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Interviste
Pubblicato il 06/09/2017 alle 17:04:02
Thunder Godzilla: l'invasione del mostro stoner metal
di Beatrice Bonato
Trio dell'area patavina con le idee chiare: lo stoner metal è roba per uomini veri. Ecco perchè l'esordio omonimo suona selvaggio e primitivo. Ma nelle risposte alle nostre domande si dimostrano generosi e gentili. Potere del rock!

Trio dell'area patavina con le idee chiare: lo stoner metal è roba per uomini veri. Ecco perchè l'esordio omonimo suona selvaggio e primitivo. Ma nelle risposte alle nostre domande si dimostrano generosi e gentili. Potere del rock!

Ecco a voi Thunder Juga (bassoe voce) Thunder Jonny (batteria), THunder Espo (chitarra), i Thunder Godzilla.

Ciao ragazzi. Prima di diventare un trio, aveva avuto un percorso come quintetto. Puoi raccontarci i primi passi, con nome diverso e con cambio di direzione. Si narra anche di una sepoltura del vecchio nome. E come avete scelto Thunder Godzilla, nome peraltro splendido.
Salve Beatrice, grazie per quest'intervista. Il gruppo era nato dalla voglia di fare quel passo in più rispetto all'essere delle semplici garage bands che suonavano per gli amici, infatti all'epoca eravamo tutti reduci da altri progetti minori. Inizialmente abbiamo puntato sul mescolare le influenze musicali di ogni elemento (da qui il nome Crossfade) risultando in un alternative rock un pò atipico. Successivamente siamo rimasti in tre per motivi di lavoro e per un certo periodo abbiamo continuato con lo stesso nome, ma sentivamo che ormai lo stile non ci apparteneva più ed abbiamo puntato sullo stoner, che in quel momento rappresentava la nostra voglia di libertà di espressione. Il nome è nato di getto mentre stavamo discutendo su questo cambiamento. Godzilla è potente ed inarrestabile, totem perfetto per il suono che abbiamo scelto.

Da qualche anno lo stoner sembra vivere una seconda giovinezza, dopo gli anni ’90 dei Kyuss ed altri. Privi di grande successo, ma sicuramente con attestati di stima della critica? Voi perché avete scelto questo tipo di suono?
Principalmente perché cercavamo un genere che ci permettesse di sfogare la rabbia, ma allo stesso tempo che trasmettesse la nostra voglia di libertà. Lo stoner ci ha permesso di esprimere entrambe con i suoni rabbiosi e potenti, e con i riff psichedelici tipici del genere.

Com’è stato approcciarsi per la prima volta ad uno studio di registrazione? Avete suonato tutti insieme in diretta? Quanto tempo vi è servito per realizzare tutte le sessioni?
È stato esaltante visto che ci ha dato l'impressione di aver fatto finalmente quel "passo in più", obiettivo che aveva creato inizialmente il gruppo. La registrazione è stata fatta suonando tutti insieme ed è risultato il metodo più naturale per noi. Abbiamo fatto un tour de force iniziale di tre giorni in cui abbiamo registrato tutte le tracce. E' stato estenuante ma siamo molto contenti del risultato e del sistema di lavoro.

Dal vivo le vostre esibizioni sono molto coinvolgenti, rudi e primitive, suonate con se fosse sempre l’ultima volta. Pensate che lo spirito del rock sia proprio questo: dare tutto fino all’ultima goccia di sudore senza risparmiarsi?
Sicuramente. Per noi se sul palco dai tutto te stesso, divertendoti con tutta l'adrenalina possibile, riesci a trasmetterlo anche al pubblico che ti segue, che quindi oltre ad essere coinvolto musicalmente, lo è anche emotivamente. Di conseguenza noi vediamo il pubblico carico e ci diamo ancora più dentro, è una specie di circolo vizioso.

E a tal proposito cosa ne pensate che invece oggi molto rock, anche underground sia sin troppo laccato e rifinito? Quali sono i vostri gruppi storici, ma soprattutto attuali che vi piacciono?
Ogni gruppo ha le sue basi e le sue motivazioni, ed essendo il rock molto ampio come genere, a volte ci può stare. Noi puntiamo sulla semplicità e sull'impatto sonoro. Ovviamente come gruppi storici ci sono i Kyuss, Karma to Burn, Fu Manchu, come gruppi attuali invece gli svedesi Deville e gli olandesi Tank86. Inoltre gli italiani Black elephant e tutta la scena stoner locale come Rudhen, Megatherium, Douge, Ubris, per citarne alcuni.

L’esordio “Thunder Godzilla” è stato accolto molto bene dalla critica, cosa che in qualche modo ha sorpreso anche voi. Siete soddisfatti? C’è qualche critica che non vi ha convinto?
Non ci aspettavamo davvero tutte queste reazioni positive, essendo dopotutto una band "esordiente", siamo davvero soddisfatti e ancora più motivati per continuare sulla strada che abbiamo intrapreso. Le poche note negative che abbiamo ricevuto le usiamo come ulteriore stimolo per migliorare.

State lavorando a nuovo materiale? Pensate di proporre qualche cambiamento per il futuro?
Attualmente stiamo scrivendo parecchio materiale nuovo e lo stiamo rodando gradualmente nei concerti in modo da poterne ricavare un secondo album nel futuro. Siamo sempre in evoluzione, com'è giusto che sia, ma manteniamo sempre la nostra indole aggressiva e liberatoria, proprio come Godzilla.







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