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Pubblicato il 25/11/2011 alle 23:49:09
Antonio Ranalli: ''Ecco perchè il Premio Daolio si è fermato''
di Massimo Giuliano
La notizia è piombata come un fulmine a ciel sereno: il Premio Daolio di Sulmona quest'anno non si farà. Abbiamo voluto incontrare Antonio Ranalli, tra gli organizzatori della rassegna abruzzese, per farci spiegare meglio la situazione.

La notizia è piombata come un fulmine a ciel sereno: il Premio Daolio di Sulmona quest'anno non si farà. Abbiamo voluto incontrare Antonio Ranalli, tra gli organizzatori della rassegna abruzzese, per farci spiegare meglio la situazione.

Allora, Antonio, la notizia della sospensione del Premio Daolio ha fatto molto discutere. Quali sono stati i motivi che vi hanno indotto a fermarvi per un anno? Dobbiamo considerarlo uno stop momentaneo?
I motivi sono prima di tutto di natura logistica. Il “Maria Caniglia”, storico teatro lirico che dal 1999 ospita il Premio Augusto Daolio – Città di Sulmona, è chiuso dallo scorso settembre per lavori di ristrutturazione. In un primo momento abbiamo valutato l’ipotesi di trasferire altrove la manifestazione, ma a Sulmona non abbiamo strutture con caratteristiche analoghe a quelle del teatro (mi riferisco in particolare all’acustica). A dirti la verità c’è stata anche un’ipotesi di portare il Premio nella vicina Pratola Peligna, e per questo devo ringraziare per l’interessamento il vice presidente della provincia dell’Aquila, Antonella Di Nino, da sempre sensibile ai giovani e alle iniziative culturali. Ne abbiamo discusso molto io e Vincenzo Bisestile (che è l’anima vera del Premio, visto che senza di lui oggi non saremmo nemmeno qui a parlarne). Però i tempi erano troppo stretti, e quindi abbiamo preferito fermarci per un turno. Inoltre non nascondo che, come tutte le manifestazioni che si occupano di musica d’autore, anche il Premio Augusto Daolio di Sulmona ha le sue difficoltà: sono ormai tre anni che la Regione Abruzzo ci ha tagliato ogni forma di sostegno, il Comune fa quello che può, e se siamo andati avanti è stato solo grazie alla Provincia dell’Aquila. Ora è presto per fare previsioni per il futuro, ma da tutte le e-mail, telefonate e messaggi che ci sono pervenuti in queste ultime settimane, promettiamo che faremo di tutto per riportare i gruppi e i giovani cantautori a Sulmona, non appena sarà pronto il teatro.

Nel 2012, però, Sulmona sarà ugualmente presente al Tributo ad Augusto, in quanto proprio un artista sulmonese – Domenico Silvestri – si esibirà sul palco di Novellara…
Questa è una cosa che ci fa molto piacere. Domenico Silvestri parteciperà al Tributo ad Augusto in qualità di vincitore del recente Premio Augusto Daolio e Dante Pergreffi – Città di Loreto, organizzato dagli amici del Nomadi Fans Club “La Collina”. A differenza di altri artisti, Augusto viene ricordato con tante iniziative, molte delle quali riservate ai giovani musicisti. La vittoria di Domenico ci ha sorpreso, ma fino ad un certo punto, nel senso che lo seguiamo da un po’ e avevamo notato le numerose vittorie che riportava nei vari concorsi. Non vediamo l’ora di ascoltarlo sul palco di Novellara.

A proposito dei Nomadi, è proprio di queste ore l’annuncio dell’abbandono di Danilo Sacco. Te lo aspettavi? Cosa ne pensi?
La notizia mi ha sorpreso molto, anche perché Danilo era riuscito a farsi amare ed apprezzare da tutti, facendo ricredere anche coloro che, per ragioni affettive e musicali, sono più legati al periodo Nomadi di Augusto Daolio. Da tempo si vociferava di un suo desiderio di pubblicare qualcosa a suo nome, ma penso anche che alla base ci sia la voglia di rallentare un po’, di avere una vita più tranquilla. I Nomadi sono una grande famiglia, unita anche nei momenti difficili come questo. Condivido la risposta data da Beppe Carletti e dagli altri ragazzi del gruppo: le motivazioni di questa scelta sono solo dentro di lui. Anche noi gli auguriamo buona fortuna. Ma siamo convinti che la storia dei Nomadi continui, forte più che mai.

