“Piacere, acquachiara”: alla scoperta della cantautrice romana vincitrice del Premio Nuovo Imaie

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Proprio come il titolo delle sue canzoni, acquachiara, nome d’arte di Chiara Bevilacqua, si scrive con la lettera iniziale minuscola. Classe 1999, ancor prima di pubblicare il suo primo vero album la giovane cantautrice romana – cresciuta nel quartiere Africano ma di casa ovunque le venga concesso di “alzare un po’ la voce” o, più semplicemente, di cantare – si è già affermata a livello nazionale con importanti riconoscimenti ottenuti e palcoscenici calcati. 

acquachiara nel videoclip del singolo ‘come si fa’

Dopo tanti anni passati a chiedersi come si fa e soprattutto ad autoconvincersi di non saper fare questo e neanche quello, acquachiara ha deciso di fare musica per poi tornare comunque a chiedersi come si fa. Oggi però se lo chiede: a) sulle note di quello che considera il suo primo vero singolo (‘come si fa‘), con cui ha aperto il concerto dell’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto 2025; b) con 10mila euro in tasca per realizzare il suo primo tour estivo finanziato grazie alla vittoria del premio Nuovo Imaie nel Music for Change 2024, il più importante contest musicale dedicato a tematiche sociali e civili; c) dopo essersi esibita a Casa Sanremo sul ‘main stage’ durante la settimana del Festival; d) dopo essere stata selezionata da Billboard Italia, in collaborazione con La Crème Records, tra i migliori dieci talenti protagonisti di una compilation. Nella nostra intervista, dove ha abbandonato la sua immancabile t-shirt bianca perché ha deciso di anticiparci l’uscita di ‘falene’ nella giornata più uggiosa (ogni riferimento a Lucio Battisti non è puramente casuale e lo stesso vale per il suo nome d’arte) di questa primavera , acquachiara si è raccontata con tanta voglia di mettersi a nudo senza spogliarsi.    

acquachiara con Lorenzo D’Ilario nel cuore del quartiere Africano

Quali sono stati i tuoi esordi musicali?Studio musica dall’età di 5 anni. Dal pianoforte al basso elettrico, passando per la chitarra, ho sempre suonato ma non avevo mai scritto né cantato. Credevo proprio di non essere capace a scrivere, tanto che ho scritto la mia prima canzone soltanto quando avevo 12 anni. Circa dieci anni dopo ho iniziato a cantare, che per me significa parlare ad alta voce. Con il canto è stato un colpo di fulmine e, da perfezionista e procrastinatrice quale sono, ci ho messo un po’ di tempo per capire come muovermi. A dire il vero, mi sono buttata alla cieca, facendo uscire cinque singoli da indipendente tra novembre 2022 e luglio 2023. Più che un esordio sono stati mesi di improvvisazione, senza neanche troppe aspettative. Ho caricato i pezzi su DistroKid dopo aver chiesto ad una mia amica di realizzare le copertine”. E come è andata?Decisamente meglio di quanto mi aspettassi. Non pensavo che sarebbero piaciuti così tanto. Così ho preso coraggio e l’anno successivo ho fatto uscire altri quattro pezzi: ‘ottantesimo minuto’ nel settembre 2024 e, due mesi dopo, un mini EP di due singoli dal titolo ‘perdersi e poi ritrovarsi ancora’ e ‘piacere, Sofia’, una canzone che fa da spartiacque tra i miei inizi caotici e confusionari ed un progetto musicale più definito e lineare”. Procediamo con ordine. Ci parleresti di ‘ottantesimo minuto’?Si tratta di un pezzo totalmente slegato dagli altri ma al quale sono molto affezionata. Durante l’estate ho partecipato ad un contest organizzato dall’etichetta discografica La Crème Records in collaborazione con Billboard Italia. Sono risultata tra i dieci artisti vincitori e lo scorso settembre è uscita la compilation del contest con all’interno ‘ottantesimo minuto’. È una canzone sulle mie disavventure sentimentali e, precisamente, su un amore che non è ancora finito perché è tenuto a galla dalla speranza di poterlo recuperare. Il titolo nasce dal fatto che fino al fischio finale c’è sempre tempo per crederci e mi sentivo come i tifosi della Curva Sud quando la Roma stava perdendo all’ottantesimo. Sono una grande tifosa giallorossa!”. Da quali canzoni è composto, invece, il mini EP?Si tratta di due singoli complementari: in ‘sempre amore’ continuo a parlare della fine di una storia d’amore, mentre ‘Perché no’ è una cover di Lucio Battisti sull’inizio di una storia d’amore che sta nascendo. Questo mini EP è una parentesi acustica con cui ho voluto recuperare il mood dei miei inizi. Basti pensare che il mio primo pezzo in assoluto, ‘come hai fatto tu’, è un piano in voce registrato nella mia cameretta”.

