Giulia Fabbri incanta il Sistina sulle note di ‘Memory’: “Grizabella è iconica esattamente quanto CATS”

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Dall’8 al 18 maggio, al Sistina di Roma, è tornato CATS, la versione italiana targata Massimo Romeo Piparo – su licenza esclusiva The Really Useful Group di Londra – del titolo che ha cambiato la storia del musical mondiale. A vestire i panni della protagonista Grizabella, la gatta-glamour che sulle note dell’intramontabile e struggente “Memory” riflette sulla propria solitudine ripensando alla felicità della giovinezza perduta ed afferma il proprio desiderio e la speranza di ricominciare una nuova vita, è stata Giulia Fabbri. Per la performer forlivese, già interprete della signorina Dolcemiele nella prima nazionale di sempre di Matilda il Musical tra il 2023 e il 2024, è stato un ritorno in grande stile sul palcoscenico dello storico teatro romano.    

Lorenzo D’Ilario e Giulia Fabbri durante le prove di CATS

Un’irresistibile colonia di gatti umanizzati che cantano e ballano sulle rovine della Città Eterna – per la prima volta al mondo la storica società di Andrew Lloyd Webber ha concesso all’illuminato regista e direttore artistico del Sistina di ambientare la narrazione nella Capitale e, precisamente, in un’ipotetica e futuristica discarica di opere d’arte e reperti archeologici con il Colosseo sullo sfondo – in una magica atmosfera scandita da fantasia, dramma, romanticismo e grande musica. Questo e molto altro ha rappresentato CATS, le cui scenografie spettacolari e coreografie mozzafiato sono state impreziosite dall’orchestra dal vivo diretta dal Maestro Emanuele Friello, che si è formato proprio all’interno dell’orchestra originale del musical nel West End londinese. Ci siamo addentrati nel trionfo di miagolii, nasi neri, baffi, lunghe code e zampe felpate per intervistare Giulia Fabbri, che ci ha portato dietro le quinte del celebre personaggio di Grizabella.

La locandina di CATS

Dopo i primi passi nel mondo della danza sei passata al teatro musicale. Come è nata questa passione? “Una sera, mentre ero a casa di un’amica davanti alla tv, sono rimasta folgorata da ‘West Side Story’. Non sapevo di cosa si trattasse ma l’ho trovato meraviglioso. Ho pensato che avrei dovuto subito imparare a schioccare le dita perché non ero ancora capace a farlo ed un giorno avrei dovuto saperlo fare per ottenere una parte in quel musical. Insomma, è stato veramente un colpo di fulmine e così ho scoperto l’esistenza del teatro musicale”. E poi? “Avevo circa 16 anni ma da quel momento non ho perso tempo. Sono cresciuta a Forlì e ho cercato quali accademie ci fossero nei dintorni. Appena ho scoperto che a Bologna ci fosse la Bernstein School of Musical Theater non ci ho pensato un attimo. Ho tentato l’audizione, sono stata ammessa e dopo tanto studio ho iniziato la mia carriera da performer”. Dopo tante esperienze di successo, tra cui ‘Mary Poppins’, sei arrivata al Sistina. Quali sensazioni ti trasmette questo palcoscenico? “Davvero uniche. Sempre ai tempi del liceo, in occasione di una gita scolastica a Roma, ho scattato una foto davanti al Sistina perché mi avevano detto che fosse uno dei teatri più importanti d’Italia e al mondo. All’epoca mi sembrava irraggiungibile e, se ripenso a tutta la strada che ho percorso, provo un’emozione grandissima. Specialmente quando realizzo che su questo palco si è esibito Gigi Proietti, tanto per dirne uno, mi sento veramente onorata di essere qui”. Come descriveresti il musical ‘CATS’? “Posso risponderti con un aggettivo?”. Prego. “I-C-O-N-I-C-O”. Addirittura? “Assolutamente. CATS è lo spettacolo più rappresentato al mondo, ha scritto la storia del teatro musicale e, non a caso, è uno dei primi titoli che ci vengono in mente se pensiamo ai musical di Broadway”. Come ti spieghi questo successo? “A mio avviso, il suo punto di forza è il fatto di essere stato creato con un proprio linguaggio, sia visivo che fisico, che lo contraddistingue rispetto a qualsiasi altro musical. Ad esempio, lo spettatore non vede attori che interpretano la parte di un gatto ma crede davvero di essere circondato da gatti. Sei emozionata nell’interpretare il ruolo di Grizabella? “Ho letteralmente i brividi. Il ruolo di Grizabella è iconico esattamente quanto CATS. Ma, soprattutto, non è una parte per niente facile. Il personaggio di Grizabella, infatti, trascorre tanto tempo dietro le quinte per poi entrare in scena all’improvviso e dover dare subito il mille per mille perché tutti si aspettano che canterai alla perfezione ‘Memory’. Non c’è possibilità di appello perché il successo del personaggio risiede tutto nell’esecuzione della canzone. Dal punto di vista fisico ci si stanca di meno ma da quello mentale si spendono davvero tante energie”. Hai qualche segreto per ingannare l’attesa e prepararti al meglio? “Mentre aspetto che arrivi il mio turno cerco di entrare a poco a poco nel personaggio trovando un buchino dietro le quinte per seguire lo spettacolo ed osservare gli altri ragazzi. Sono tutti bravissimi e non è un caso perché CATS richiede una preparazione a 360 gradi sia da parte dei performer che dei ballerini. È un musical davvero impegnativo dal punto di vista della danza e del canto”.