E’ vero che, dopo il successo del libro pubblicato per la Editori Riuniti, ti appresti a far uscire un nuovo volume sulla band emiliana?
Sì, è vero. Nel 2005, grazie alla disponibilità di Beppe Carletti, che non smetterò mai di ringraziare, e del direttore della collana “Momenti Rock” Ezio Guaitamacchi (che considero insieme a Fausto Pirito un grande maestro di giornalismo musicale), pubblicai il volume “Nomadi 1965-2005 – Canzoni senza patria e senza tempo”, una guida ragionata a tutti gli album e alle canzoni pubblicate dai Nomadi. L’idea era quella di essere meno biografici, visto che sono usciti tanti bei libri al riguardo, tra cui la biografia ufficiale scritta da Beppe Carletti, e di entrare di più nei contenuti e nell’analisi di testi e musiche. Mi ha fatto piacere ricevere tanti commenti e segnalazioni anche dagli estimatori più giovani del gruppo, che avevano tante curiosità da soddisfare. A distanza di alcuni anni ho accettato l’invito del direttore della collana “Tracks” della casa editrice No Reply a realizzare un volumetto sui Nomadi. Caratteristica di questa collana è che ogni volume parla di un singolo album, significativo per la carriera di un artista: hanno pubblicato ad esempio “Born In The U.S.A.” di Bruce Springsteen, “Via Paolo Fabbri” di Francesco Guccini e altri. Sui Nomadi la mia scelta è ricaduta su “Gente come noi”, che considero il capolavoro del gruppo, in quanto contiene brani amati da tutti, da “Gli aironi neri” a “Ricordati di Chico”, e soprattutto è l’album che ha visto i Nomadi ritornare al grande successo. Grazie alla disponibilità di Beppe sto ricostruendo quel periodo. Ma di questo ne riparleremo a febbraio.

Torniamo al Premio Daolio. In questi anni sono stati molti gli artisti che, usciti da questa rassegna, si sono poi affermati nel mondo della musica.
A tanti abbiamo dato una buone dose di incoraggiamento. Per stare ai casi più recenti Erica Mou, che nel 2008 vinse a Sulmona il premio per il miglior testo, è ora nella Sugar di Caterina Caselli e ha pubblicato di recente il suo album di debutto. Sono passati dalle nostre parti Raffaella Daino (Pivirama), Angelica Lubjan, Chiara Morucci, Federica Baioni, i Lalla Into The Garden (guidati da Laura Campisi), Alessandro Hellman, Pierluigi De Luca, Luigi Mariano, Luciano Ceriello, i Sintica di Torino, da cui è uscito fuori il cantante Alessio Testa, che abbiamo visto a settembre a “Star Academy” su Rai 2, Marco Parigi, i Ratti della Sabina (terzi classificati nella storica prima edizione del 1999), Marydim, Pierluigi “Piji” Siciliani, il cantautore più premiato d’Italia, e tantissimi altri. Mi scuso sin da ora se ho dimenticato qualcuno.

Ecco, parliamo di Piji: secondo me il punto di svolta del Daolio è stato proprio quando ha vinto lui, nel 2007. Forse è in quel momento che avete virato con decisione verso la canzone d’autore…
Non è che la canzone d’autore fosse stata trascurata negli anni precedenti. Ci sono stati tanti finalisti di grande qualità, però poi le giurie hanno deciso di volta in volta secondo il proprio cuore. Credo che quella che tu definisci “svolta” sia dovuta all’arrivo, proprio nel 2007, in qualità di presidente di giuria, del Maestro Andrea Lo Vecchio, che nella sua carriera i cantautori li ha frequentati per bene, avendo scritto - solo per citarne alcuni - per Roberto Vecchioni (“Luci a San Siro” non ha bisogno di commenti), per Mina, ma anche per un personaggio più pop come Raffaella Carrà. Sempre negli ultimi anni si è aggiunto il giornalista Fernando Fratarcangeli (direttore di Raro!), grande conoscitore di musica italiana, che quindi ha dato il suo contributo. E così dopo Piji, che abbiamo invitato lo scorso anno per tenere un concerto tutto suo, sono arrivate le vittorie di Chiara Morucci, Eugenio Solla e Frida Neri. Però non bisogna dimenticare il lavoro svolto nel periodo in cui è stato presidente di giuria Alessandro Centofanti, quando sono usciti artisti dal suono sicuramente attuale (come i Sintica e Luciano Ceriello) ma sempre attenti a una difesa della “canzone d’autore”, così come l’anno in cui è stato in giuria Edoardo De Angelis, un caro amico, che ha fatto la storia della musica d’autore italiana, sia in proprio sia producendo dischi di altri artisti come Francesco De Gregori. Consentimi di ringraziare alcuni dei giurati che sono stati più assidui, come Giancarlo Passarella, Michele Muti, Giancarlo Colaprete e Alessandro Sgritta.

