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Interviste
Pubblicato il 18/05/2006 alle 18:04:46
Maurizio Galia e le eccitazioni neoprogressive
di Paolo Ansali
Maurizio Galia parla a ruota libera di Maury e i Pronomi, di Paul Whitehead e i pupazzetti di Peter Gabriel..

Maurizio Galia parla a ruota libera di Maury e i Pronomi, di Paul Whitehead e i pupazzetti di Peter Gabriel..

Parlare di rock progressivo dalle nostre parti sino a poco tempo fa sembrava solo nostalgia. Le cose sono cambiate grazie a musicisti intelligenti come Maurizio Galia alias Maury, tastierista, cantante e autore di tutti i brani, artefice anche della parte grafica perché questa è la sua professione. La passione per la musica lo porta sin dagli anni 80 a formare alcune band come gli Aquael e i Promemoria. Il progetto Maury e i Pronomi nasce nel decennio successivo e il sospirato debut-album arriva nel 1995 con “Ziqquarat nel Canavese” mentre il successivo ”Tanganica, il passato e il presente” raccoglie materiale rimasto ingiustamente in un cassetto per molti anni con tre brani inediti. Il recente “(Ec)citazioni neoclassiche” pubblicato dalla Mellow Records di Mauro Moroni, è il vero secondo album. In un genere che si prende un po’ troppo sul serio è giusto che ci sia spazio per Maury e le sue sonorità, complesse e orecchiabili al tempo stesso, sospese tra un pizzico di storia e garbata ironia. Galia non nasconde la grande passione per i Genesis che lo ha portato a ideare i pupazzetti di Peter Gabriel e a collaborare con Paul Whitehead, storico disegnatore di cover iconizzate come “Nursery Crime” e “Foxtrot”. Il musicista torinese vuota il sacco e va a ruota libera, freewheeling, come direbbe uno dei suoi idoli.

PA: Il progressive in Italia è un genere di nicchia, specialmente per un gruppo come il tuo che ha sound più eterogeneo e meno classificabile. Ad un anno dall’uscita del disco, com’è il bilancio?
MG:“A livello artistico buono. Dal punto di vista delle vendite, non tanto, ma era prevedibile. Mi è stato detto che siamo arrivati a circa 400 copie vendute e nel corso di due-tre anni si può arrivare al massimo a 1500, stiamo seguendo la tabella di marcia prevista. Quello che tu chiami “sound eterogeneo” mi da delle buone soddisfazioni perché non è esattamente eterogeneo come dici. E’ vero che il suono dei miei dischi cerca di abbracciare più ascoltatori possibili ma non è una ruffianeria o peggio, un’ingenuità. E’ il mio linguaggio, semplice, diretto e orecchiabile. Al punto che sarò presente anche in un disco tributo preparato da Mauro Moroni, di cui non posso anticiparti nulla. Presto ci sarà un comunicato ufficiale.”

P.A:Nell’intervista a Musikbox della scorsa estate hai definito ”(Ec)citazioni Neoclassiche” un concept d’atmosfera più che un tipico lavoro narrativo. A cosa ti riferisci?
M.G:“Ho tentato di dare a ”(Ec)citazioni Neoclassiche” un’omogenea atmosfera di pathos. Ho parlato di Archetipi: la classicità ed il mondo degli Dei dell’Olimpo che tanto appartengono alla nostra cultura e gli Archetipi della nostra vita, compresi quelli del nostro vivere quotidiano. Ed ecco “Venezia”, Archetipo della città dei sogni o degli incubi, “Oceano”, sul mare dei nostri sentimenti,” Voglio Cambiare”, sulla frenesia di doversi rinnovare a tutti i costi e ”L’assenza”, sul passato e sulle persone care scomparse che non ritornano più.”

