale: ne parlavo qualche anno fa con Steven Lento (conosciuto nel rockbiz come Steven Van Zandt, Miami Steve e soprattutto Little Steven) ed eravamo arrivati alla riflessione (a tratti filosofica) che gli artisti iperattivi riescono a dimenticare per strada alcune loro composizioni, anche perché ormai ritengono che siano di dominio pubblico. Ma abbiamo citato episodi in cui l’artista che la esegue, pensa addirittura sia stata scritta da altro compositore .. e per certi versi è così, perché burocraticamente l’autore è lui, ma in un momento diverso e quindi magari nei panni che non veste più!
Tracklist di questo disco: Bolla occidentale, Quadricipiti, Hanami, Enzo e Rocky, Le morti indolori dei Tamagotchi, Poitiers, Qualcuno ha visto la mia vita?, Marta (parla coi suoi capelli), Ecco e signorsì, Semi rari, Daniele va a scuola.
Daniele De Gregori – Bolla occidentale (Maremmano Records 031)
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