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Interviste
Pubblicato il 15/03/2002 alle 18:49:00
Michael Stipe dei R.E.M. : la vita e come viverla...
di Alessandro Mallozzi
Pubblichiamo per la prima volta su Musical News un intervista che i fan iscritti a MURMUR hanno potuto leggere sull'ultimo numero del Magazine.
Una "chicca" che non troverete sul sito www.remfriends.com. Intervista tratta da UNCUT di Dicembre

Michael, diresti che hai una presa sicura sulla realtà?

Uh Uh. Sì. Sono, ehm, molto ben piantato. I miei piedi sono come di cemento.

Sei più contento questi giorni, più a tuo agio con te stesso e il mondo?

No, non direi che questo è vero.
Penso sia solo che la gente ora ha un'idea più chiara di come penso e come mi esprimo. Specialmente con i giornalisti, cerco di non essere così serio come ero un tempo. Il tipo di serietà che presta a quello che dico una gravità e mi fa suonare pretenzioso. Non è pretenzioso. È solo che cerco sempre la parola giusta, non ho studiato al college perciò non sono tanto a mio agio con certi tipi di conversazione. A un certo livello, la mia mancanza di istruzione mi imbarazza. Ma questo non significa che sto per intraprendere un corso notturno all'università.

C'è una cosa tipo un "personaggio Michael Stipe" che è completamente separato da Michael Stipe?

Non sono sicuro di come le persone mi vedono. Non sono sicuro che lo saprò mai. A volte il tipo di attenzione che ottengo sembra gonfiato a dismisura rispetto a quello che ho fatto e realizzato. Il fatto di essere una figura pubblica ti rende più semplice vacillare in una situazione da tre birre al bar. Suppongo che le persone pensino di conoscermi attraverso le canzoni. Non direi che questo sia necessariamente un errore da parte loro. È parte della relazione tra il cantante e il pubblico. Essere al capo ricevente di ciò….Bè, è proprio fottutamente forte. Ho un grande lavoro. Sono stato veramente fortunato, ho lavorato duro per un sacco di tempo. Sono molto felice di essere un intrattenitore."

Ti consideri un intrattenitore tanto quanto un artista?

Se volessi essere di basso profilo su questo, direi che, fondamentalmente, sono un intrattenitore. A volte volo per 10 ore per intrattenere gente per 90 minuti. Il pubblico apporta ad esso molto di più di quei 90 minuti. Io apporto ad esso molto di più di quei 90 minuti. Ma ecco a cosa tutto si riduce. Per quei 90 minuti, voglio che sia tutto veramente fottutamente bello. Altrimenti non mi prenderei tutto quel disturbo. Sono sempre stato così con qualunque cosa. Quando cucinavo e lavavo i piatti nei ristoranti, volevo fare del mio meglio. Non importa quanto fosse noioso quel lavoro. Non importa quanto fosse orribile. Non importa quanto poco mi pagassero.

Qualche talento nascosto da dichiarare?

Mmm. Fammi pensare…
Bè, sono un bravissimo cuoco. Cucino molto bene i noodles giapponesi. Mi piace il cibo in genere. Mi piace la zuppa. La zuppa di pomodori Campbell è di un colore sorprendente. Ha un qualcosa di molto irresistibile quello strano colore arancione.

In qualche modo, i R.E.M. sono stati un atto di vendetta per te?

Ehm…no. [Ride]
A meno che tu intenda il decidere di non vivere una vita normale che non comprendesse fare musica. C'era qualcosa nell'atmosfera in cui sono cresciuto, quell'intero ambiente, ma non ho mai sentito nessuna aspettativa monumentale da nessuno in termini di cosa dovevo fare della mia vita. C'è stato un momento difficile, quando ho portato mia madre e mio padre a un ristorante messicano e ho detto loro che avrei lasciato la scuola per concentrarmi sulla band. Mi hanno appoggiato ma erano anche spaventati per me. Perché gettare via tutto per una vita nella musica è la madre di tutti i giochi d'azzardo. Ma è finito tutto bene. Non che abbia superato le mie aspettative, perché non ne avevo nessuna sin dall'inizio.

