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Interviste |
Pubblicato il 14/06/2017 alle 16:22:27 | |
Ululati di libera improvvisazione in The Wolf Session: la nostra intervista ad Antonio Jasevoli e Mauro Smith
Uscito in tutti i digital store da qualche mese, The Wolf Session è un viaggio di libera improvvisazione dove free jazz e fusion la fanno da padroni o forse free grunge jazz?
Uscito in tutti i digital store da qualche mese, The Wolf Session è un viaggio di libera improvvisazione dove free jazz e fusion la fanno da padroni o forse free grunge jazz?
Uscito ad Aprile,l'EP è un viaggio sperimentale nato per caso durante una vacanza in montagna da sessioni di libera improvvisazione e ne esprimono l'essenza...
Ma parliamone direttamente con loro. ..
Ciao! Leggo dal comunicato stampa, che tutto è nato per caso durante una vacanza in montagna in una Session di libera improvvisazione, ce ne volete parlare?
Eravamo in vacanza con le rispettive famiglie, il luogo era molto bello e suggestivo, così abbiamo ritagliato qualche ora per suonare un po’ ed avendo portato una strumentazione minimal, un piccolo mixer, un registratore stereo digitale, la chitarra, qualche pad di virtual drum appoggiato sulle sedie!..e le cuffiette del telefono, abbiamo registrato. Riascoltando, il risultato ci è sembrato affascinante, così avendo ricevuto una richiesta di eventuale materiale nuovo da Videoradio, abbiamo pensato di proporre queste sessioni.Beppe Aleo di Videoradio è stato coraggioso, visto la natura della musica non proprio semplice ed è venuto fuori questo cd, totalmente improvvisato.
Entrambi avete accumulato moltissime esperienze in campo professionale, sia con collaborazioni importanti che con progetti solisti, come vi siete, musicalmente, incontrati?
Ci conoscevamo dall’adolescenza, poi non ci siamo più visti per un paio di decenni, per poi rincontrarci quasi per caso da qualche anno, così dopo aver fatto percorsi musicali vari e diversi abbiamo iniziato a rifrequentarci musicalmente, suonando liberamente e divertendoci molto.
Dove nasce il titolo “The Wolf Session”?
Fondamentalmente dal luogo in cui abbiamo registrato, appennino centrale, montagna con neve, freddo ed ululati di lupi e bambini..
Ascoltando le tracce sento molto Free Jazz, Fusion…e soprattutto un buon interplay. Come sono nati i brani? O non c’è stata, assolutamente, una stesura prima.
.. personalmente sono contrario all’identificazione in generi, ma se necessario forse direi free, forse un po’ jazz, un po’ rock… Condivido pienamente nell’interplay, che è stato l’elemento determinante. Tra me e Mauro è stato naturale e perfetto dal primo momento che ci siamo rincontrati per suonare. La musica di Wolf Session è totalmente improvvisata, non ci sono sovraincisioni o manipolazioni, si ascolta esattamente ciò che è stato suonato.
L’ambiente dove tutto è nato, ha condizionato le vostre scelte d’improvvisazione?
Credo di si, spesso l’ambiente partecipa attivamente all’ispirazione, soprattutto se affascinante. In questi casi lo si lascia volentieri partecipare al processo creativo. Ci sono anche situazioni in cui è necessario escludere dall’ispirazione l’ambiente circostante perché magari non gradevole e preferire chiudere gli occhi e lavorare d’immaginazione.Ma in questo caso eravamo in una veranda tutta vetri che dominava la valle innevata, circondati dalle montagne e dai boschi, quindi natura meravigliosa.
Quale definizione per questo super lavoro, visto le lunghe improvvisazioni?
Affascinante, profondo e ricco di stimoli e contrasti interessanti. Impressionante dal punto di vista sonoro, anche considerando la strumentazione ridotta all’osso.
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