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Interviste
Pubblicato il 24/02/2018 alle 11:17:32
Feronia: il prog metal per l'era del cambiamento!!
di Beatrice Bonato
La critica ed il pubblico hanno eletto il loro debutto Anima Era come uno dei migliori dischi metal di questi mesi. La cantante Elena Lippe, ci racconta le tematiche dei testi e perchè la musica può salvare l'umanità.

La critica ed il pubblico hanno eletto il loro debutto Anima Era come uno dei migliori dischi metal di questi mesi. La cantante Elena Lippe, ci racconta le tematiche dei testi e perchè la musica può salvare l'umanità.

Ciao ragazzi, prima di parlare del vostro debutto, vorrei presentarvi al pubblico. Ci fate un po’ di storia della band?
Siamo una band “giovane” anche se siamo tutti ultra quarantenni! Oltre a me ci sono Fabio Rossin alla chitarra 7 corde, Daniele Giorgini al basso e alla programmazione computer, Fabrizio Signorino alla batteria. A giugno 2015 stavo cercando una nuova band e grazie alla mia amica Elisa Over De Palma, cantante degli Spidkilz e di Elisa Over and The Leaves, vidi su facebook l’annuncio di Fabio che stava cercando un/una cantante. Risposi subito, mi inviarono tre tracce su cui dovevo scrivere testo e melodia. Ci siamo quindi trovati in sala prove ed è quasi subito scattata una bella alchimia, tanto che nel primo mese abbiamo composto ben cinque brani. Loro avevano già del materiale, così come io avevo già dei testi, ma l’impressione è stata quasi che musica e testi si stessero “aspettando” reciprocamente da quanto la fusione di entrambi è stata naturale! Il primo anno abbiamo suonato molto, composto molto e fatto anche un buon numero di concerti. È stato tutto molto veloce all’inizio, abbiamo deciso di entrare in studio a marzo 2016, nelle nostre intenzioni l’album sarebbe dovuto uscire a dicembre 2016, ma tutti noi ci siamo scontrati con una serie di problematiche che ci hanno costretto a posticipare l’uscita di un anno. “Anima Era” rappresenta quindi una sorta di “figlia” molto attesa, con una gestazione difficile, ma che alla fine ci sta dando davvero grandi soddisfazioni, ben oltre le nostre aspettative!

Il nome Feronia è molto bello, è la dea Venere nel periodo italiano pre-romanico, cosa rappresenta per voi.
Quando ci siamo incontrati abbiamo poi deciso di partire da zero, con un nuovo nome. Io stavo meditando da un anno circa su questo progetto, avevo scelto nome e tematiche, quando ci siamo riuniti per decidere cosa fare, le ho proposte agli altri che hanno accettato subito. Certamente le tematiche legate alla spiritualità della Grande Madre sono più mie, mentre c’è la condivisione dei contenuti legati all’ecologia. Feronia rappresenta per noi una metafora, è il corrispettivo della Dea celtica Brigit e dell’indiana Sarasvati, che incarnano l’archetipo della Dea fanciulla, legata alla musica, alla poesia e alla guarigione. L’idea è quella che attraverso la musica si possano veicolare emozioni intense, messaggi che possano quanto meno provocare una riflessione su tematiche spinose come la costruzione di una società basata su valori come la partnership tra i sessi, l’empatia, la collaborazione, condivisione ed inclusione invece che separazione e competizione. Le mie ispirazioni sono state Kathy Jones e la sua idea di MotherWorld, oltre agli scritti di Marjia Gimbutas, Riane Eisler, Naomi Klein, Jeremy Rifkin e Noam Chomsky.

Stilisticamente non siete facilmente catalogabili, è una sorta di prog metal, ma con uno spirito epico e suonato con una ricerca del dettaglio. Mi ha colpito la produzione, veramente buona. Come avete lavorato in studio?
Innanzitutto grazie mille! Siamo sempre molto felici di sapere che la nostra musica è apprezzata. Abbiamo registrato batteria e voci presso lo studio One Black Sock di Carlo Fajo Girardi a Torino, Fabio e Daniele invece sono dei draghi della tecnologia e hanno registrato a casa, li ammiro molto. Abbiamo poi affidato mix e master ad Andrea Fusini di Fusix Studio, davvero molto bravo, è riuscito a tirare fuori un sound efficace, soprattutto per una band underground e alla prima release come noi. Ovviamente c’è sempre qualcosa che si poteva fare meglio, ma comunque per le risorse che avevamo e le difficoltà che abbiamo incontrato il risultato è stato nel complesso molto buono. Siamo stati fortunati ad aver trovato l'Andromeda Relix, un'etichetta discografica che ha creduto in noi da subito e che sta facendo un lavoro promozionale ottimo.