Hai diversi tipi di conversazioni con le persone che non ti conoscono come Michael Stipe la rock star?

No, non credo che il mio contributo sia in alcun modo diverso. Ma c'è un piccolo trucchetto su come parlare alle persone, se le riconosci per il loro lavoro, che ha funzionato molto bene per me quando ho incontrato persone che ammiro. Molto semplicemente e molto brevemente, all'inizio della conversazione, fai riferimento a quello che fanno, così loro sanno che tu sai. Apre solo la cosa, così che non stanno lì a chiedersi se sai cosa fanno che li rende famosi o celebrati. È la regola d'oro per incontrare le persone. 'So chi sei, mi piace quello che fai'… È d'aiuto se sai citare un esempio della loro opera senza far riferimento alla loro canzone più famosa o quello che è, forse qualcosa di un po' oscuro. Questo tende a metterle a loro agio e tu puoi continuare ad avere una conversazione normale.

Bono ha detto recentemente che, per lui, diventare una rockstar lo ha fatto rendere conto di come deve essere essere una bella donna nel modo in cui la gente ti considera, la quantità di attenzione ravvicinata che ricevi. Ti identifichi con questo?

Non ottengo quel livello di attenzione. Almeno non ne sono consapevole. Anche se sono una pop star molto nota, la gente continua tranquillamente a mangiare quando entro in un ristorante. Non è come se causassi uno spostamento sismico quando entro in una stanza. E, naturalmente, questo è quello che tutti noi vorremmo fare - causare quello spostamento sismico.

Veramente, Michael, non tutti noi bramiamo quel tipo di attenzione…Potresti essere sorpreso a quante sono le persone che vogliono l'esatto contrario di questo.

Cosa? Veramente? Tu non vuoi causare uno spostamento sismico quando entri in una stanza? No? Wow! Pensavo che tutti lo volessero. Pensavo che fosse normale. Entrare in un posto e desiderare che tutti reagiscano. Sia perché sei un bell'uomo, o perché apprezzano quello che fai. È un modo molto intenso di vivere questo, suppongo. Ma non posso vivere in nessun altro modo. Se potessi scegliere, vorrei che la vita fosse intensa. E la mia è così. È una vita piena di sorprese intense, e mi piace così.

Sarebbe giusto dire che hai sempre posseduto un tipo di elevata curiosità per la vita?

Sì, suppongo che sono sempre stato curioso. Quando avevo circa sei anni, avevo l'abitudine di mordere le lampadine. C'è voluto un po' ai miei genitori per capire cosa stesse succedendo. Avevo quest'impeto, volevo solo essere dentro quel piccolo universo di lampadina. Volevo stare su quel sottile filamento. Immaginavo che mordere per aprirmi la strada fosse il modo migliore per entrarci.

Da ragazzino, eri un grande collezionista di cose?

Sicuro. Avevo una collezione di ragni vedova nera. Avevo una collezione di scorpioni. Avevo una collezione di serpenti a sonagli. Una collezione di serpenti sudamericani velenosi. Una collezione di vipere americane velenose. Ma non fraintendermi. A parte uccidere serpenti, non sono mai stato crudele con gli animali. Oggigiorno, se trovo a casa mia una formica, la scaccio (o lo scaccio) fuori dalla porta con miele e acqua.

Socialmente, sei capace di essere un ciclone?

Posso esserlo. Ho imparato a essere estroverso. Non è qualcosa che mi viene naturale. Sono penosamente timido. Ma dopo 21 anni a essere una figura pubblica, ho trovato il modo di avere a che fare con questo.

È vero che hai sempre avuto una regola ferrea per cui i tuoi piedi non dovrebbero essere a più di un metro circa di distanza l'uno dall'altro quando ti esibisci sul palco?

