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Pubblicato il 23/02/2007 alle 14:58:19
Francesco e Roby Facchinetti: Aria di famiglia
di Antonio Ranalli
Al Festival di Sanremo Francesco e Roby Facchinetti presentano “Vivere normale”, brano che sarà contenuto nell’album omonimo di Francesco in uscita il 2 marzo.

“Vivere Normale” è il brano che Francesco Facchinetti, con coppia con il padre Roby Facchinetti, presenta al prossimo Festival di Sanremo. Il pezzo è contenuto nel disco “Vivere normale” (Fucsia Music / SonyBmg), lavoro discografico che sancisce il cambiamento artistico di Francesco. L’album contiene 7 brani, tra cui “Non cado più”, “Vivere Normale” e la cover “Tra me e te” dei B-nario. La produzione artistica e gli arrangiamenti sono di Francesco Facchinetti, Diego Calvetti e Simone Bertolotti. Roby Facchinetti è la storica voce dei Pooh, con i quali partecipò per la prima e unica volta al Festival di Sanremo nel ’90, vincendo con il brano “Uomini soli”. Francesco Facchinetti (classe 1980) comincia la sua carriera nel 2002 in radio a RTL 102.5, nel 2003 esce “La Canzone del capitano”, premiata con il disco d’oro e “Salta” che entra nelle 5 nomination dell’Italian Music Awards 2003, come “rivelazione dell’anno”. Nel 2004 partecipa al Festival di Sanremo con “Era bellissimo” ed esce il suo primo album “Bella di Padella”; partecipa all’Isola dei Famosi ; doppia il protagonista Rodney del film d’animazione sui robot e firma la colonna sonora della versione italiana del film dal titolo “Ridere ridere”. Nel 2005 partecipa alla 55° edizione del Festival di Sanremo con “Francesca”, ad aprile esce il suo secondo album “Il mondo di Francesca”. Lo abbiamo incontrato prima dell’inizio del Festival.

Antonio Ranalli: Ti presenta a Sanremo con un brano decisamente diverso dal precedente. Quali emozioni ti accompagnano alla vigilia del Festival?

Francesco Facchinetti: La cosa pazzesca di questo Sanremo e’ che ovviamente vado con mio padre. E’ un dato di fatto, ma andiamo con un brano che e’ il significato di questo duetto. Ammetto che qualcuno vedendo questa partecipazione puo’ aver detto che si tratta di un’operazione di marketing, o cose di questo tipo. Ma ti posso assicurare che mio padre, che e’ da 40 anni che fa questo mestiere e che suona con un gruppo storico come i Pooh, non avrebbe mai accettato di andare a Sanremo tanto per partecipare con me. Il vero significato di questo duetto e’ la canzone.

Antonio Ranalli: Com’e’ nata “Vivere normale”?

Francesco Facchinetti: Un giorno, intorno alle 2 del pomeriggio, e’ venuto a casa un mio amico con un Mac.
Mi fa ascoltare una musica che aveva scritto cantata in finto inglese. Nonostante le casse del computer erano piccolissime, usciva fuori la melodia. Quella musica mi aveva subito colpito. Cosi’ ho provato a vedere se avevo un testo adeguato. Scorrendo i testi che avevo nel mio computer, ne ho trovato uno scritto qualche mese prima che, secondo me, era perfetto. E’ raro che un testo scritto mesi prima possa andare bene su una musica mai sentita. Eppure la cosa e’ riuscita. Facciamo ascoltare il brano a mio padre e subito dice: “Che bello! Lo voglio cantare io”. Io allora gli rispondo: “Papà, per una volta che faccio un pezzo bello, vorrei cantarlo io”. Alla fine andiamo in studio e proviamo a cantarlo insieme. E li abbiamo preso subito l’emozione. Il brano alla fine e’ andato sul disco e, come per magia, e’ stato selezionato per il Festival di Sanremo. Andremo li perché vogliamo di fare sentire la canzone. Sanremo non e’ una cavolata: e’ il programma piu’ visto della tv italiana. Uno non va a Sanremo perché non ha nulla da fare. Se non ci fosse stata questa canzone non ci sarei tornato.

Antonio Ranalli: L’album contiene otto tracce, tenendo conto anche della ghost track. Hai fatto un’opera essenziale, facendo dunque molta attenzione alla qualità e al risultato dei brani inseriti nella track-list?

