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Interviste
Pubblicato il 22/07/2014 alle 10:10:30
Federico Vacalebre alla ricerca dei neomelorap, anche su Europhone Radio
di Renato Marengo
Il giornalista napoletano stana i nuovi rapper: i suoi due programmi (Rappello Napoli e Vacalebrico) guardano al futuro, pensando all'humus creato negli anni'70 dal Napule’s Power.

Il giornalista napoletano stana i nuovi rapper: i suoi due programmi (Rappello Napoli e Vacalebrico) guardano al futuro, pensando all'humus creato negli anni'70 dal Napule’s Power.

Scrivere di musica è come danzare l'architettura. Così si presenta Federico sul suo profilo Twitter... sarò mica un ballerino di architetture?

Ancora una volta è da Napoli che viene la nuova musica italiana.

Mentre Clementino e Rocco Hunt vanno ai vertici delle classifiche con intere pagine a loro dedicate dai maggiori quotidiani nazionali, Federico Vacalebre stana i nuovi rapper, giovanissimi e agguerriti con un’ascoltata trasmissione nel web interamente dedicata ai “neomelorap” e ai nuovi poeti urbani.

Ancora una volta, era già avvenuto negli anno ’70 col Napule’s Power, le più significative novità italiane, provengono da Napoli, più precisamente dal nuovo scenario musicale campano, una vera e propria esplosione di rap, genere da sempre emarginato e certamente non gradito in certe radio, come quelle della Rai , e ne sappiamo qualcosa con Demo, unico programma di Rai Radio1 a trasmettere regolarmente rap su una grande rete nazionale, quando suggerivano a me e a Michael di evitare una programmazione “non in linea con quella della rete..” Del resto era già successo 12. o 13 anni prima concol programma Song’e Napule: preferivano che non mandassimo in onda cose come i 24 Grana, Almamegretta, Ciccio Merolla per non parlare dei “pericolosissimi” 99 Posse. Del resto la Rai degli anni ’70 reputava non commerciali e “pericolosamente impegnati” quasi tutti gli artisti del Napule’s Power, la NCCP come , Musicanova, per non parlare dei Napoli Centrale, Enzo Avitabile e dello stesso Pino Daniele. Ma addirittura ricordo che sia io che Raffaele Cascone ricevevamo continui “suggerimenti” di stare attenti a programmare alcune canzoni di Edoardo Bennato perchè ...rischiavano di fomentare e “scatenare” la rivolta giovanile.

Poi, per fortuna, a “furor di popolo” il rap, grazie anche al successo di vendita dei 99 Posse che sono stati “addirittura” ai vertici delle classifiche, si è prepotentemente preso lo spazio che meritava, i censori sono diventati più cauti, continuando però a negare la programmazione di rap e hip hop nelle fasce di alti ascolti. E questo nonostante i tanti articoli o saggi universitari come quello di Lello Savonardo, docente di Comunicazione presso la Facoltà di Sociologia della Federico II di Napoli, che nel suo nuovo libro Bit Generation definisce nuovi poeti urbani i giovanissimi rapper napoletani, Poi, poi siamo ai nostri giorni, Sanremo a sorpresa vede la straripante vittoria nella categoria “giovani” questa volta di un vero giovane, il diciannovenne napoletano Rocco Hunt con il suo rap-denuncia su un problema “bruciante” nel vero e proprio senso della parola. Ma stavano riaffacciandosi prepotentemente sulla scena Clementino, Lucariello, i Sangue Mostro, Ciccio Merolla e nuovamente Zulù con o senza i 99, gli A 67. Ma la vera e propria esplosione di rap nostrano non poteva che partire da Napoli. E per tanti motivi, musicali, sociali, ambientai, storici, culturali. E’ a Napoli che il disagio giovanile e la conseguente protesta spontanea arrabbiata, assolutamente slegata da caste e partiti, superano ogni tipo di soglia esistenziale, l’esplosione al di la della conferma dei consolidati rapper, ormai artisti di fama nazionale, viene da una vera e propria scuola, un nucleo sempre più sostanzioso di giovanissimi che gridano a voce alta, senza peli sulla lingua e per di più musicalmente con tutte le carte in regola, le proprie ragioni, i propri problemi. E in questo contesto il lavoro di Federico Vacalebre, che oltre ad essere il critico musicale del più diffuso giornale cittadino, Il Mattino, opera da anni, anche attraverso altri media, tra pop, rock, avanguardia e, naturalmente rap, dando spazio e voce, su emittenti “libere” a tutti questi veri e propri fenomeni poco più che quattordicenni che stanno imponendosi a macchia d’olio sulla scena nazionale.