Grizabella/Giulia Fabbri (foto di Simone Ragozzino)

Cosa si prova a cantare ‘Memory’? “È una grande emozione e, allo stesso tempo, un grande privilegio. Devo ammettere che mi sento anche molto diva: il corpo di ballo si fa in quattro per tutto lo spettacolo e poi arrivo io, canto e mi prendo tutti gli applausi! Scherzi a parte, è una di quelle canzoni che ti rimangono in testa per tutta la vita e cantarla è davvero fantastica. Per non parlare dell’esibizione in sé. Esibirsi sulle note di questa canzone è veramente speciale. Entri in scena e tutt’a un tratto si crea questo momento di estrema sospensione in cui gli occhi di tutto il teatro piombano soltanto su di te. Tornando alla musica, ho cercato di trovare la mia chiave e di cucirmi addosso il brano. Senza alcuna presunzione, ovviamente, ma cercando soltanto di interpretarlo al meglio per quella che è la mia voce”. Facendo un passo indietro, lo scorso anno hai debuttato al Sistina in ‘Matilda’. Potresti introdurci anche questo musical ed il personaggio della signorina Dolcemiele? “Il musical ‘Matilda’ è davvero un piccolo gioiello. Il testo è meraviglioso e trasmette un messaggio bellissimo. Potremmo dire che è la rivincita di un piccolissimo Davide contro il gigante Golia. È uno spettacolo di una delicatezza e di una poesia veramente uniche e tutto questo è impreziosito dalla presenza in scena di tanti bambini, che sono i veri protagonista della storia. La signorina Dolcemiele mi ha fatto piangere ed emozionare tutte le sere. È un personaggio molto delicato, con un bel percorso all’interno della storia. Mi sono divertita tantissimo ad interpretarla. Inoltre è stato bellissimo recitare insieme a Giulia Chiovelli, che all’età di 11 anni ha tirato fuori una performance pazzesca e credo proprio che il futuro del teatro musicale italiano non glielo tolga nessuno”. A proposito, quali sono i tuoi progetti per il futuro? “È tempo di audizioni, incrociamo le dita. Dopo CATS spero di tornare presto sul palco con un bel progetto e di continuare ad insegnare tanto”. Ti piace l’insegnamento? “Da morire. Ho iniziato tanti anni fa ma più passa il tempo e più fa parte della mia vita. Mi piace molto insegnare perché riesco a ricaricare le batterie quando ho a che fare con ragazze e ragazzi che sognano di fare questo mestiere. Mi rivedo pienamente nella purezza dei loro sogni e nella loro passione. L’insegnamento è uno scambio di energie reciproco e, pur essendo di base a Milano, mi consente di visitare tante realtà diverse in tutta Italia”.