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Pubblicato il 21/08/2007 alle 23:37:29
Riccardo Cocciante - Dalla forma canzone al melodramma (Editori Riuniti)
di Massimo Giuliano
Sbaglia chi considera Cocciante un cantautore noioso e pesante, che ad un certo punto della sua carriera, quando non sapeva più cosa fare, ha deciso di buttarsi nel musical. In realtà, il suo è stato un percorso naturale, come dimostra questo libro.

Sbaglia chi considera Cocciante un cantautore noioso e pesante, che ad un certo punto della sua carriera, quando non sapeva più cosa fare, ha deciso di buttarsi nel musical. In realtà, il suo è stato un percorso naturale, come dimostra questo libro.

"Dalla forma canzone al melodramma", scritto da Pierguido Asinari, ha come scopo principale quello di condurre il lettore attraverso un viaggio istintivo che esplori, vivendo dal di dentro l'arte di Riccardo, tutti i passaggi cruciali che lo hanno portato a modificare il proprio stile e le proprie esigenze creative. Il volume, pubblicato da Editori Riuniti, va letto con molta attenzione, dal momento che in più di un'occasione si addentra nella pura analisi musicologica delle canzoni, ma non manca di raccontare anche interessanti particolari - relativi, ad esempio, al rapporto di Cocciante con il mercato estero - che stuzzicheranno sicuramente la curiosità dei fan. Insomma, non solo Notre Dame De Paris, anche se alla fine è proprio qui che si approda: il punto fermo da tenere presente è che Riccardo Cocciante non è solo un ispirato autore di musical.

Anzi: l’interprete di “Bella senz’anima” e “Margherita” è da sempre, soprattutto, un cantante melodico dotato di romanticismo e di una voce personalissima, sentimentale e potente, a tratti quasi furiosa. Le riflessioni di Asinari permettono di esplorare a fondo gli oltre trent’anni di carriera dell’artista di origine vietnamita, comprese alcune sfumature inusuali per chi conosce il Cocciante classico: è il caso, ad esempio, di “Ora che io sono luce”, ritmata e molto anni ’70, o di “Indocina”, con una base techno-pop anni ’80. Le grandi doti vocali di Riccardo emergono sin dai suoi primi pezzi (“Io canto”, “Quando finisce un amore”, “Era già tutto previsto”), scritti in coppia con Marco Luberti prima di iniziare, a partire dagli anni ’80, la prolifica collaborazione con un Mogol appena separatosi da Lucio Battisti, che avrebbe portato alla creazione di piccoli gioielli come “Un nuovo amico”, “Cervo a primavera”, “In bicicletta”, “Se stiamo insieme” (il capolavoro di Cocciante) e “Questione di feeling”, in duetto con Mina. Duetto che torna con “Amore”, brano di punta di un disco di canzoni a due voci registrato nel 1994.

Il viaggio di questo libro parte dal 1971 e arriva fino al 2007, senza tralasciare gli ultimi due lavori in studio di Cocciante, “Innamorato” e “Songs”. Quest'ultimo, nel 2005, ha riportato Riccardo alla musica leggera proprio dopo il grande successo di Notre Dame de Paris e prima di "Giulietta e Romeo", altra perla in salsa musical, anche se Asinari fa notare che, nel caso del cantautore, sarebbe più corretto parlare di opera popolare. Inevitabile lasciare spazio anche al lato poetico delle liriche di Riccardo Cocciante: oltre al già citato Luberti, si parla del sodalizio con Pasquale Panella (“Sulle labbra e nel pensiero”, “Tu Italia”), nonché delle testimonianze sonore della firma in tandem con il compianto Gaio Chiocchio (“La nostra lingua italiana”, “Questo nostro grande amore” e “Il mio rifugio”), già al fianco di Amedeo Minghi. Musica che trasuda pagine vere dell’esistenza, perfettamente aderenti alla realtà. Perché in fondo, indipendentemente da come le si veda, quelle cantate da Cocciante sono sempre grandi emozioni.

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