Federico è soprattutto attraverso il mezzo radiofonico che stai stanando tanti giovanissimi agguerriti e creativi. Parlaci di questo lavoro sia di scouting che di divulgazione che fai con la radio....
Caro Renato, che dire? ….nella stagione appena conclusasi, ho scritto due differenti programmi: Rappello Napoli e Vacalebrico....
Rappello Napoli, è andato in onda - un'ora notturna alla settimana, con diverse repliche e poi podcast presi d'assalto - su Radio Crc, una delle principali emittenti campane, e su Radio Napoli 24, interessante e giovane emittente che trasmette solo materiali partenopei, classici e moderni. Scritto e ideato da me, affidato alla conduzione della sensuale Lucilla Nele e di dj Roberto Funaro, è l'unico format interamente dedicato al rap newpolitano, capace di scommettere sulla vittoria sanremese di Rocco Hunt, sull'esplosione di Clementino, ma anche su un babyrapper come Geko, quattordicenne di Pagani che racconta il tracollo del Belpaese con pochi versi, ferocissimi ...Stu Stivale è diventato n'infradito... Tra ospiti (praticamente tutti, da Rocco Hunt ai 99 Posse, da 'Nto ai Sangue Mostro), classifiche e dj set finali (griffatissimi: Gransta Msv, Breakstar, Uncino, Tonico70, Franky B...), abbiamo lanciato talenti, ma anche raccontato tendenze come quella, ora dilagante, del neomelorap. Premi come miglior programma dell'anno, freestyle memorabili, ipotesi di sviluppo televisivo per l'anno prossimo.

E l’altro programma che stai conducendo in radio e che hai fortemente personalizzato, sin dal titolo “Vacalebrico”...?
Beh si .... Vacalebrico, andato in onda con successo persino sorprendente, su una giovanissima web radio, Europhone Radio, e pronta ad un nuovo ciclo autunnale. Sin dal titolo, è evidente l'impostazione molto personale: ogni puntata raccontava un artista, una scena, un disco, una tendenza, persino un posto, alla mia maniera, lontana dalle accademie e dalle convenzioni, più attenta ai pensieri che alle chiacchiere, cosciente dei primati della vita e del rumore e del sesso sulla morte e la noia e i trottolini amorosi. E' successo che la puntata su Johnny Cash sia stata ascoltata (potenza del web...) anche a Nashville, quella su Jeffrey Lee Pierce abbia avuto il gradimento del produttore dei dischi-tributo dedicati al leader dei Gun Club, che quella su Pino Daniele sia stata un'anteprima nazionale della nuova versione di "Nero a metà", che le puntate - personalissime, piene di racconti di prima mano - su Joe Strummer e Fela Kuti abbiamo regalato buone vibrazioni a chi amava già quegli artisti, ma anche abbiano fatto scoprire mondi da esplorare a giovanissimi musicofili.”

Questo tuo secondo programma va in onda in tarda serata, buona fascia per i racconti?
Una narrazione notturna, un'ora di note che si facevano storie (la storia del Chelsea Hotel, la storia dei fratelli banditi dcel rock che un tempo si facevano chiamare Swell Maps, la storia d'amore e d'anarchia tra Fabrizio De André e Napoli, tra Mia Martini e Napoli), storie che si facevano note, per trasmettere quello che nessuno trasmette, per puntare alla pancia, al cuore, ai coglioni, al clitoride, al cervello, più che alla routine. Quello che le radio solitamente non fanno, quello che le radio non trasmettono, insomma....

Noi ringraziamo anche Sergio Cimmino, giovane giornalista napoletano che per MusicalNews.com ha seguito (puntata dopo puntata) tutti gli speciali radio di Federico Vacalebre...

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