Quarzomadera: la tecnologia e l’anima dell’umanità non corrono insieme.

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Venticinque anni di storia, sei album di rock stoner ed incontaminato, la fantascienza degli anni ’50 e un pianeta dove l’umanità potrebbe trovare rifugio dal decadimento sociale. Impossibile non pensare ad un’intervista del trio lombardo, che ci parla del nuovo album “Zyra” e dell’umanità che non ha lo stesso passo della tecnologia.

In generale riponete molta attenzione ai testi. Come ci lavorate: prima la musica e poi le parole o viceversa? E dove prendete ispirazione, realtà o fantasia? Davide: crediamo che per cantare in italiano, come abbiamo sempre fatto fino ad ora, sia necessario dare una particolare rilevanza ai testi, perché chi ascolta e lo comprende non si sofferma solo sull’aspetto strettamente musicale, di stile od esecuzione ma viene catturato in uguale misura anche dalle liriche, quindi non ci si può nascondere, si è molto più scoperti. Non c’è per noi una regola precisa ed assoluta per quanto riguarda la composizione dei brani, alcuni nascono semplicemente partendo da un riff, altri da un un’idea di testo che poi adattiamo alla metrica musicale di un pezzo in via di sviluppo, altri ancora da spunti d’improvvisazione che nascono in sala prove. Pensiamo che la fantasia sia in qualche modo un’estensione della realtà, quindi i nostri testi e le nostre sonorità attingono da entrambe.

Il disco trae ispirazione dal film di fantascienza “Quando i mondi si scontrano” del 1951, scritto sull’idea di un romanzo di quasi venti anni prima, dove “Zyra” è un pianeta che potrebbe regalare la salvezza agli abitanti della Terra. Quasi un secolo fa c’erano le stesse tematiche di oggi: paura per il pianeta, ecologia, guerre, incomunicabilità…cosa ne pensate? Davide: pensiamo che uno dei difetti principali dell’umanità sia quello di ricadere sempre nei propri errori, quasi non riuscissimo ad evolverci sotto questo aspetto. Ecco perché ci siamo ispirati per tematiche ad un film così antico, del quale tra l’altro abbiamo scoperto ci sarà un remake a breve, proprio per sottolineare come le cose dal secondo dopoguerra ad oggi siano quasi rimaste uguali, con il solo sviluppo della tecnologia a farla da padrone, ma che per ora non sta andando di pari passo con lo sviluppo di cuori e menti.

Arrivate da Milano e dintorni? Una volta era una città viva, sempre in fermento per quanto riguarda la musica rock. Oggi come descriveresti musicalmente quelle zone? Esiste una scena rock? Siamo un mix tra Milano e Monza, due città così a contatto che quasi si toccano e conosciamo bene la realtà di entrambe, sia musicale che non. Da queste parti si va di fretta come sulle tangenziali che le collegano e allo stesso modo si formano e si sciolgono progetti musicali di qualsiasi genere. Per questi motivi riteniamo che il fermento creativo sia più che mai vivo, quello che manca attualmente è forse il senso di partecipazione e di appartenenza, ma è un po’ il male del nuovo millennio, tra apatia, distrazione e disinteresse diffusi. Però alcune cose qui per riportare attenzione verso la musica rock si stanno smuovendo, siamo fiduciosi sotto questo aspetto.  

Dal vivo suonate davvero live o riempite il sound con basi ed effetti vari? E in generale cosa ne pensate della tecnologia nella musica? Davide: siamo nati come trio, poi per un brevissimo periodo di tempo quartetto, poi di nuovo trio, poi per diverso tempo duo con basi ed ora di nuovo un trio puro, come in origine, senza l’ausilio di basi. Solo nell’album, come sempre, abbiamo utilizzato alcune parti di organo e di synth suonate da me, ma a livello di complemento ed arrangiamento. La tecnologia crediamo possa essere usata ma con criterio, non deve certo mascherare carenze compositive, esecutive o mancanza d’energia, né in studio né dal vivo.   