Ci parli del contenuto dei testi e del titolo “Anima Era”, molto bello e suggestivo e come mai è in italiano, mentre voi cantate in inglese?
Parte del messaggio dei miei testi l’ho accennato prima parlando del nome Feronia. Affronto tematiche che per me sono molto importanti. Personalmente ritengo che le religioni monoteiste, il patriarcato, ponendo l’Uomo al vertice della piramide della Creazione, abbiano una grande parte di responsabilità riguardo il disastro ecologico, etico e umano che incontriamo tutti i giorni e che ha conseguenze drammatiche. Siamo sull’orlo dell’estinzione, stiamo devastando il Pianeta, l’emergenza delle popolazioni massacrate dalla guerra mi provocano un dolore enorme. Scelgo però di ribellarmi al cinismo, al senso di impotenza e alla disillusione che tutto questo può suscitare, scelgo di fare quello che posso per cercare quanto meno di arginare queste follie, se non promuovere un cambiamento sostanziale di paradigma. Il titolo Anima Era lo ha proposto Fabio: il senso è quello di potere, nel nostro piccolo, contribuire alla costruzione di un’Era in cui l’Anima, la parte più autentica di ognuno di noi, possa esprimersi e contribuire alla guarigione della nostra società malata e quindi del nostro amato Pianeta Terra. È in italiano perché ci piaceva il suono e il messaggio, ci è sembrato efficace e quindi lo abbiamo accolto subito con entusiasmo.



State raccogliendo ottime recensioni un po’ ovunque. Ve lo aspettavate? E voi invece che critica vi fareste?
Che dire? Noi siamo sempre stati convinti del valore del nostro progetto, sempre con molta umiltà, consapevoli dei nostri molti limiti, ma anche dei nostri punti di forza. Devo dire, però che i feedback che ci sono giunti sia dalle recensioni che dal pubblico hanno decisamente superato le nostre aspettative e di questo siamo immensamente grati! Pensiamo che sicuramente questo progetto poteva essere migliorato, sia in fase compositiva che in fase di produzione, la nostra intenzione è quella di apprendere dagli errori del passato per concentrarci sul comporre in futuro dei brani di cui essere soddisfatti se non al 100%, almeno al 95% (ride).

Secondo voi perché il pubblico italiano raramente fa squadra per portare in alto le nostre band, preferendo quasi sempre qualsiasi gruppetto straniero?
Questo è un tasto dolente, il detto “Nemo Profeta In Patria” ha sempre la sua validità. Il pubblico italiano è sempre stato esterofilo, io stessa mi faccio un esame di coscienza e mi rendo conto di essere stata, soprattutto da giovane, estremamente esterofila. Sembra che tutto quello che è italiano valga di meno, sebbene in Italia ci siano musicisti e band di grandissimo valore e che nulla hanno da invidiare a band estere. Abbiamo un problema con noi stessi, con la nostra italianità, credo. Personalmente porto il mio contributo cercando di essere sempre molto attiva nel supporto della band locali. Quando esco, praticamente 8 volte su 10 vado a vedere qualche concerto di band italiane. Seguo molto anche artisti stranieri, intendiamoci, ma credo che sia importante mettersi in gioco per primi nel supportare la scena italiana, e il primo modo per farlo è andare ai concerti e comprare cd e merchandise delle band.

Sappiamo che suonare dal vivo è molto complicato, perché si sono ridotti spazi e pubblico. Voi come vi state muovendo?
Confermo, sempre più difficile, molti club anche storici stanno chiudendo, in Italia come all’estero. Spesso si scatena l’annosa diatriba tra cover/tribute band che sono sempre più presenti perché “portano gente” al locale e le band che invece si dedicano alla creazione di brani inediti. Io credo che potrebbe esserci spazio per tutti se si volesse seguire una linea di inclusione: perché non far suonare cover-tribute band e band di inediti? Invece sembra che una scelta escluda l’altra e trovo che sia una visione miope. Personalmente non mi ha mai interessato suonare cover, ho un repertorio limitatissimo, il che è un grosso handicap per una cantante, le cover le uso come opportunità di studio, per migliorare la tecnica vocale, ma non mi permetterei mai di giudicare chi sceglie di suonare cover, si tratta di scelte personali, nella mia visione potrebbe esserci spazio per tutti, ma si sa che io sono un’idealista del c...avolo!
Il release party è andato alla grande, parteciperemo ad alcuni festival in primavera, per il resto ho ricevuto quasi nessuna risposta dai locali, abbiamo anche contattato qualche agenzia, ma anche lì nessuna risposta.... vedremo! Ti ringraziamo moltissimo dell’opportunità che ci hai dato di parlare di noi, in bocca al lupo per tutto e ROCK ON!






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