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Pubblicato il 09/02/2015 alle 13:53:23
Luigi Grechi De Gregori e Francesco Pugliese: noi non ci sanremo
di Alessandro Sgritta
Abbiamo intervistato il cantautore Luigi Grechi De Gregori, che il 10 febbraio sarà insieme a Francesco Pugliese a L'Asino che vola di Roma per la serata Noi non ci sanremo, sesto appuntamento della rassegna I giovani del Folkstudio.

Abbiamo intervistato Luigi Grechi De Gregori (nella foto), cantautore e fratello maggiore di Francesco De Gregori, che sarà insieme a Francesco Pugliese il 10 febbraio a L’Asino che vola di Roma per il sesto appuntamento della rassegna "I giovani del Folkstudio" che in coincidenza con la partenza del Festival di Sanremo avrà per titolo “Noi non ci sanremo”
Con l'intenzione di far conoscere alcune energie creative sparse un po' per tutta la penisola e ascoltare artisti come Daniele Chiaramida, Fabrizio Emigli, Leo Folgori, Mario Fommei, Ugo Mazzei, Stefano Migneco, Gigi Perazzelli, Luca Rovini, Francesco Tecca, Toni Turco e tanti altri…

Partiamo dal titolo della serata: Noi non ci sanremo… vuole essere un contro festival?
Ovviamente scherzo perché non possiamo fare concorrenza al Festival di Sanremo, era un modo di prendere le distanze e dire “esistiamo anche noi” che ci muoviamo in un’altra direzione, che è soprattutto un modo di ascoltare, di vivere e di fare la musica più diretto e comunicativo, del resto mi è sempre piaciuta più la musica dal vivo di quella registrata o in televisione…

Sarete in scena con Francesco Pugliese con cui avevate costituito il duo Cisco & Ludwig…
Sì noi eravamo “I giovani del Folkstudio” quando Giancarlo Cesaroni ci aveva affidato questo spazio le domeniche pomeriggio, così quando ci siamo ritrovati ci è sembrato giusto chiamare così questa rassegna anche se giovani non lo siamo più…

Ci saranno anche dei giovani cantautori emergenti? So che avete spesso ospiti…
Sì, di solito (tranne questo martedì) prima degli spettacoli abbiamo il palco aperto a chiunque voglia proporre una canzone da far ascoltare, senza nessun preascolto o provino, ci fidiamo del buon senso di chi viene che sappia cosa vuol fare, per la serata “Noi non ci sanremo” abbiamo ospiti che vengono dalla Sicilia, dalla Toscana, dall’Abruzzo, quelli che vengono da fuori Roma faranno 2 canzoni a testa, quelli di area romana faranno una loro canzone, sarà una specie di festival anche questo solo che non diamo nessun premio, non scegliamo il migliore, non è un concorso, non è una competizione (anche questo mi piace), vogliamo far sapere che esistono anche altre musiche che non sono “contro Sanremo” (nella musica niente è contro) ma sono altre che si muovono attraverso una loro strada…

Ci sono già dei nomi che possiamo annunciare o è una sorpresa?
Sì anche se non sono famosi, quello che viene da più lontano è Ugo Mazzei da Siracusa, poi c’è Leo Folgori che da poco ha pubblicato il suo disco (per la MArteLabel), Daniele Chiaramida, Fabrizio Emigli, Leo Folgori, Mario Fommei, Stefano Migneco, Gigi Perazzelli, Luca Rovini, Francesco Tecca, Toni Turco…poi naturalmente ci sarò anch’io che farò una canzone, la prima che mi verrà in mente, tutti i martedì faccio un pezzo in genere…

