La Classe Dirigente – Termini per una resa (Vrec, 2025)

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Un album che sorprende. Un album maturo che brucia in profondità. Proprio come in profondità penetrano le parole di queste dieci tracce, che documentano un momento di brillante ispirazione per l’esordio de La Classe Dirigente, band di Catania, prima conosciuta come Nadiè, attiva dal 2005. A stupire non sono solo le splendide melodie di tutti e ripeto tutti i pezzi, costruiti con solide idee, spesso con l’aiuto di una sezione orchestrale, che però non appesantisce l’insieme, ma gli conferisce solo un tocco di malinconica poesia, ma anche i testi, che vanno ascoltati con attenzione parola per parola. Sin dall’iniziale “Pronti inconsistenza via” si comprende che il quartetto siciliano, ci accompagna in un viaggio intriso di emozioni e riflessioni. Ascoltando la poetica “Conosci te stesso”, l’euforia moderata di “Il tuo mondo 20X20”, il pop indie di “Salutarsi” e “Conosco bene il karate”, il romanticismo “Di lunedì”, il senso di smarrimento di “Mai abbastanza”, si percepisce un senso lirico, che ci porta ad un tempo dove le parole nella musica avevano un peso specifico importante, condivise con il piacere dell’ascolto. Chiudo citando “L’ultima lezione”, un enorme manifesto del cinismo che ci circonda ed è forse il brano più potente dell’album e “Francesco ha abbandonato”, con uno splendido crescendo emotivo, supportato dagli archi. I riferimenti de La Classe Dirigente non sono scontati, citiamo infatti Wilco, Mercury Rev, The Flaming Lips, Eels e persino gli Swans, mentre per rimanere in Italia direi Niccolò Fabi, Baustelle, alcune stagioni di Franco Battiato e Lucio Dalla. Quando rock e poesia trovano un punto in comune, arrivano i dieci pezzi di questo esordio.

Prodotto da Toni Carbone, purtroppo scomparso prima della fine delle registrazioni, “Termini per un resa” è un grande album di rock italiano dalla verve cantautorale che, pur con un’espressione stilistica diversa, raccoglie l’eredità della scuola catanese con in testa i Denovo di Mario Venuti e Luca Madonia, Uzeda e i Flor de Mal e si proietta in tutta la penisola. Trascurandolo vi priverete di pura emozione, questo è un grande album, che deve raggiungere più ascoltatori possibile. Sono certo che a fine anno avrà uno spazio di rilievo nella mia personale classifica.