PA:In alcune recensioni su riviste prog è stato sottolineato in modo poco positivo l’aspetto vocale. Questo perché non sei un vero cantante ma un musicista a tutto tondo. Hai mai pensato al contributo di un vocalist di ruolo, un po’ come successe alla PFM con Lanzetti?
MG:"Sono poche le recensioni che me lo hanno fatto notare, comunque è una cosa che so benissimo. La mia non è una band. Sono un musicista/autore che si vende con quel nome perché con il mio vero nome sarei scambiato per un cantautore. Cosa che non voglio. Non ho nulla contro i cantautori perché sono cresciuto con le loro canzoni. Ci tengo a precisare che sono un’artista che scrive canzoni e musica di gruppo. Ho dovuto fare così perché dieci anni fa la mia band chiamata Aquael non ne volle più sapere e ho dovuto proseguire da solo, anche se con l’aiuto di alcuni di loro. Riguardo alla voce debbo dirti che ho critiche anche “dall’interno” ma chi mi pubblica mi apprezza così, perché ha capito di trovarsi davanti uno che scrive e canta le sue cose con l’anima. Io stesso ho tra i miei idoli gente che magari non sa cantare benissimo, ma possiede un’espressività da brividi, ad esempio Roger Waters, Bob Dylan ed il nostro mai dimenticato Lucio Battisti. Voci afone che hanno fatto miracoli. Bisogna dire basta a questa visione della musica progressiva con un grande cantante di ruolo che deve presentarsi sul palco con voce pirotecnica e magari truccato e con costume. Il mio disco è stato tra i pochi ad avere lodi su Rockstar e altre riviste nazionali. Al contrario alcune piccole riviste prog mi hanno trattato con sufficienza e in alcuni casi mi hanno stroncato. Ti dirò che possono andare a quel paese! Scrivo dischi per tutti e non solo per loro. Primo, perché i loro lettori non comprano CD di prog italiano. E’ un dato di fatto confermatomi da fonti sicure. Secondo, perché dedicano spesso molte pagine all’ennesimo gruppo che fa il disco con un cantante simil-Gabriel spacciandolo per “progressive” mentre è solo un recupero del passato. Non sono interessato al revival neo-prog e se il mio disco ha ancora delle cose legate ai 70’s, ebbene, nel prossimo ce ne saranno di meno.”

PA:Con il tuo lavoro di grafico hai conosciuto Paul Whitehead e hai collaborato con lui ad una mostra. Quali sono gli sviluppi futuri con il celebre designer?
MG:“Il prossimo giugno Paul sarà a Torino per una nuova mostra da me co-organizzata e posso annunciarti che dipingerà la copertina del mio prossimo disco. Con lui sono in sintonia su tutto, anche sulla musica. Anche lui è stufo di essere chiamato ad operare con gente “nostalgica”. Gli ho chiesto una copertina dello stesso formato di quelle dei Genesis, collegata con il contenuto del mio disco e ti assicuro che sarà epica. Mi rendo conto che qualcuno può leggere una contraddizione con quanto detto prima, ma il punto è che voglio dare continuità al vero prog. Voglio che la gente veda un discorso di rinnovamento tra il Paul con i Genesis del 1972 ed il Maury con Paul del 2007. E’ difficile, ma non credo impossibile.”

P.A: A proposito dei Genesis, raccontiamo la storia dei pupazzetti di Peter Gabriel ideati da te per essere messi in vendita come merchandising.
M.G:"Nel gennaio 1997 ricevetti una lettera firmata da Peter Gabriel in persona che manifestava il proprio apprezzamento circa il mio progetto di realizzare pupazzetti a sua immagine, da me disegnati e da mettere in vendita durante i suoi tour. Purtroppo, dopo alcuni prototipi costruiti a mie spese, nessun produttore si accollò l’onere di metterli in produzione e venderli. La cosa non ebbe seguito ma ebbi la soddisfazione di vincere un viaggio a Francoforte per assistere agli MTV European Awards 2001 e addirittura la Hasbro brevettò le mie idee tra cui una versione del Risiko pacifista. Non è detto che in futuro qualcosa possa essere realizzata.”

P.A:Parlami del nuovo album, ci saranno delle novità nel sound o seguirai le orme di quanto fatto fino ad oggi, in oltre vent’anni di attività?
M.G:“Ho già il titolo del nuovo album, che per metà è stato scritto. Mauro Moroni mi appoggerà nel progetto. Credo che potrebbe essere pronto entro la fine del 2007. Tutto per ora procede a rilento perché il mio vero lavoro quotidiano, di grafico va male. Guadagno poco e sino a quando non avrò sistemato questa faccenda tutto sarà fermo. Ti posso solo annunciare che il prossimo album sarà meno cantato e più strumentale, più rock, più attento alle novità contemporanee ma nell’ambito del prog. La musica non si può descrivere a parole, ma Mauro ha già capito dove voglio arrivare. Ultimamente compro volentieri dischi dei Porcupine Tree, Mars Volta e Radiohead. Tutto il resto che sa di revival, lo lascio lì sugli scaffali.”

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