È assolutamente vero. Non ho mai voluto sembrare uno di quei tipi del heavy metal con le gambe spalancate. Avevo la mia estetica punk rock saldamente al suo posto. Questo era parte di ciò. Insieme alla regola che non avrei mai sollevato le mani sopra alla testa.

Ti senti in competizione con gli altri gruppi, gli altri artisti?

Non c'è nessuno a sbirciare sopra la mia spalla quando scrivo, se è questo che intendi. Ci sono io sopra la mia spalla. Sono in competizione con me stesso. Non ho bisogno di Bono o Polly Harvey o Thom Yorke sopra la mia spalla. Loro sono di fronte a me con su i loro guantoni da boxe. Queste persone lo sanno. Perché gliel'ho detto. Sono queste persone che fanno emergere il mio lato competitivo. Se sento qualcosa di brillante da Polly Harvey, penso 'Fanculo, anche io posso fare qualcosa di brillante'.

C'è un qualche aspetto dell'esibirti che ti spaventa?

Se questo suona come autocommiserazione, allora dammi uno schiaffo. Ma ogni volta che salgo sul palco, mi metto lassù in una tale posizione di potenziale ridicolo. Vengo svegliato di sobbalzo dal mio lavoro e dagli aspetti più terrificanti di esso. La sensazione di potenziale ridicolo non se ne va mai. È legata alla fiducia in sé. Insieme, formano una specie di squadra fratello-sorella che si rincorrono. Quella stessa fiducia in te stesso ti metterà nei guai. Hai la fiducia in te stesso per salire lassù, poi sei lì a pregare solo di non umiliare te stesso. E, se umili te stesso, sei in grado di tirarti fuori da lì e farlo sembrare come 'Oh, bè, sono solo uno scemo, siamo tutti scemi, quindi ora potete identificarvi con me.' Mi piace esibirmi, comunque. Ho un ego malfunzionante. Penso che tutte le persone famose abbiano un qualche tipo di problema di insufficienza dell'ego o qualcosa così che li spinge ad aver bisogno di stare di fronte alla gente ad esibirsi.

William Burroughs ha definito The Naked Lunch come il momento in cui vediamo cosa c'è sulla punta di ogni forchetta. Tu hai questi momenti da Naked Lunch?

Penso che tutti noi abbiamo di questi momenti. La cultura in cui viviamo tende a minimizzare questi momenti. Questi momenti spesso sono molto sottili. È come se fossimo condizionati a non leggere troppo in questi momenti. Forse è solo alla fine della vita che la gente riconosce queste cose…
Perciò, sì, ho questi momenti.
Sono come epifanie, suppongo.
Sentire Horses di Patti Smith, quella è stata la mia prima grande epifania. La mia vita non è stata più la stessa dopo ciò. L'ho presa molto alla lettera quando Patti ha detto 'Chiunque può cantare, chiunque può fare quello che faccio io.' Avevo 16 anni, e ho pensato 'Sì, io posso farlo, posso cantare.'
Ecco cosa mi ha fatto decidere.