Francesco Facchinetti: L’8 e’ il mio numero fortunato. Tutti i miei dischi avranno 8 tracce. E tutti i dischi che mi piacciono di piu’ hanno 8 tracce. I dischi con tante tracce molte volte contengono pezzi non belli. E’ un disco concentrato, il prezzo e’ concentrato (10,90 euro) e piu’ di così non potevamo fare. Ci sono 8 tracce, contando anche la ghost track, che e’ una canzone vera e propria. L’ho voluta mettere li, perché per me ha un significato particolare, tanto che in futuro vorrei rifarla, magari cambiandole le parole. Questa e’ una versione embrionale. Per la prima volta ho voluto fare canzoni che non parlassero di cose lontanissime dalle nostre emozioni.

Antonio Ranalli: Anche la copertina del CD e’ particolare. Non compare il tuo volto per intero….

Francesco Facchinetti: E’ una copertina un po’ anomala e particolare, che ricalca il significato di “Vivere normale”, che parla di emozioni e discorsi universali, e anche la canzone parla di un rapporto padre e figlio, che vale per tutti.. Così anche quella copertina e’ di tutti, nel senso che al posto mio potrebbe esserci qualsiasi altra persone. Penso di aver abusato molto della mia immagine in questi anni. E’ importante che venga fuori la musica, così come le emozioni tristi. “Non cado piu’” ad esempio parla di un’emozione non proprio stupenda.

Antonio Ranalli: ”Tra me e te” e’ una cover del brano dei B-Nario, uscito negli anni ’90. Come mai questa scelta?

Francesco Facchinetti: Nel 1995, quando l’ho ascoltata per la prima volta, ho detto “porca troia questa canzone e’ mia, parla di me, della mia vita, delle storie d’amore che ho vissuto, di quando andavo a scuola, dei bar, delle periferie e delle compagnie che vai a frequentare”. Così dicendo mi sono detto che questa canzone era in qualche modo anche mia e che quando ne avrei avuto la possibilità l’avrei ricantata. Quando questa possibilita’ si e’ avverata ho chiamato Luca e Max dei B-Nario e loro mi hanno dato questa possibilità. Questa canzone per me e’ la storia della musica italiana degli anni ’90. Inoltre, nella ghost track del disco canto proprio con Max dei B-Nario.

Antonio Ranalli: Mi ha incuriosito “Superman”. Com’e’ nata?

Francesco Facchinetti: Ero nello studio di Diego Calvetti, il mio produttore. Aveva una suoneria sul cellulare con un riff che sembrava quello della musica di “Superman”. Al centesimo squillo di cellulare gli chiedo che musica era e lui mi dice e’ un brano che aveva appena fatto. Una canzone che si basava su un riff di chitarra. Siccome in quel periodo stava uscendo il film “Superman Returns” gli ho detto scherzando: “Visto che a noi ci piace pensare in grande perché non facciamo la colonna sonora di Superman?”. Ci siamo messi a scrivere il pezzo. L’idea e’ quella di una canzone d’amore con un video. Abbiamo immaginato un video di supereroi, dove c’e’ questa ragazza stupenda che alla fine del video al posto di innamorarsi del supereroe si innamorava dello sfigato di turno. E’ il pezzo piu’ movimentato dell’album, con lo stile anni ’80 che amo molto.

Antonio Ranalli: Considerando anche il tuo precedente repertorio, che si discosta per genere e stile da quello nuovo, come immagini il tuo prossimo tour?

Francesco Facchinetti: Lo scorso anno i vecchi brani li facevo tutti acustici. Quest’anno, invece, vorrei portare uno spettacolo con la band formata dai miei amici Matteo ed Emiliano Bassi alla parte ritmica, Fabrizio Frigeni alla chitarra e Simone Bertolotti alle tastiere. Ecco quello che desidero di piu’ adesso e’ fare un tour con una band.

Antonio Ranalli: Per concludere, visto che partecipi a Sanremo per la terza volta, che cosa hai imparato dalle esperienze precedenti?

Francesco Facchinetti: Dalla prima edizione ho imparato che a Sanremo devi cantare il piu’ fermo possibile davanti al microfono e non a petto nudo come ho fatto io. La seconda edizione, invece, mi e’ servita a capire che bisogna andare li a cantare delle canzoni, perché chi vede la manifestazione ama la melodia e le voci. Piu’ canti e piu’ sono contenti. Quest’anno sento che il brano e’ giusto per Sanremo. Sono contento di aver fatto una cosa melodica, ma non banale, visto che nel brano ci sono reverse di chitarra in stile Coldplay e abbiamo cercato di avvicinarci a suoni di gruppi come i Muse. Abbiamo ascoltato tutto quello che ci piace e lo abbiamo messo nel pezzo.

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