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Interviste
Pubblicato il 06/12/2016 alle 16:05:41
Tornare ai Queen e' un po’ come tornare da una madre: con noi quell'ussaro romano di Gabriele Giorgi..
di Francesca Odette Croxignatti
Ama citare Roger Taylor, si diletta nel fare il giurato al Tour Music Fest, produce e sperimenta: con gli Audiomatica sta iniziando il secondo decennio di collaborazione, con o senza giacca con gli alamari ..

Ama citare Roger Taylor, si diletta nel fare il giurato al Tour Music Fest, produce e sperimenta: con gli Audiomatica sta iniziando il secondo decennio di collaborazione, con o senza giacca con gli alamari ..

Siamo sicuri che al nostro diretur, quella giacca con gli alamari (tipica degli ussari) piace un sacco: ma solo un cantante come Gabriele Giorgi può indossarla con orgoglio...

Benritrovato a Gabriele Giorgi: otto anni ti intervistavamo, in concomitanza dell'esordio degli Audiomatica
Otto anni fa il mondo era molto diverso, tanto in una prospettiva personale che di gruppo. Non avevamo nessuna garanzia sul fatto che il disco sarebbe andato, ma avevamo anche una sana e, se vuoi, folle incoscienza sulla consapevolezza che delle conseguenze non ci interessava poi più di tanto. Volevamo fare quel disco più di ogni altra cosa! Abbiamo fatto bene ad insistere.

Festeggiate dunque 10 anni di attività e si parlava di un ep con 3 brani che tu definivi di congedo...
La band negli anni ha cambiato pelle diverse volte, si sono alternati alcuni batteristi e parecchi chitarristi. Già da qualche anno però il nucleo centrale e davvero creativo degli Audiomatica era composto da me, Giovanni De Luca (batteria) e Marco Girolamini (basso). Pertanto, all’ennesimo tentativo, con luci e ombre, di lavorare con un chitarrista, abbiamo deciso di restare in tre, puntando sul polistrumentismo. Nel nuovo lavoro, ognuno di noi avrà compiti ben precisi, non soltanto sul suo strumento, ma alternandosi alle chitarre, ai synth, ai pad, ecc… Anche dal punto di vista scenico quindi la band assume una nuova forma e a partire dal 22 gennaio prossimo, data di lancio del nuovo lavoro, vedremo una realtà che col cambio di pelle, cambia approccio, stile e contenuti. Da questo punto di vista il congedo dalla precedente realtà è cosa innegabile.

Riflettiamo per qualche minuto sul tuo recente passato e poi guardiamo al futuro: dammi un parere / aggettivo sui vostri dischi ovvero Controfase, Olio su tela, Pachamama e BoomBox'80 ..
Controfase è stato il nostro “ariete”, il disco che ci ha fatto mettere il naso fuori dalla sala prove e dai soliti circuiti della nostra città, portandoci a girare per tutta Italia.

Olio Su Tela è un disco fin troppo poliedrico, abbiamo messo un sacco di roba in quel lavoro, è il classico secondo album… Pur avendoci portato molto in termini di visibilità concertistica e radiofonica, è un album che oggi faremmo in modo diverso. Pachamama è stata una piccola scommessa vinta, il supporto su usb in cartone pressato, la svolta ambientalista del messaggio dei testi, rischiavamo anche in termini di credibilità… Siamo stati fortunati, molto. BoomBox’80 è stato il disco del divertimento e se vogliamo del disimpegno, con le cover presenti sull’album, rigorosamente in stile pop anni ’80, ma riproposte col nostro sound. Presto ti darò un aggettivo o un’impressione anche sul prossimo.

Veniamo ai giorni nostri: ti senti più un cantante, un musicista, un producer o un insegnante?
Io sono un musicista che da sempre si impegna per essere il più completo possibile. È evidente che mi senta anzitutto un cantante, un autore e un producer. Ma alle competenze tecniche con voce, tastiere, chitarre e quant’altro, ho sentito la necessità di prestare e investire le mie esperienze per la crescita delle nuove generazioni di musicisti, una voglia che è nata dal principio di voler essere ciò che a me è mancato: una figura che li accompagni, che li informi, li sproni e li metta in guardia quando è necessario. Qualcuno capace di fargli fare un passo oltre nella crescita, con la consapevolezza che nella musica serve anche dedizione e disciplina. Amo molto il mio ruolo di insegnante.

Come sei arrivato ad un progetto come Il volo della fenice?
Banalmente in verità.. Dovendo aprire il mio sito personale volevo qualcosa di nuovo anche nel suono che in parte si distaccasse da quanto produciamo con gli Audiomatica. Quindi in studio mi sono parecchio divertito a giocare.

...e questo tuo nuovo impegno come giurato di un importante contest?
Altro ruolo che amo in modo viscerale. Il Tour Music Fest non serve a determinare chi è più bravo, ma a dare a tutti i partecipanti, e parliamo di migliaia di artisti, l’opportunità di relazionarsi con importanti professionisti del settore, per avere un feedback, un consiglio, l’occasione di crescere. Certo che alla fine ci sono dei vincitori, ma lo diventano tutti se noi riusciamo ad essere utili a fargli fare anche un solo step nella direzione giusta.

Ti trovi bene tra entrare ed uscire da una sala prove? Cosa si aspettano i giovani musicisti da te?
Mi trovo bene perché trovo persone umili, che hanno voglia di mettersi in discussione, che hanno compreso il bisogno di un punto di vista esterno. Quando qualcuno mi affida la sua musica, la tratto come fosse la mia, in parte lo diventa, ma ho sempre l’obiettivo di contestualizzare l’identità artistica in una strada che sia la più giusta per quella realtà. I ragazzi si aspettano di tutto, devo esser capace di leggere le situazioni: a volte la parola giusta è molto più importante che stravolgere una sezione armonica o un arrangiamento.

Il nostro Giancarlo Passarella ti descrive passionale, ma concreto … sognatore, ma pianificatore ..
Ringrazio Giancarlo perché mi descrive sempre in modo originale. Mi rivedo in questi aggettivi. La musica è capace di dire dei “no” che possono far male. Ma spesso è perché abbiamo bisogno di imparare come agire. Non basta l’ispirazione o la vena creativa. Sono necessari obiettivi e strumenti per raggiungerli. Come dicevo sono necessarie anche determinazione e disciplina.

Quanto senti importanti i tuoi studi in Sociologia?
Molto. Pensavo che non avrei mai fatto il sociologo e infatti sono riuscito nell’intento. Tuttavia l’attenzione ai bisogni degli altri, il focus sugli obiettivi dell’artista che mi cerca e l’intelligenza emotiva che serve per entrare in contatto col prossimo, li ho ritrovati in questo bellissimo e pittoresco percorso musicale che sto facendo. Non avrei creduto di dirlo, ma la Sociologia ha oggi per me un ruolo determinante.

...che bello quando accusi tuo padre di averti avvicinato alla musica, facendoti ascoltare i Queen: pensa che è un quarto di secolo che è scomparso Freddie Mercury ...
Ma in realtà non è scomparso. La sua Voce incredibile e la sua Musica sono qui, sono attuali, non ci abbandonano mai. Ancora oggi mi è cara l’espressione di Roger Taylor, drummer dei Queen, che molti anni fa dichiarava che tornare ai Queen è un po’ come tornare da una madre. Per me e per milioni di persone è così. La personalità e l’indole di Freddie sono e restano nei cuori di chi li ama. E questo è un elemento che nulla in questo mondo può cambiare..

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