Sono passati 20 anni interi da quando i R.E.M. si sono trovati insieme per la prima volta, solo per divertimento, per fare qualcosa, finché è diventato qualcosa di più urgente e pressante, suonare intorno e nella città delle feste, Athens, Georgia.
Erano uno di un'intera valanga di gruppi di Athens che si sono formati intorno a questo periodo, altri da tempo dimenticati come i Pylon, The Method Actors e The Side Effects.
I primi concerti dei R.E.M. erano cose improvvisate, sgangherate, questo ancora prima che avessero stabilito un nome.
Nelle parole di Peter Buck, 'R.E.M. è semplicemente spuntato fuori dal dizionario una notte. Avevamo bisogno di qualcosa che non definisse troppo perché, diavolo, noi non sapevamo cosa volevamo fare. Così R.E.M. era l'ideale - non ci chiudeva in niente di specifico."
Altri nomi che sono stati seriamente - no, seriamente - presi in considerazione comprendono la trinità stupefacente di Slut Bank [La Banca della Sgualdrina], Negro Eyes [Occhi Negri] e Cans of Piss [Lattine di Piscia]. Come i fan accaniti dei R.E.M. vi diranno, si potrebbe tracciare un'intera storia parallela del gruppo basata su nomi e titoli di album scartati all'ultima ora.
Per esempio, l'album Reckoning è quasi stato intitolato "Rate of Decay" [Tasso di Decadimento]; Fables Of The Reconstruction è quasi uscito come "High On Drugs" [Fatto di Droghe]; Document sarebbe potuto essere "Mr Evil Breakfast" [Sig. Colazione Malvagia] o "Lester Bangs"; e Monster per poco non è finito per diventare "Exploding Head" [Testa che Esplode] - proprio un bene che non lo è diventato, alla luce del successivo aneurisma cerebrale che ha minacciato la vita del batterista Bill Berry.

"Quando ci ripenso," sorride Stipe, "chiamarci Cans Of Piss sarebbe potuta essere un'idea abbastanza buona. Avrebbe potuto risuonare bene nel mercato della musica pop di oggi…Ma sono contento che non l'abbiamo scelto. Allo stesso modo, un sacco di idee per i titoli degli album sono state respinte alla fine per buoni motivi. Come con New Adventures In Hi-Fi, che io pensavo avrebbe dovuto chiamarsi 'Alone In My Urine' [Solo Nella Mia Urina]. In retrospettiva, suppongo che non sarebbe stato un titolo proprio bello. Non perché siamo i R.E.M. e non dovremmo fare cose così. Ma se deve essere evidenziato qualcosa, è molto più divertente farlo in modo sottile. All'età di 41 anni, chiamare un album 'Alone In My Urine' sarebbe un po' troppo da burloni. Avrei potuto passarla liscia per questo a 22 anni.

Ognuno di noi aveva le sue idee su come volevamo chiamare l'album che è diventato Reveal.
Io pensavo che la mia fosse la migliore.
Ero convinto di chiamarlo 'I Wanted Mount Nothing' [Volevo il Monte Niente]. Gli altri ragazzi dicevano tipo 'Sì, certo, Michael' e cambiavano bruscamente argomento. Così sono uscito e ho messo queste parole su una t-shirt, il che mi ha proprio dato soddisfazione. Nei R.E.M., abbiamo i nostri modi per far sapere a qualcuno quando spunta una brutta idea. Non dobbiamo neanche dirlo. Ci conosciamo l'un l'altro così bene a questo punto che basta uno sguardo."

È troppo semplice ora dare per scontato l'impatto che i R.E.M. hanno avuto sul rock 'n' roll bianco americano nei primi anni '80. Quello era, ricordate, un momento in cui gli scribacchini della stampa musicale stavano facendo la fila in massa per incidere il necrologio del rock nella tavoletta di pietra; per dichiarare che il rock, come il jazz prima di lui, aveva suonato fino a finirsi tutte le sue possibilità.
Più per caso che per premeditazione, i R.E.M. hanno fornito uno schema musicale/lirico che ha fatto da ponte di barche collegando il passato con il futuro.
Nel loro album d'esordio, Murmur, chitarre vibrate e parti vocali con armonie alte portavano alla mente i Byrds e i Beach Boys post-punk, senza suonare neanche lontanamente come niente mai fatto prima o dopo. In questi giorni, Murmur è ampiamente considerato come l'album che ha annunciato l'imminente cambio della guardia al cuore della musica rock americana.

