L’aveva promesso nella precedente intervista: il suo secondo brano da solista sarebbe stato molto estivo seppur apparentemente leggero. Me ne vado al mare effettivamente è il pezzo più comunicativo e radiofonico di questa estate trascorsa senza tormentoni.

Promessa mantenuta: sei tornato con uno dei pezzi più orecchiabili di questa estate
E’ un pezzo indie nel senso più autonomo del termine e non ha goduto di alcun supporto da parte del sistema. Sono consapevole che è difficile riuscire ad affermare un brano ma gli ascolti in crescita rispetto al primo singolo, mi convincono serenamente ad andare avanti al di là di numeri.
Il brano sembra scanzonato e leggero ma lo è soltanto nella stesura con due ritornelli che rimangono nella testa…
E’ un’osservazione che apprezzo e che mi avete riconosciuto in tanti. Attraverso questa canzone invito a godere la vita nonostante ogni dispiacere o inquietudine e ciò vale per giovani e meno giovani.
Come in tutti i tuoi pezzi e come nel precedente Mi fido, percepisco ci sia anche un ‘esperienza personale.
Ammetto senza remore. Forte dell’accoglienza a Mi fido, mi sentivo motivato e sereno. Mentre pianificavo e lavoravo all’uscita di questa nuova canzone è venuta a mancare improvvisamente mia madre. Inutile spiegare questo dolore: sono ancora in frantumi e letteralmente devastato. Non sapevo cosa fare, se continuare. Mia madre amava molto le mie canzoni e in accordo con l’etichetta discografica Soter, abbiamo deciso di pubblicarlo in piena estate, poco meno di un mese fa. E’ stato un modo per combattere questo dolore che ovviamente non sparirà mai. Ne è valsa la pena nel suo ricordo e per il messaggio incoraggiante che emana.

La canzone si fa ricordare e sui social ha una certa diffusione.
Sì, volevo tutto ciò. Ci ho lavorato molto, L’arrangiamento è stato affidato a Giovanni Paolo Liotta, un producer che lavora a Barcellona e che in Italia ha lavorato molto con Adel Tirant, una bravissima cantautrice e attrice di cui ho saputo perchè incidiamo per la stessa etichetta. Volevo sentire il pezzo con un misto di suoni gitani, arabi, latini. Liotta ha fatto un lavoro titanico e in tempi record.
E hai introdotto il dialetto napoletano come da tua storia…
Sì, mi è piaciuto esprimere la parte di dolore attraverso il napoletano che sa dare molto corpo alle emozioni. Ha funzionato: il pezzo piace ai giovanissimi, agli adulti, a chi apprezzava la mia musica un ventennio fa. Ho ricevuto numerosi commenti positivi. La vita va avanti, è giusto sia così.
Prossimi progetti?
Sto lavorando al nuovo brano e sarà una piacevole sorpresa. Sarà pubblicato entro fine settembre e unirà sia il mio vecchio pubblico che quello nuovo, non solo per il linguaggio. E avrà una forte impronta mediterranea!