Su Sanremo la pensi come tuo fratello Francesco che in “Ciao ciao” (omaggio a Tenco) cantava “che m’hai mi ha visto e mai nemmeno mi vedrà…”, è un posto dove non andrete mai nemmeno se vi invitassero?
Io rispondo a nome mio, a me nessuno mai mi chiamerà per andarci, è facile dire che non ci andrò mai, non è che uno decide di andarci o meno, è che per come mi sono mosso io in tutta la mia vita nessuno a Sanremo mi chiamerà, in realtà nemmeno al Premio Tenco mi hanno mai chiamato, sono stato premiato dalla giuria di giornalisti delle Targhe Tenco per la canzone “Il bandito e il campione” (nel 1993) e l’anno scorso sono stato a suonare in un concerto dedicato a Woody Guthrie dov’ero ospite e cantante dell’orchestra di Ambrogio Sparagna con Francesco all’armonica, ma anche lì non ero invitato da Sanremo, io comunque non ce l’ho con il Festival né con i sanremesi, è diventata una manifestazione ingombrante che rappresenta un certo cerchio di artisti e non tutto quello che succede musicalmente in Italia, anche solo nell’ambito della canzone…

Pino Marino, cantautore romano che è uno degli ultimi ad essere uscito dal Folkstudio di Cesaroni, ha detto recentemente che non esiste la canzone d’autore ma gli autori di canzoni, che ogni volta si trovano di fronte a un bivio e scelgono che tipo di canzone scrivere, è d’accordo?
Ne ho sentito parlare anche se non sono molto aggiornato sulla scena musicale, viaggio molto su Internet, un tempo c’erano gli autori e poi c’erano i cantanti, si suonava con l’orchestra come a Sanremo, la musica pop era fatta da cantanti accompagnati dall’orchestra, poi c’erano gli autori che scrivevano i pezzi, il rock e il folk (il rock poi deriva dal folk e dal blues, con la differenza di essere una musica indipendente che non viene dall’alto ma dal basso) hanno fatto piazza pulita e hanno distrutto questo schema, al posto dell’orchestra c’erano i gruppi di poche persone, gli autori spesso erano i musicisti, è cambiato il modo di fare musica…

Ha ancora senso oggi parlare di "canzone d’autore", non trovi superata questa definizione?
Sì certo, anche se non è che uno si mette a pensare “adesso scrivo una canzone impegnata, la scrivò così o la scrivo colà…”, diciamo che un cantautore (io preferisco usare il termine “folk singer”) è uno che ha la voglia di cantare pezzi suoi o degli altri e tutto quello che gli viene in mente ma non pensa già alla pubblicazione, una canzone la fa perché gli scappa, almeno così la vedo io…

Il tuo ultimo disco “Angeli & Fantasmi” è del 2012, hai in programma un nuovo lavoro?
Siccome le copie stampate di “Angeli & Fantasmi” sono esaurite allora ho deciso di fare una specie di compilation di 20 brani, che sono praticamente quasi tutto “Angeli & Fantasmi” e altri brani dai due dischi precedenti (“Pastore di nuvole” e “Ruggine”), quindi sono pezzi dal 2003 al 2013, l’ultima produzione ufficiale e poi tutta la mia autoproduzione, sentendolo tutto di seguito devo dire che ha un senso…

Il tuo primo disco “Accusato di libertà” è del 1975, (per motivi anagrafici) hai iniziato a fare musica prima rispetto a tuo fratello Francesco?
Sono stato il primo ad andare in televisione e ad esibirsi al Folkstudio ma è stato lui il primo ad incidere un disco…

Chi ha influenzato l’altro? Vi siete influenzati a vicenda?
Quando vivevamo insieme a casa dei nostri genitori io ero quello che portava Leonard Cohen, Bob Dylan, Joan Baez, Pete Seeger, ecc. lui era quello che portava invece De André, Jannacci e gli italiani in genere, poi io ascoltavo i suoi e lui ascoltava i miei, il nostro primo linguaggio musicale è comune…

Ancora oggi ti è rimasto questo amore per la musica folk-rock americana più che per quella italiana? so che suoni molto anche negli Stati Uniti…
Io ascolto di tutto, anche musica italiana, ci sono dischi che ascolto di più negli ultimi anni, ad es. un cantautore cubano, un gruppo texano, ascolto musica cilena, sudamericana, francese, non solo country…

