Il rapporto tra arte, suono e paesaggio: intervista a Lara Conte, fulcro del progetto Suonare La Città ..

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Il percorso di ricerca accademica ASE Art Sound Environment e la mappatura degli interventi artistici ambientali e sonori realizzati sul territorio italiano: appuntamento al Teatro Palladium per l’evento Suonare la città – Il paesaggio urbano come partitura collettiva. Ricordo che ASE – Art Sound Environment: Towards a New Ecology of Landscape è un Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN 2022 PNR) al quale contribuiscono l’Università di Bologna (capofila), l’Università Roma Tre e il Conservatorio Braga di Teramo.
Lara Conte foto dell’Università Roma Tre
Suonare la città riprende idealmente l’azione di Giuseppe Chiari del 1969: cosa significa oggi, nel 2025, restituire una città alla sua dimensione sonora? Una delle prime e memorabili elaborazioni di Suonare la città coincise con la rassegna Campo Urbano, a Como nel 1969, quando venne coinvolta la cittadinanza che scese per strada con strumenti improvvisati (pentole, sonagli, attrezzi vari) e invase giocosamente le strade del centro storico comasco producendo un concerto attraverso un’irriverente appropriazione dello spazio pubblico. Da allora molte ricerche si sono succedute, sottolineando quanto la dimensione acustica sia un aspetto fondamentale dell’esperienza e della comprensione dello spazio urbano: aggiungendo al rumore di fondo delle nostre città suoni più o meno raffinati e/o spontanei, predisponendo all’ascolto selettivo, evocando le trasformazioni del paesaggio sonoro corrispondenti all’evoluzione della composizione sociale, politica e culturale delle comunità. Ci siamo pertanto chiesti che dimensione possa assumere oggi una riproposizione di Suonare la città e l’idea è stata quella di spostare la riflessione dalla produzione del suono alle forme dell’ascolto. Ascoltare la città è un atto di cura che permette di ribaltare stereotipi e rapporti di forza dominanti. Il coinvolgimento di artisti e artiste che a vario modo lavorano sul suono fornisce nuove prospettive per sensibilizzare in una maniera sempre più incisiva le comunità alle questioni ecologiche e ambientali, alle problematiche relative all’identità del paesaggio naturale e antropizzato.
Alvin Curran fotografato da Nigel Helyer
Il progetto si inserisce all’interno di un percorso di ricerca accademica come ASE – Art Sound Environment. In che modo il suono può diventare uno strumento critico per leggere e ripensare il paesaggio urbano contemporaneo? Il nostro progetto PRIN PNRR ASE – Art Sound Environment: Towards a New Ecology of Landscape si propone di analizzare il rapporto tra arte, suono e paesaggio nelle ricerche artistiche italiane dagli anni Sessanta a oggi, con particolare attenzione agli interventi processuali, installativi e partecipativi, realizzati all’aperto, sovente in luoghi decentrati, periferici e marginali della penisola. Queste pratiche sollecitano simultaneamente più canali sensoriali: non solo la vista, ma anche il tatto e l’udito, dando vita ad esperienze corporali totali, sinestetiche e immersive, capaci di sensibilizzare in una maniera sempre più incisiva i fruitori e le comunità alle questioni ecologiche e ambientali, alle problematiche relative all’identità del paesaggio naturale e antropizzato. Si tratta di interventi sovente effimeri, legati alla temporaneità della singola mostra, ai processi del divenire della natura, alla precarietà, residualità e biodegradabilità dei materiali impiegati, che necessitano pertanto di specifiche modalità di studio e di catalogazione per trasmettere al futuro la loro conoscenza e quindi per ampliarla in una prospettiva di ricezione transdisciplinare che tenga conto delle pratiche della cura, dell’ecologia dell’ascolto, della marginalità come valore culturale e creativo. In questa prospettiva di analisi e di ricerca la contaminazione linguistica apre nuovi spazi interstiziali, nuove prospettive di indagine e di storicizzazione non lineari che smuovono il canone della “grande narrazione” della storia dell’arte, progressista, centrale, dominante. A partire da queste considerazioni nell’ambito del progetto di ricerca stiamo realizzando una mappatura degli interventi artistici ambientali e sonori realizzati sul territorio italiano: un archivio multimediale che raduna materiali documentativi (testuali, visivi e sonori) relativi a questi interventi.
Alvin Curran fotografato da Angela Caitlin
La giornata del 5 Giugno alla Garbatella mette in dialogo performance, ascolto e partecipazione. Quanto è importante, in un progetto del genere, il coinvolgimento diretto delle persone e più in generale dello spazio pubblico? Negli anni Sessanta e Settanta la partecipazione era una parola d’ordine dirompente, che convergeva verso la messa in discussione di gerarchie culturali e di potere. Oggi essa ha assunto un valore completamente diverso, anche grazie alla pervasività della rete e della comunicazione di massa: questo è uno dei motivi per cui non ci sembra aver più molto senso ripetere la dimensione spontanea e assembleare di Suonare la città oggi, ma abbiamo preferito puntare invece sulla rivalutazione dell’ascolto come premessa per una partecipazione che sia effettivamente tale, che possa basarsi sul dialogo e sulla reciprocità.