Il 28enne Sacrane (vero nome Stefano Pellegrino) ha pubblicato Venerdì 25 Aprile 2025 il nuovo singolo Black Flower: la data non è stata scelta a caso, perché il brano è infatti un vero e proprio manifesto di liberazione, indipendenza e rinascita ..
Stefano Pellegrino bentrovato e complimenti per il tuo lavoro come Sacrane: non ti sembra riduttivo essere definito un artista pop/dance con influenze rock ed elementi sperimentali? Ti ringrazio molto, è sempre un piacere sentire che il mio lavoro arriva e lascia qualcosa. Non trovo affatto riduttiva questa definizione: la mia scrittura ha sempre un’anima pop, è il linguaggio che scelgo per comunicare, per arrivare dritto al cuore. Ma dentro quella struttura ci sono pulsazioni dance, scosse rock e una spinta costante verso la sperimentazione. Non mi interessa incasellarmi. L’ibridazione è un riflesso di ciò che sono: un artista pop, sì, ma con lo spirito libero di chi non ha paura di mescolare, di creare nuove forme, anche se non sempre “catalogabili”. Il punto per me è comunicare qualcosa di vero — e per farlo, a volte serve uscire dai confini comodi.
Scherzi a parte, Black Flower lascia immaginare l’arrivo di qualcosa di importante: cosa ci puoi anticipare? Black Flower è la porta d’ingresso in un nuovo mondo. È la mia rinascita artistica e personale. Segna la fine di un capitolo e l’inizio di qualcosa di profondamente diverso, ma che ha comunque imparato molto dal passato. Quest’estate annuncerò ufficialmente il mio nuovo progetto, che arriverà subito dopo, e sarà un lavoro in cui ho riversato tutto ciò che sono oggi, con la voglia di andare ancora più a fondo. Alcuni frammenti di questo nuovo viaggio li ho già lasciati trapelare, ma il cuore di quello che sta per arrivare è ancora nascosto e sarà molto divertente rivelarlo. Posso solo dire che arriverà il momento in cui mi spoglierò completamente di ciò che è stato, per urlare con tutta la mia forza ciò che sono diventato. Ho sentito il bisogno di lasciare spazio a emozioni forti, anche scomode. Non sarà solo un altro progetto, ma un atto di verità.
Quel fiore nero nasce sicuramente dalla malinconia, ma anche da altri desideri, tormenti, estasi, sogni… È vero, Black Flower è figlio di tante emozioni stratificate. C’è malinconia, certo, soprattutto verso il desiderio che alcune cose della vita fossero andate in modo diverso. Ma non mi interessa indulgere nella nostalgia. Quel fiore nero per me è un simbolo di resistenza. È il segno che anche nel buio può nascere qualcosa di bello, forte, imperfetto eppure luminoso. È la mia voce che cambia, che si fa più consapevole. È l’atto di rialzarsi con tutta la rabbia e la bellezza che comporta. È una promessa che faccio a me stesso: che d’ora in poi parlerò solo con la mia voce, senza paura.
Sono curioso di sapere cosa ascoltava Stefano da giovane e cosa invece ora lo convince di più: sei un frequentatore di concerti live? Assolutamente sì, amo i concerti. L’energia del live è qualcosa di unico, e sogno spesso il momento in cui sarò io su quel palco a restituire quell’adrenalina che ho sempre assorbito dal pubblico. Uno dei momenti più intensi della mia vita è stato vedere Marco Mengoni dal vivo .. ero estremamente commosso. È grazie a lui che ho iniziato a cantare. Crescendo ho ascoltato davvero di tutto: da Lucio Battisti ai musical che mio padre mi faceva scoprire, fino all’esplosione adolescenziale del rock-pop più viscerale. Oggi mi ispirano e ammiro soprattutto voci femminili forti, coraggiose, iconiche: artiste che trasformano la vulnerabilità in potenza. In loro trovo casa, forza, e un esempio di libertà espressiva che cerco anche nel mio percorso.
Se non erro per il precedente album, hai pubblicato anche quattro videoclip: per Black Flower il videoclip è semplicemente comunicativo a palla … da qui la mia domanda sul tuo personale rapporto con i mezzi di promozione di un progetto discografico .. Per me il videoclip non è uno strumento accessorio, è parte integrante della narrazione. È un piccolo film, un’estensione visiva della musica, in cui i simboli, gli oggetti, le scenografie costruiscono un linguaggio parallelo fatto di metafore. Non cerco mai di spiegare troppo una canzone, ma di farla sentire anche con gli occhi. Il mio rapporto con la promozione è molto legato a questo: ogni copertina, ogni foto, ogni contenuto nasce da un pensiero creativo preciso. Mi interessa creare connessioni profonde, portare chi ascolta dentro il mio mondo senza mai forzare una spiegazione univoca (che può essere per me un’esperienza specifica o un trauma vissuto). Preferisco lasciare spazi di interpretazione, perché la musica più potente è quella in cui ognuno ritrova qualcosa di sé ..
Chi è Sacrane? L’abbiamo intervistato, ora che è pronto ad urlare con tutta la sua forza ciò che è diventato
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