Oltre un buon ventennio fa con la band dei Parula aveva conquistato i palchi live della Campania e dei festival nazionali più importanti, approdando anche in prima serata su Mediaset e in Rai. Premi e riconoscimenti non bastarono a tenere la band in piedi. Luca Parula continuò a comporre ma in forma strettamente privata, dedicandosi soprattutto alla famiglia. Dal 18 aprile è sulle piattaforme digitali il nuovo singolo Mi fido col quale inaugura un percorso solista che sta raccogliendo positivi consensi.

Parlaci subito di Mi fido…
E’ un singolo che ben descrive la mia nuova fase personale e musicale. In oltre vent’anni è cambiato il mondo e non soltanto la musica o la discografia. L’etichetta Soter ha creduto in me sin da quando ha scelto di distribuire nei digital store l’unico album dei Parula Umana del 2000. Negli anni siamo rimasti in contatto e quando ho presentato la demo di Mi fido abbiamo capito che era il pezzo giusto per riprendere un cammino interrotto. Il brano è stato affidato a Skioffi per arrangiamento e produzione, un noto e dirompente rapper che ha lavorato già con Achille Lauro, Gemitaiz, Rancore, Nayt, ma che ha saputo dare al pezzo un’anima acustica, suonata, contrariamente ai suoni campionati che imperano attualmente.
Non temi di risultare anacronistico in un mercato che impone determinate produzioni gradite alla massa?
E’ una sfida piacevole: non ho bisogno di mettermi in competizione con giovanissimi che assecondano la richiesta di mercato attuale. Ho il mio mondo musicale e la mia evoluzione è naturale in base a quanto vissuto sin dai miei esordi. Da ragazzino ho fondato e suonato in varie band, passando per il rock, per le ballad e il cantautorato, sempre con pezzi inediti fino ad inventare un etno-pop coi Parula che conquistò tantissimo pubblico seppur strettamente campano. Eravamo alla fine degli anni novanta e fino ai primi anni del Duemila eravamo molto richiesti: il nostro cd Umana vendette circa cinquemila copie, soltanto attraverso i live ed il passaparola, oggi una cifra impensabile per chi si affida persino ad una capillare distribuzione fisica.

Quindi ti senti motivato a produrre musica nuova?
Onestamente sì. Ho riscoperto il piacere di comporre. Ho in serbo tanti pezzi nuovi ma anche tanti brani rimasti ingiustamente nel cassetto. Li riprenderò man mano. E chissà non nasca anche la possibilità di pubblicare un album da solista.
Pensi sia facile indirizzare oggi la tua musica?
Assolutamente no ma evidenzio un sottile ed importante aspetto: ho sempre cercato di lavorare in qualità e tutti i miei pezzi sono caratterizzati da una spiccata linea melodica che aiuta a conquistare attenzione sin dai primi ascolti . Seguo questa scia anche sulla nuova produzione. Mi viene naturale. Oggi i social hanno sostituito un po’ tutto e sto avvertendo un’accoglienza molto amichevole e partecipe. Un singolo soltanto non basta come banalmente una rondine non fa primavera, ma presentare brani nuovi a breve in uscita, rafforzerà la mia identità verso chi mi scopre soltanto ora e verso chi ha conosciuto la mia musica qualche lustro fa.

Luca Parula e Raffaele Presutto in reunion Parula, al Mia Martini Festival 2019 con Serena Rossi
A proposito di natura, Parula era la campagna fertile lavorata dai contadini: dalla band veniva fuori una musica radicale ed etnica. Anche il nuovo pezzo è ambientato in spazi naturalistici nel quale raccontare emozioni di vita.
Confermo: musica e natura non tradiscono mai. Mi Fido è nata nella notte di San Lorenzo, in una mite e solitaria sera d’estate. Tutto ciò è evidente in ogni nota e parola del pezzo: questo è almeno quanto accertano anche gli ascoltatori che si stanno affezionando alla canzone.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Per metà giugno sarà pubblicato un mio nuovo brano, molto ritmico e solo apparentemente leggero. Ci saranno anche dei brani metà in italiano e metà in napoletano, in affettuoso richiamo alla produzione dei Parula. Poi mi metterò in gioco gareggiando in qualche concorso ed esibendomi in qualche concerto.

Chi saranno i musicisti che ti accompagneranno sul palco?
Non mancherà di certo l’amico Raffaele Presutto che da sempre mi affianca in ogni progetto, sin dai tempi dei Parula. Raffaele è un ottimo musicista e chitarrista, molto preparato anche sull’evoluzione dei suoni ed è anche la mia seconda voce. Mi piacerebbe poi avere sul palco giovani musicisti che sto già reclutando e confrontarmi con essi: mi piace osservarli, dialogarci, si impara tanto da loro per la velocità dei tempi moderni a cui sono sottoposti. Anche i miei figli fanno parte della Generazione Z e nonostante non facciano musica, faccio tesoro anche delle loro osservazioni.
