Andrea Abbadia Quartet – Change (Dodicilune Dischi ED585)

Tempo di Lettura: 2 minuti

Carl Gustav Jung mi sta catturando da anni ed anche i miei ultimi 3 libri (a favore dell’onlus Vincere il Dolore) riflettono la passione che sta crescendo soprattutto per la sua intuizione sulla sincronicità. Vedere citata la sua frase (La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia..) all’interno del disco di Andrea Abbadia mi ha ovviamente riempito di goia! Così come leggere la presentazione firmata dal sassofonista argentino Javier Girotto .. Quando mi ha chiesto di scrivere le note di copertina per il suo nuovo album Change, sono rimasto colpito dalla bravura che ha acquisito, dalla sua maturità compositiva e dal suo modo d’improvvisare. In questo meraviglioso lavoro discografico ho scoperto un musicista completo ed accurato .. Con la presenza di questi due personaggi, il mio approccio all’ascolto di Change è decisamente soave e non rimango affatto deluso, a cominciare dalla title track che apre l’intero progetto: su un humus jazz, largo spazio viene dato alla base ritmica, come se dovesse rappresentare il piglio con cui si vive un momento della nostra vita ed improvvisamente gli altri strumenti appaiono, così come avviene con le gioie e gli imprevisti della quotidianità! Questo è il secondo disco del sassofonista baritono e compositore campano Andrea Abbadia, nocchiero di una formazione con Lello Petrarca al pianoforte, Luca Varavallo al contrabbasso ed Alex Perrone alla batteria (e questi ultimi due sono anche nel Brew 4et, altra produzione della Dodicilune Dischi e di Maurizio Bizzochetti). Amorevole il contributo del violoncellista Antonio Merici nel brano di chiusura del disco: l’arrangiamento di Andrea Abbadia per Francesco e le rondini ti mette altra serenità nell’animo e tutti noi ci ricordiamo che è una canzone di Lucio Dalla, contenuta nell’album “Dalla” del 1979. Il brano (scritto con Mauro Malavasi) parla di un uomo che si identifica con le rondini, uccelli che tornano a casa ogni anno: è perciò un invito a riflette sulla propria vita e sull’amore, sentimento coinvolto spesso in modo circadiano che a volte diamo per scontato. Il sax di Andrea Abbadia ti porta per mano e lo fa in modo delicato, naive ed ovviamente con un piglio amoroso … come ha ben narrato San Francesco d’Assisi. Filosoficamente il brano che acchiappa di più è sicuramente Ubuntu: ogni musicista ha un suo spazio, ma il climax si raggiunge solo insieme, perché (in lingua bantu) quella parola si può tradurre con Io sono perché noi siamo e questo concretamente significa ricorda che l’essenza del nostro vivere è indissolubilmente legata alla comunità e al rapporto con gli altri.

Tracklist di questo disco: Change 4:54, Just a ride 5:12, Dying to oneself 5:59, Women 3:36, Know-how 4:44, Ubuntu 8:04, Song for Andrew 4:35, Francesco e le rondini 5:25.