Siete in giro da 25 anni, vi sentite in qualche modo dei sopravvissuti? Una vera band che ha messo al primo posto la passione? Davide: direi quasi 25 anni, inizialmente ci abbiamo messo un po’ a carburare ma tutto ciò che abbiamo ottenuto è stato fatto combattendo contro mille difficoltà. Quindi sì, sotto questo aspetto ci sentiamo dei sopravvissuti, direi che poco o nulla ci ha agevolato, probabilmente solo il destino in alcuni casi ci ha dato una mano ma si sa che il destino va aiutato. Passione al primo posto, senz’altro.

L’intelligenza artificiale sarà davvero la pietra tombale dell’arte? Davide: riallacciandomi al discorso di prima dipende, perché la tecnologia è sì a uno stadio evolutivo molto alto, ma i pensieri e le azioni dell’uomo non ancora. Starà a noi comprendere come utilizzare questa opportunità in modo creativo, senza lasciare che ci domini facendone un uso sconsiderato ed irrazionale. 

L’idea di proporre alcuni pezzi in una nuova veste con gli ospiti come prende forma? E c’è un motivo particolare per come avete posizionato i brani alla fine dell’album? Davide: è un’idea di cui abbiamo parlato che potrebbe riguardare le nostre prossime mosse, dato che abbiamo avuto amici musicisti ospiti in alcuni dei nostri album precedenti ma non abbiamo mai fatto veri e propri featuring a livello di singoli e videoclip, valuteremo questa ipotesi. Tendiamo spesso a chiudere i nostri album o i nostri live con brani più dilatati o ad ampio respiro e questa volta è toccato a “Litosfera”, che ha per tema la nostra Terra e gli interrogativi che riguardano il suo, e di conseguenza nostro, futuro.

Quarzomadera sono una band alternative rock nata nei primi anni 2000 a Monza/Milano. La formazione attuale vede Davide Sar (voce, chitarra, synth), Oreste Bruzzano (basso) e Tony Centorrino (batteria). Il debutto avviene nel 2003 con il mini cd “Lunica”. Tre anni dopo esce “Cardio & Psiche” (Videoradio/Linea Alternativa), promosso come “la miscela di rock italiano e psichedelia” e accompagnato dal videoclip di “Inverno”, brano già contenuto nell’EP d’esordio. Nel 2009 la band pubblica “Orbite” che ospita musicisti come Luca Urbani, Stefano Floriello e David Flores. Da questo lavoro vengono estratti i singoli “Agrodolce” e “TV Ipnosi”, entrambi accompagnati.vA fine 2012 esce il terzo disco “L’Impatto”. L’album viene anticipato dai video “Le cose che non trovi” e “La ballata dei pregiudizi”. Alla realizzazione partecipano di nuovo Urbani (archi e tastiere), Simona Pozzi ai cori ed Erika Zanotti al flauto in Spore. Il 2016 segna un’evoluzione con “Apologia del Calore” (Discipline), prodotto da Andrea “Jim” Ravasio. Il disco abbraccia sonorità alternative rock e stoner, includendo una personale versione del classico delle Orme “Amico di ieri” e i singoli “Nel Nucleo”, “Al Veleno” e “Il Gregge”. Il 29 gennaio 2021 la band pubblica “La Storia è anche ora” (Vrec/Audioglobe), registrato e mixato al Frequenze Studio di Monza con Davide Secondelli e Matteo Agosti. Disponibile anche in vinile, l’album è trainato dai singoli “Separazione Alpha” e “Ricorsi”. Il 19 settembre 2025 esce il sesto album Zyra (Vrec/Davvero Comunicazione), accompagnato dal videoclip del singolo Urano. Con oltre vent’anni di carriera, i Quarzomadera continuano a distinguersi per un sound potente, visionario e in costante evoluzione.

Discografia: L’unica (EP, 2003), Cardio & Psiche (Videoradio/Linea Alternativa, 2006), Orbite (Videoradio/Linea Alternativa, 2009), L’impatto (Videoradio/Linea Alternativa, 2012), Apologia del Calore (Discipline, 2016), La Storia è anche ora (Vrec, 2021), Zyra (Vrec, 2025)