Una parola anche sui big che si sono alternati sul palco del teatro Maria Caniglia: ne avete portati tanti, a Sulmona!
Per questo il merito è tutto di Vincenzo Bisestile, che dal 1995 ad oggi ha portato a Sulmona cantanti che forse prima, dalle parti di Corso Ovidio, si vedevano solo sui manifesti promozionali. Vincente è stata l’iniziativa di intitolare nel 1999 il parco fluviale di Sulmona ad Augusto Daolio, che ha richiamato l’interesse di tanti artisti della musica italiana. Vincenzo ha così tanto entusiasmo che ti coinvolge a tal punto che non puoi rifiutare un suo invito. Grazie a lui hanno suonato a Sulmona i Nomadi (in tante belle occasioni), Antonello Venditti, Claudio Baglioni, Francesco De Gregori, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, i Negramaro, Mango, Edoardo Bennato, Ivano Fossati, Eugenio Finardi e Vinicio Capossela: avete presente “Lomas de Sulmona”, contenuta in un dvd di Vinicio? Indovinate dove è nata? E poi la Pfm, che ha registrato il dvd di “Pfm canta De Andrè” proprio al teatro comunale di Sulmona. Ma potrei continuare all’infinito.

Non bisogna poi dimenticare che voi siete stati tra i pochi a conferire un Premio alla carriera al grande Sergio Endrigo quando era ancora in vita. Oggi che lui non c’è più, forse è “troppo facile” omaggiarlo.
Sergio Endrigo lo ricordo con grande emozione: una figura unica, un personaggio cui rendemmo omaggio nel dicembre 2003. Questo bellissimo momento è stato reso possibile da Edoardo De Angelis, produttore dell’ultimo album di Endrigo “Altre emozioni”. Ricordo che Endrigo venne a Sulmona con un ritratto che gli aveva fatto tanti anni fa Augusto Daolio. Fu una grande sorpresa per tutti, anche per la compagna di Augusto Rosanna Fantuzzi. Se sei una persona sensibile, di fronte a certe emozioni non puoi che metterti a piangere.

Per concludere, che bilancio puoi tracciare pensando al percorso fatto finora?
Sono stati anni fantastici. Ci sono tanti aneddoti da raccontare che non basterebbe un libro. Ricordo con emozione quando il giorno della prima edizione Giovanni Aversa trasmetteva su Rai 2 un’intervista a Vincenzo Bisestile per uno speciale di “Racconti di vita” con Augusto Daolio: trasmissione che avevano registrato qualche giorno prima a Via Teulada a Roma (dove andammo tutti) e che andò in onda poche ore prima della partenza della prima edizione. L’atmosfera del Premio la respiri anche dopo le esibizioni, nella cena finale e in altri momenti. Con tanti ragazzi si è creata un’amicizia e siamo ancora in contatto. E poi ricordo sempre il momento della scelta degli artisti, sulla base dei demo che ogni anno arrivavano sempre in grande quantità: se ci penso mi tornano in mente alcuni brani scartati per la loro surrealità. Tutto questo è stato possibile perché, anche nei momenti di difficoltà, c’è stato un gruppo sempre unito che ha rinunciato al proprio tempo libero – e, aggiungo, anche ai propri risparmi - per amore della canzone d’autore e per rendere onore ad Augusto Daolio e ai Nomadi. Per questo bisogna dire grazie a Vincenzo Bisestile, Luana Del Signore, Federica e Alessandra Bisestile, il Maestro Angelo Ottaviani, il Maestro Paolo Cavallone, Massimo ed Elia Santilli, Franco Quarantelli, Marco Bottazzi, Danilo Luce e Donato Angelosante.

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