acquachiara con la sua immancabile t-shirt bianca

Eccoci dunque a ‘piacere, Sofia’. Chi è Sofia?È una ragazza che ho conosciuto veramente mentre lavoravo come operatrice in un soggiorno estivo organizzato dalla ASL per giovani con disabilità. Ho deciso di dedicarle una canzone sul tema della disabilità nell’ambito di un altro contest che ho vinto lo scorso anno”. Quale sarebbe questo contest?Con ‘piacere, Sofia’ mi sono aggiudicata il premio Nuovo Imaie, il riconoscimento principale della quindicesima edizione di Music for Change, contest organizzato in Calabria dall’associazione ‘Musica contro le mafie’, dove sono i giudici a scegliere le tematiche su cui far scrivere i partecipanti. Il tema che mi era stato assegnato e su cui ho scritto la canzone era ‘Disuguaglianze e marginalità sociale’. Così è nato questo singolo sulla sensazione di solitudine che deriva dall’impressione di non riuscire ad andare a passo con il mondo, di non sentirsi visti da una società che tende sempre di più all’individualismo e alla disattenzione verso il prossimo. È una canzone di speranza: di essere accolti, di non essere più lasciati indietro, di essere amati”. Cosa ti ha lasciato questa esperienza? Prima di tutto per me è stata una vittoria anche soltanto essere riuscita a scrivere un pezzo perché solitamente le mie canzoni nascono da un’urgenza comunicativa interiore e non avevo mai scritto su commissione. Per la prima volta, invece, non ho parlato di disavventure sentimentali, dolori, speranze e sogni personali ma ho dovuto scrivere di una tematica che, pur riguardando la vita di qualsiasi cittadino, in quel momento provenisse dall’esterno. Premesso questo, è stata un’esperienza magnifica, dove il successo finale è soltanto la ciliegina sulla torta. Ho stretto legami importanti con tutti gli altri partecipanti ed è stato meraviglioso esibirmi al Teatro Rendano di Cosenza strapieno di studentesse e studenti”.

acquachiara sul palco del Mood Summer

Quest’anno, invece, hai già pubblicato due singoli: ‘come si fa’ e ‘falene’. Di cosa parla il primo?Considero ‘come si fa’ il mio primo vero singolo. Questa canzone vuole sottolineare, con ironia e leggerezza, come nel mondo di oggi sia sempre molto complicato capire quale sia la cosa giusta da fare, come presentarsi, come comportarsi per arrivare prima o far funzionare una storia d’amore, e via dicendo. Anche nel trailer, che ho girato interamente pellicola a Tarquinia nella campagna dell’Alto Lazio giocando sulla consapevolezza di non sapere come si fanno tante cose della nostra quotidianità, ho cercato di riprodurre l’aria un po’ sognante e, se vogliamo, più vera e sincera di chi cerca disperatamente di capire come funzioni il mondo. Inoltre, porterò sempre con me le emozioni del mio primo ‘release party’, una piccola festa privata dove tanti amici e persone care hanno ascoltato il mio nuovo pezzo in acustico ed assistito al mio mini concerto dopo aver girato varie postazioni”.In che senso? Ho allestito tanti stand a casa di mia nonna, in ciascuno dei quali ho dato la possibilità a tutti gli invitati di imparare a fare cose nuove: origami, braccialetti, collane, portachiavi, magliette. D’altronde ‘come si fa’ non è soltanto una canzone in cui tra gioia e rassegnazione mi chiedo in quale direzione stia andando la mia storia d’amore ma la domanda è molto più ampia: quante cose non sappiamo fare nella vita!”. E ‘falene’ come si inserisce in questo contesto?È sicuramente un pezzo più ‘strong’ e ‘aggressive’ perché è come se avessi trovato una risposta a ‘come si fa’ ad emergere in un mercato ipersaturo come quello musicale. Mi sono risposta che per emergere forse dovrei provare ad alzare la voce, a farmi sentire un po’ di più. Così è nato questo pezzo più estivo, più spinto, per non dire proprio liberatorio, con il quale cerco di uscire dalla mia zona di comfort dove ero solita cantare in maniera più intima e delicata. Questo, ovviamente, non significa che manchi l’intimità: la canzone parla esclusivamente di me, di come mi sento, della mia fragilità ed è un tentativo di scrollarmi di dosso le mie paure”. Di recente hai avuto l’onore di aprire a Taranto il concerto dell’Uno Maggio Libero e Pensante. Quali emozioni hai provato?È stata un’esperienza indimenticabile perché si trattava del mio primo grande palco. Dopo l’uscita di ‘piacere, Sofia’ mi sono presa qualche mese per riordinare le idee. In questo periodo ho continuato a lavorare e, grazie alla vittoria del Music For Change, ho avuto la fortuna di esibirmi a Casa Sanremo e di aprire il concerto del 1 maggio a Taranto. Rispetto a quello di Roma, questo festival è organizzato da un vero e proprio comitato di cittadini, quindi è meno ‘mainstream’ e molto più sentito riguardo ai temi del lavoro. L’organizzazione ha davvero un grande cuore ed è stato fantastico aprire il concerto con ‘piacere, Sofia’ e ‘linea gialla’, uno dei miei primi cinque singoli. Ho cercato di riscaldare il palco per tutti gli artisti che si sarebbero esibiti dopo di me e, dopo aver aperto le danze, ho seguito tutto il concerto muovendomi tra il backstage e il pubblico”. Sei salita sul palco da sola o con qualcuno? Per la prima volta mi sono esibita in ‘full band’. Nello specifico, sono venuti con me il mio produttore Andrea Allocca, che suona anche la chitarra, e il mio batterista Giuseppe Mongi. È stato il nostro primo concerto in trio e ne seguiranno tanti altri. Quest’estate, infatti, faremo un tour in giro per l’Italia grazie ai 10mila euro del premio Nuovo Imaie”. Oltre al tuo primo tour ci sono altri progetti per il futuro?Usciranno presto altri due singoli, che faranno da preludio al mio primo album, la cui uscita è prevista nel mese di ottobre e non vedo l’ora. Infine, uno dei miei sogni è quello di portare a teatro la mia musica o qualcosa scritto da me. Studio recitazione sin dalle elementari e, non a caso, la componente attoriale è sempre forte anche nei monologhi che caratterizzano i video delle mie canzoni. Lo scorso anno, al Teatro Abarico di Roma, sono stata protagonista di uno spettacolo intitolato “La Malamente” che verteva sui pregiudizi nei confronti di una storia d’amore tra due ragazze. Il mio cuore batte per la musica ma non mi dispiacerebbe fare qualche esperienza da autrice nei prossimi anni”.