hellBisciu – The Gaze (Accannone Records, 2025)

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Dopo aver contribuito alla realizzazione dei primi due album con la mia Andromeda Relix, Nicola Righetti, in arte hellBisciu, ha deciso di proseguire con nuovi collaboratori, accasandosi con i tipi di Accannone Records. Scelta più adatta al tipo di espressione creativa, e che mi ha permesso finalmente di esprimere la stima per la sua arte, senza il dubbio che ci fosse un conflitto di interessi. Ed è con questa indipendenza che affermo come “The Gaze” sia un ritratto florido e ricco di rock psichedelico, con inserti di shoegaze ed una buona dose di attitudine cantautoriale, ma sempre sviluppata con l‘intenzione di dare sostanza alla proposta, senza sovraccaricarla di effetti e strumenti. Un equilibrio non facile da trovare e soprattutto da esibire, ma le diverse influenze di Nicola, tra i solchi di queste otto tracce disponibili, come i precedenti due lavori, solo in digitale e  su vinile, trovano la giusta traiettoria e così nell’iniziale “Per l’amore di Dio” sembra di ascoltare una versione indie di Lucio Dalla, mentre “Incenso” e “Bisceglie” sono cucite con una trama che rievoca gli Scisma e un ordito decisamente shoegaze, e se cito i Ride e Lush, spero che qualcuno sappia di cosa stiamo parlando.

In “Seed” la voce di Nicola si fa profonda e su un accordo tenue gioca di rimessa, mandando avanti la melodia solo quando il brano è quasi concluso. In “The Ballet Of Lies” è sostenuta dal riff più incisivo dell’album, che ci accompagna ad un refrain dagli accenti glam, tra Sparks e Roxy Music. Dopo il tocco marziale di “Fringuello”, arrivano i due pezzi a mio avviso più significativi del disco: l’ipnotica “Rabid Dogs” e la stravagante “Modello più che compatto”, che in oltre minuti, gioca a riconcorrere atmosfere lisergiche, con una coda allucinata degna dei Devo. Nonostante non manchi l’elettronica e la ricerca dell’effettistica, “The Gaze” è un disco che suona umano, privo del tocco gelido della tecnologia esibita, ed è questa la sua grande forza: guarda al futuro, ma suona analogico e l’ascolto mostra qualche graffio estetico, che lo rende ancora più affascinante.