Interessante il nuovo progetto di questo artista che vive a Sassari: la voce, primo strumento dell’autore, è la protagonista dell’intero lavoro, difficile pensare ed immaginare che il cantante di questo disco sia sempre lo stesso. Manuel Attanasio scrive i testi e le musiche e suona interamente il disco, cantando e armonizzando i cori. Le chiama terre e non tracce, ogni pezzo è una terra visitata, una Terra in cui l’autore è nato. Sottolinea il nostro fondatore Giancarlo Passarella .. Guardavo proprio stamani il videoclip del brano Darkness (realizzato da Alessandra Mura e Alessandro Spanu), riflettendo sulle parole che sono state usate per entrare in questa canzone: nel profondissimo oscuro che arriva dalla sola voce, un mondo sotterraneo, uno scontro fisico con ciò che ci fa più paura. Una terra nordeuropea, quella dei rave, dell’esoterismo, ammaliante e tentatrice .. L’intero progetto si basa su nove tracce, nove mondi sonori, un’unica voce. Un viaggio surreale fuori dal tempo. Il tempo, lo spazio e la loro lenta erosione raccontate in dieci brani con lingue e sonorità provenienti da mondi lontani tra loro, ma è la fine del disco che ci esporrà l’algoritmo che li unisce come in una rete invisibile.
Si intitola Opodiptera (tratto da Opodiphthera eucalypti, nome scientifico della falena .. parabatula in sassarese), una metafora che l’autore utilizza per identificare un insetto da sempre legato alla mitologia, alle leggende della storia sarda soprattutto, un insetto che cerca la luce, una benedizione averlo sulla pelle, o vicino. Una rinascita, la fine di una trasformazione, un’apoteosi della bellezza. L’amore nelle sue molteplici visioni è il fulcro dell’intero disco, un lutto, un funerale, una corsa disperata nella notte, un testamento, un sogno, un ricordo, una illuminazione, una pausa.
Opodiptera di Manuel Attanasio, un viaggio surreale fuori dal tempo
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