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Recensioni
Pubblicato il 18/12/2009 alle 11:57:27
Alessandro Hellmann e Nestor Band - Summertime blue The Olesnica sessions (Musica Made in Biella / 3Lune Records, 2008), di questo parliamo in terra polacca
di Giancarlo Passarella
Pop italiano, tra l'acustico ed il rock: ma in questo disco del 38enne genovese Alessandro Hellmann (ma vive in tutto il mondo) sono forti le reminiscenze di Leonard Cohen, Claudio Lolli, Vinicio Capossela ed il Francesco De Gregori di Piccola Mela.

Pop italiano, tra l'acustico ed il rock: ma in questo disco del 38enne genovese Alessandro Hellmann (ma vive in tutto il mondo) sono forti le reminiscenze di Leonard Cohen, Claudio Lolli, Vinicio Capossela ed il Francesco De Gregori di Piccola Mela.

L'intreccio amoroso, il blue tenue e forte di un cielo estivo, le mani che corrono sui tasti del pianoforte ed il suo darmi la mano in modo garbato: questo e' Alessandro Hellmann!

Mi metto in tasca una piccola mela: questo cantava Francesco De Gregori nei suoi primi anni, mentre il nostro Alessandro Hellmann si domanda di che cosa realmente si parla, quando si affrontano argomenti amorosi. Questa discussione ha reso insonni notte di diverse migliaia di poeti e nessuno e' mai riuscito a risolvere qualcosa o a capire le apparenti dicotomie che sono insite nello stare male, pensando alla dolcezza di un volto femminile o al profumo del proprio amato sulla camicia abbandonata sulla spalliera del letto.

La bibliografia di Hellmann e' assai cospicua e prevede....
• La persistenza delle cose” (Prospettiva Editrice, 2004), poesie
• Storia di nessuno” (Prospettiva Editrice, 2005), poesie
• Cent’anni di veleno. Il caso Acna: l’ultima guerra civile italiana (Stampa Alternativa, collana Strade Bianche, 2005), romanzo-inchiesta
• Cuba. La rivoluzione imperdonabile. Da Cristoforo Colombo a Bush (Stampa Alternativa, collana Eretica, 2008), in collaborazione con Nicola Pannelli
• Senza fermarsi. Parole dal viaggio (Azimut, 2008) – include i racconti inediti Cracovia e Strasburgo
...e tutto cio' dimostra un fuoco sacro che rade vigoroso, ma c'era bisogno di dare alle stampe anche un disco? E come e' nato un progetto cosi' bello, sin dalla copertina che e' uno scatto fotografico assai blues?
La risposta sta nell'animo dell'artista: l'uso della musica (per di piu' fatta con un sestetto jazz di musicisti polacchi, recuperati in modo avventuroso.... quasi da trama di un film o di un romanzo!) e' un mezzo principe per comunicare, compreso anche da chi non riesce a capire la nostra lingua o il tentare di entrare in dialogo/comunicazione con l'inglese, il francese o financo l'esperanto.

Lo si capisce dall'iniziale Gas per Chopin, brevissimo brano basato su qualche nota al pianoforte, violentata da un signore (?) che urla in tedesco. Il suo atteggiamento e' da lupo affamato che vuole sbranarsi le pecore di turno, ma la razza ovina non e' un caso che ritorni anche nell'incontro tra Hellmann ed il sestetto jazz polacco...Siedo a un tavolino del Klub Rura di Wroclaw, ad una cinquantina di interminabili chilometri da Swidnica, la cittadina in cui mi trovo a vivere da qualche mese. Di fronte a me un paio di amici polacchi che hanno deciso che per il mio trentacinquesimo compleanno avrei dovuto necessariamente ingerire un congruo quantitativo di birra. Sul palco del locale il Tadeusz Nestorowicz Sekstet, che il congruo quantitativo di birra deve averlo già di gran lunga superato, cesella deliziose atmosfere vintage, con un affiatamento e una padronanza che non sembrano risentire del tasso alcolico. Nell’intervallo, mentre tento di dirigermi barcollando verso il bagno, mi ritrovo davanti Tadeusz, il trombettista, un uomo sui cinquanta contenuto a fatica dalla cintura stretta alla vita, con un viso che ispira simpatia, disegnato intorno a due baffi di una certa importanza, e, non ultimo, un jazzista di prim’ordine per tecnica, colore e inventiva. Mescolando l’inglese a qualche parola di polacco gli dico qualcosa che in questo momento non ricordo ma dalla quale lui deve rimanere molto colpito, tanto che cominciamo a parlare a ruota libera di Chopin, di Miles Davis e forse anche del Papa. Tira fuori dalla tasca una foto che lo ritrae mentre suona la tromba travestito da pecora. Vedi cosa bisogna fare per arrivare alla fine del mese?, mi dice, Te lo immagini Chopin costretto a suonare i notturni travestito da pecora? Al tempo del comunismo certe cose magari non andavano, ma c’era rispetto per gli artisti...

Il rispetto e' una delle costanti di questo disco che scorre soft nel mio lettore: rispetto per gli altri, per il pianoforte che e' compagno di vita, per tutti quelli che hanno a loro volta rispettato il padre quando era in vita, per Chopin e chi lo violenta e per il vivere intensamente le cose che ci danno energia, anche se lontane da noi. L'aspetto esile e dolce di Hellmann, mi ha permesso di prenderlo in giro ogni volta che l'ho presentato: il suo cognome e foriero di sangue e violenza, mentre la sua creativita' ti prende per mano, si mette in tasca una piccola mela e ti invita a vivere ogni interno notte in cui ti imbatti, anche se la luce del sole (magari estivo) sembra un muro impenetrabile. Questo perche'...Guardo il pavimento come si guarda il mare / ora che c'è tempo / che c'è il tempo soltanto / e sopra il cielo è vuoto / il cielo è appeso a un filo / e che dio ci aiuti / a capirlo il cielo...

Esattamente quattro anni una intera puntata di Demo e' stata a lui dedicata e Michael Pergolani e Renato Marengo hanno fatto un gran lavoro di scouting nel presentare la poesia di Alessandro Hellmann al grande pubblico.

Alessandro Hellmann e Nestor Band - Summertime blue
01. Gas per Chopin
02. Di cosa parliamo quando parliamo d'amore
03. Le tue mani
04. Dormi
05. Giorni strani
06. A mia madre
07. A volte ritornano
08. Sulla spiaggia
09. Blues for GJMJ
10. Interno notte
11. Hejnat Miasta Wroclaw

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