La musica ascoltata va quindi anche al di là di quella suonata live o nei dischi, ti è mai venuto in mente di fare della musica diversa, più contaminata?
Io faccio quello che so fare, sono già contaminato abbastanza, non mi pongo mai il problema di fare delle novità, l’incontro dei musicisti suggerisce il tipo di musica, avendo degli amici che suonano in una certa maniera è facile che vengano fuori dischi di un certo tipo, mi è capitato di conoscere Tony Cercola (un famoso percussionista napoletano che ha suonato anche con Pino Daniele, ndr.) e mi è venuta voglia di fare anche qualcosa con lui se capita il pezzo giusto, ad es. una canzone senza chitarra e con altri strumenti, sono gli incontri che cambiano il tipo di musica, non sono cose decise a tavolino, forse a Sanremo fanno così, io no, magari così produco di meno ma sono più convinto di quello che faccio…

Ci puoi raccontare qualcosa in più di Francesco Pugliese per chi non lo conosce?
Lui suonava con me al Folkstudio, eravamo “Cisco & Ludwig” ai tempi de “I giovani del Folkstudio”, poi lui si è laureato in medicina e ha fatto una brillante carriera al Policlinico, quando è andato in pensione è tornato a dedicarsi alla chitarra riprendendo a suonare il repertorio del folk-revival degli anni ’60 e ’70 e mi ha dato la spinta di aprire questo spazio e di lanciarci in questa nuova avventura musicale…

Invece per quanto ti riguarda hai sempre fatto musica?
Ho fatto per 10 anni il bibliotecario alla Biblioteca Civica di Milano e poi mi sono dedicato solo alla musica, è un vizio che non posso abbandonare…

Come vedi la scena musicale attuale, c’è qualche nome interessante da segnalare?
Vivo molto isolato dalla musica, su Internet scopro cose e cerco quello che non c’è già, soprattutto giro molto per l’Italia nei piccoli posti e conosco dei musicisti che non sono sulla bocca di nessuno, è inutile che faccio dei nomi ma ci sono tanti artisti che potrebbero interessare anche il grosso pubblico se fossero conosciuti, non ho mai capito come fanno ad esserci dei “divi” o almeno presentati come tali che però non si sono mai sentiti suonare in giro, allora dove lo hanno imparato il mestiere? forse in posti come X Factor, scuole di musica, ma mi piace la musica fatta da gente che non è mai andata a scuola di niente, è difficile insegnare ad essere artista, uno può anche essere un bravissimo musicista ma questo non significa essere un artista, qualunque cosa voglia poi dire essere un artista, magari è un vagabondo o un fannullone…

Sono d’accordissimo, basta pensare a Piero Ciampi che certo non ha studiato al Conservatorio…
Lui certo non si è mai fatto pubblicità, è stato poco conosciuto in vita e per fortuna non è stato dimenticato…

Come canta tuo fratello Francesco in “Festival” (sempre dedicata a Tenco): “altri ne hanno fatto un monumento per dimenticare un po’ più in fretta”…
Sì certo ma è una canzone, non un articolo di giornale, sono versi poetici, non contiene accuse né veleni, il Premio Tenco è doveroso, so che quest’anno faranno un omaggio a Tenco anche a Sanremo (proprio con “Ciao amore ciao”, ndr.), non era mai successo prima…

Queste serate de “I giovani del Folkstudio” continueranno fino a quando?
Tutti i martedì alterni fino a maggio a L’Asino che vola, è un posto dove uno va perché trova delle persone che conosce, non facciamo pubblicità ad un artista in particolare, è facile chiamare un nome di richiamo e avere il pieno ma poi c’è il pubblico di quell’artista, invece a me piacerebbe avere più o meno sempre lo stesso tipo di pubblico, per cui le persone vanno anche per incontrare e conoscere altri interessati alla musica, cantautori e chitarristi, come avveniva anche al Folkstudio dove uno andava senza sapere quello che c’era quella sera, a L’Asino che vola non ci si passa per caso, è bellissimo ma un po’ isolato, come vivo io del resto in Umbria anche se vengo spesso a Roma…


Martedì 10 febbraio h.21.30
“I GIOVANI DEL FOLKSTUDIO”

LUIGI “GRECHI” DE GREGORI e FRANCESCO PUGLIESE
presentano
"NOI NON CI SANREMO"

L'Asino che Vola
Via Antonio Coppi 12/d, Roma
Tel. 067851563
(ingresso libero)

www.luigigrechi.it
www.lasinochevola.com

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