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Recensioni
Pubblicato il 18/10/2011 alle 22:54:48
Dente – Io tra di noi (Ghost Records/Venus)
di Ambrosia J.S. Imbornone
Peveri ci consegna una delle piu’ ispirate pagine della musica contemporanea, in cui soffia un intimismo che ha il calore ostinato dell’abbraccio del ricordo e la lievita’ del lirismo semplice del quotidiano. Venato della consueta ironia.

“Ed io tra di voi / capisco che ormai / la fine di tutto e’ qui” recitavano alcuni versi della versione italiana della celeberrima Et moi dans mon coin di Charles Aznavour , che seguiva il dramma della percezione della fine di un amore, con l’emarginazione del protagonista, trovatosi suo malgrado nel piu’ classico e doloroso dei triangoli. Al suo interno, da un precedente rassicurante “noi” quell’ “io” scivolava istantaneamente nel sentire la propria estraneita’ rispetto a un nuovo “voi”.
Giunto al suo quarto album, Giuseppe Peveri, in arte Dente, invece, come gia’ fatto per titoli precedenti (Non c’e’ due senza te, 2007, L’amore non e’ bello, 2009), si rifa’ ad un’espressione consacrata dalla tradizione, modificandola secondo il suo intimismo, malinconico, eppure terso, nostalgico, ma fermo, nella luce dolce ed ironica con cui avvolge i ricordi.

Ecco allora che c’e’ ancora un io nell’angolo, ma che è punto di osservazione che si confronta con un noi, con quell’ “umilta’”, antitesi di ogni platealita' retorica, quell’approccio di basso profilo tipico di Dente, che pure appare clamorosamente, dolcemente, appassionatamente tenace nel perseverare nei sentimenti e nel loro prolungarsi nella memoria e nella narrazione, dato che tanto “non serve a niente fare finta di niente / come se io e te non esistesse piu’ “ ( Due volte niente ).

Quell’io per Peveri è sempre piu’ alambicco di un lirismo semplice, che attinge alle immagini del quotidiano con la grazia - di presa immediata - di una tenerezza calorosa e candida, al contempo sorridente e struggente (e struggente perche’ sorridente, dato che “disarm you with a smile”, come cantava Billy Corgan).

Ma ovviamente tra le vene di quell’Io-tra-di-noi scorre e si raffina ancora una volta una linfa surreale, che mescola in brani come Puntino sulla i e Pensiero associativo una giocosita’, ora lineare e quasi da cantilena (ostinata come l’indugio del pensiero sul volto dell’amata), ora piu’ sottile e colta, a un fondo di amarezza, che non tocca mai i livelli di un pathos melo’, ma sa ben esprimere, dentro la superficie del divertissement , il dolore della presa di coscienza di una distanza, da quando “e’ tutto all’inverso” (Puntino sulla i).

Cio’ che evita alla sofferenza di prendere il peso delle lacrime e’ anche l’antica, consueta ironia schietta, sempre piu’ potentemente icastica: Piccolo destino ridicolo trasforma la rabbia dinnanzi ad un “voi” che isola atrocemente l’io (“se lui l’ama / lei lo ama / a me? / a me non mi ama piu’ nessuno”) in sarcasmo su una storia che ha ben poco di “sublime” e romantico, ma si rivela una squallida, misera unione di “pochi piccolissimi centimetri” e tanto alcool, che soltanto la “noia” e una banale “voglia” fisica ha potuto determinare.



Musicalmente invece l’artista fidentino, complice questa volta l’aiuto della sua band e la produzione e mixaggio di Tommaso Colliva (Calibro 35, Afterhours, Twilight Singers, Muse) pare aver aumentato la cura dei suoni, allontanandosi un po’ da quel gusto per le produzioni dal sapore casalingo e lo-fi. Ora il suo minimalismo sonoro, pur restando integro e coerente, si veste di suoni piu’ rifiniti ed eleganti, che mettono in risalto una voce piu’ matura, anche se nei momenti quasi jazzati sembrano aver perso un po’ di quel colore “ingenuamente” (si fa per dire) indie. Questo e’ segno d’altronde di una crescita sempre piu’ evidente, che fa di Dente ormai una pietra miliare del cantautorato degli anni zero.

Nell’album Peveri inanella perle levigate, piccole e concluse nella loro durata misurata, di evidenza e splendore spesso commovente, lucide di grande classe e rara bellezza. Ci sono ballate che conducono un’introspezione concentrata sul cuore dei pensieri e del proprio sentire, guidata solo da voce e riff di chitarra lievi ( Due volte niente , Cuore di pietra, Puntino sulla i ), e che appaiono ormai sempre piu’ classiche nel repertorio dell’artista di Fidenza.

Ma nel disco soprattutto ci sono anche brani con arrangiamenti piu’ articolati, che rinnovano e contaminano con sempre piu’ netta sapienza alchimie di colori e volumi di suoni che ricordano il calore quasi “sacrale” del cantautorato anni ’70, nella sua intensita’ piena e intima; questo accade grazie alle note suadenti di Rhodes, a quelle sinuose dell’organo, o a quelle piu’ brillanti di piano, grazie alle linee di basso e all’orchestrazione di fiati e di archi, tra cui i violini di Rodrigo D’Erasmo e il violoncello di Daniela Savoldi (si ascolti ad es. Saldati ), e talvolta persino grazie alla ritmica (v. Giudizio uni versatile , che nel ritornello prende un piglio quasi disco).

Casa tua e’ un accorato ricamo-capolavoro di metafore che abbraccia il corpo dell’amata nel ricordo di una contemplazione estasiata. Una rievocazione, densa di nostalgia, e’ anche quella di Io si’, che pare dichiaratamente custodita solo dall’io, come se a quella domanda iniziale (“dimmi come e se te le ricordi / le cose che sanno solo di ricordi”)) fosse implicito, come risposta, il montaliano “tu non ricordi” de La casa dei doganieri ; essa si dipana in brevi fotogrammi di risonanza interiore, tra squarci di vita di paese e calde stanze di città.

Dente scrive, senza sofisticazioni intellettualistiche o pose maledette, alcune tra le piu’ ispirate pagine della musica italiana contemporanea, rinverginandola tra scintillii onirici di glockenspiel ( Puntino sulla i , La settimana enigmatica ) e suoni che, nelle atmosfere comunque fortemente acustiche delle canzoni, piene di luce, hanno il vigore puro e trasparente del songwriting new acoustic e dell’alternative anglofono da Badly Drawn Boy a Mr. E. E c’è persino un po’ di Brasile nella lunga coda al ritmo di samba di Rette parallele , che conclude l’album. Chapeau.



Tracklist:

1. Due volte niente
2. Piccolo destino ridicolo
3. Saldati
4. Casa tua
5. Cuore di pietra
6. Giudizio universatile
7. Da Varese a quel paese
8. Io si’
9. Puntino sulla i
10. La settimana enigmatica
11. Pensiero associativo
12. Rette parallele


(foto di copertina di Dente, foto di Ilaria Magliocchetti Lombi)

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