"Se ora è visto come un qualche disco rivoluzionario", dice Stipe, "questo è grandioso, è veramente lusinghiero. Ma, ad essere onesti, quello che stavamo facendo non sembrava molto rivoluzionario all'epoca. Non facevamo altro che divertirci e fare un gran fottuto casino."
Murmur potrebbe aver stabilito i R.E.M. come il gruppo nuovo più vitale e innovativo d'America, ma il successo commerciale era ancora molto lontano. Per i pochi anni successivi, sembravano perfettamente felici di arare il loro solco distintivo, civettando occasionalmente con il successo di classifica, reinventandosi giocosamente ogni volta: dal massiccio sentimentalismo di Reckoning; il folk cupo cucinato alla sudista di Fables Of The Reconstruction; il rock fuorilegge e perspicace di Lifes Rich Pageant; il caos elegantemente controllato di Document, che ha prodotto il loro primo successo americano da Top 10 con 'The One I Love'; portando all'utopismo ecologico e al romanticismo già condannato di Green, il loro primo album su un'etichetta major, e un lavoro ad ampio raggio che li ha visti forgiare una transizione accidentale da gruppo di frangia leader in America a seri contendenti del settore più commerciale.
Nelle parole dell'ex cantante dei Dream Syndicate Steve Wynn: "I R.E.M. sono stati un'influenza enormemente importante sui gruppi degli anni '80. Sono stati la prima band a mostrarci che puoi essere grande e essere ancora forte."
Quando gli è stato chiesto perché i R.E.M. hanno firmato con la Warner Brothers, Stipe ha risposto semplicemente "Bugs Bunny". Il tipo di risposta che per i seguaci dei R.E.M. era ora più che familiare. Sia nei dischi che fuori, i processi del pensiero di Stipe hanno seguito un sentiero angolato e criptico. Ciò, per i primi 10 anni dell'esistenza dei R.E.M., lo ha visto guadagnarsi una reputazione per eccentricità e oscurantismo verbale. È una reputazione che lui ha cercato di scrollarsi di dosso e far dimenticare per i 10 anni successivi.

"Non mi vedo come un eccentrico," dice Stipe. "Non mi vedo come uno scrittore oscuro e enigmatico. Per i primi due album dei R.E.M. ho pensato alla mia voce solo come un altro strumento. Riguardava la melodia e il suono della voce più che qualunque idea che stesse cercando di farsi strada usando il linguaggio. Non sto facendo il revisionista qui. Per me, questi dischi sono incredibilmente belli nella loro ingenuità. Ma non significano un granché. O lo fanno, ma sono in un linguaggio che nessuno capisce veramente. Al terzo album, avevo concluso che quell'approccio aveva funzionato molto bene ma non stava più funzionando per me. Dal nostro quarto album in poi, ho cercato di essere più chiaro che potevo come scrittore. Non posso veramente difendere gli elementi più tangenziali che entrano nei testi, tranne dire che è quello che è venuto fuori da me in quel momento. In ogni caso, chi se ne frega veramente? In termini di scrittura di canzoni, l'intenzione dello scrittore dovrebbe essere la considerazione meno importante. È il pubblico che importa, è l'ascoltatore che importa."

È stata una politica deliberata dei R.E.M. evitare di scrivere canzoni d'amore vere e proprie?

"Sì. Nei primi tempi del gruppo, avevamo una regola molto semplice: niente canzoni d'amore. Voglio dire, io scrivevo canzoni d'amore continuamente ma non scrivevo 'Ti amo, ti amo, mi manchi, ti voglio.' Perché, come chiunque altro, sono cresciuto con le canzoni d'amore. Senti una canzone d'amore e dici 'Questo sono io; quella canzone parla di me e della mia esperienza.' Poi ne senti 10 o 20 altre e ti rendi conto che sei stato fregato e ti senti un vero idiota per questo. Naturalmente ci sono grandi canzoni d'amore. 'I Will Always Love You' di Dolly Parton è una delle più grandi canzoni mai suonate. A proposito di conoscere il tuo obiettivo e seguirlo. Un pezzo di scrittura fottutamente stupefacente. Decisamente una delle più grandi canzoni d'amore di tutti i tempi. Ma quella è un'eccezione. Non è stato fino a 'At My Most Beautiful' nell'album Up che ho scritto una vera canzone d'amore."

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