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Pubblicato il 06/05/2007 alle 15:22:12
Facendo il pendolino, Simone Cristicchi avvince il pubblico fiorentino
di Giancarlo Passarella
Sabato 5 Maggio il Teatro Puccini di Firenze offre anche una standing ovation allo spettacolo Centro di Igiene Mentale che il vincitore del recente Festival di Sanremo presenta con molta professionalita' e partecipazione emotiva.

Sabato 5 Maggio il Teatro Puccini di Firenze offre anche una standing ovation allo spettacolo Centro di Igiene Mentale che il vincitore del recente Festival di Sanremo presenta con molta professionalita' e partecipazione emotiva.

Quasi tutto il pubblico presente sapeva che quello era uno spettacolo teatrale e non un concerto compilation dei successi piu' famosi di Simone Cristicchi: si apre il sipario ed appare un set minimale, una panchina, un televisore vecchio modello e l'ottima formazione che lo accompagna (composta da Olen Cesari, Desireč Infascelli, Davide Aru e Andrea Rosatelli) attacca con La Filastrocca della Morlacca... Tutto lo spettacolo (110 minuti tutti tirati, senza nemmeno la canonica pausa o intervallo) alterna riflessioni e dialoghi a canzoni, piu' o meno recenti: la cosa piu' bella e' intuire che l'artista e' abile nei giochi di parole, ma che questi non lo distraggono dal canovaccio centrale, quello dedicato al mondo dei matti e di come la censura abbia portato noi da questa parte del cancello o... forse sono loro ad essere aldila' di questo steccato? Il dubbio e' amletico e non viene mai esplicitamente risolto e non si offrono soluzioni e nemmeno panacee a questo tarlo.

Ma quello che ci piace qui ricordare e' la maturita' che il Cristicchi ha raggiunto, maturita' e consapevolezza di avere un progetto comunicativo assai personale, fondato sia sul suo modus vivendi, ma anche sulle esperienze lavorative che ha dovuto vivere ed affrontare: come ben sanno i vecchi matusalemme che frequentano i palchi teatrali (sia che parliamo di guitti che di musicisti o seri dicitori...) il grande successo puo' essere assai pericoloso, se non li sa gestire o peggio se da questo si viene costretti ad essere replicanti di se stessi. Quando Cristicchi ci racconta (sempre usando l'artificio del dialogo tra due matti...) che i migliori sono in Paradiso (Lucio Battisti, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Augusto Daolio, Ivan Graziani, Fabrizio De Andre', Domenico Modugno, Piero Ciampi, Giorgio Gaber, Rino Gaetano..) e che invece liberi scorazzando ancora i Pooh (arrivando addirittura a replicarsi...), la risata sgorga forte e gli applausi pure, ma in fondo rimane sempre un velo di tristezza, perche' lui sta solo raccontando la verita', quella cruda verita' che sui moderni campi di concentramento dei manicomi non ci hanno mai fatto sapere.

Simone Cristicchi nel look e nel linguaggio sul palco diventa Pendolino, frequentatore saggio del mondo del disagio mentale: il nome gli deriva dal suo atteggiamento ondeggiante e peripatetico, sia che cammini, ma anche quando e' seduto e riflette/pensa a voce alta. Cristicchi non e' un attore e non ha una preparazione da Actor Studios, ma si cala bene in questo personaggio. Diventa favoloso, quando racconta di alcune iniziative che Pendolino fa per riuscire a capire il mondo oltre il cancello del suo manicomio, come quando decide di darsi una appuntamento ed arriva anche tardi al suo appuntamento con se stesso: dato il successo del dialogo, sarebbe stato facile proseguire su questo tono, inventandosi magari un'altra iniziativa (stile Pendolino che va in barca e poi si perde e poi si manda i soccorsi da solo e poi non si trova...), ma Cristicchi riporta subito l'attenzione dello spettatore alla vera tematica dello spettacolo e lo invita cosi' a non distrarsi... ecco percio' una canzone a sottolineare un momento oppure ecco alcune interviste sullo schermo alle sue spalle, tratte dal dvd documentario che e' disponibile sia come dvd, sia in abbinamento con il suo ultimo cd.

Molti sono i momenti tratti dal libro uscito per la Mondadori (intitolato Centro di Igiene Mentale - Un Cantastorie tra i Matti), pamphlet costituito da mille pezzi altrimenti dimenticati in archivi polverosi: ogni lettera e' datata e si riferisce a storie personali di malati (o presunti tali) che si lamentano con tutti e con nessuno, ma che vogliono sostanzialmente comunicare. E questo e' il rostro che Cristicchi usa per tutto lo spettacolo: comunicare, semplicemente comunicare... Puo' sembrare la cosa piu' semplice ed invece e' lo sforzo piu' incredibile che deve fare l'essere umano: quando arriva in maniera soft (dolcemente soft) Ti Regalero' Una Rosa, un groppo alla gola arriva a tutti ed anche sul mio viso gli occhi trattengono a stento le lacrime. Succede una cosa molto bella (che ho visto pochissime volte fare al pubblico fiorentino negli ultimi decenni): non in maniera isterica (ma all'unisono) tutti si alzano in piedi e comunicano al nostro cantastorie che hanno capito e che sono in sintonia con lui, riconoscendogli cosi' l'apprezzamento per tutto il lavoro che ha compiuto.

La sua umanita' poi strabocca al termine dello show: entra in sala e si concede all'abbraccio popolare. Ha parole per tutti, una carezza per chi l'aspetta, una foto assieme per chi tanto l'ha agognata... niente di speciale, perche' in fondo sta solo comunicando.


La foto propone il nostro Antonio Ranalli, uno dei primi a complimentarsi nel backstage del Teatro Ariston con il neo vincitore del Festival di Sanremo. Era la notte tra il 3 ed il 4 MArzo 2007 ..

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