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Interviste
Pubblicato il 12/08/2016 alle 00:00:17
Chi li ferma gli Steel Raiser?
di Emanuele Gentile
Giunta al terzo album – “Unstoppable” – la band catanese sembra davvero inarrestabile. Siamo andati a trovarli per tastare il polso della situazione.

Giunta al terzo album – “Unstoppable” – la band catanese sembra davvero inarrestabile. Siamo andati a trovarli per tastare il polso della situazione.

Nati dalle ceneri di due precenti band fondamentali della scena etnea (per i non addetti ai lavori = etnea da Etna – nda) ossia Noble Savage e Valkija gli Steel Raiser stanno inanellando un album più convincente dopo l’altro a riprova di una continua maturazione artistica e compositiva.

L’intervista, effettuata con il bassista Salvatore Pizzimento, intende stilare un bilancio dei primi anni di attività degli Steel Raiser.

"Unstoppable" è uscito già da un bel pò...quale bilancio potete fare?
“Ciao Emanuele intanto colgo l'occasione, a nome della band, di ringraziarti dello spazio che ci concedi, e sempre un piacere per noi avere la possibilità di far conoscere gli Steel Raiser ad un pubblico sempre maggiore. Si, ormai è un anno che "Unstoppable" è uscito e i bilanci che ne facciamo sono sicuramente positivi. Noi sapevamo già prima dell'uscita ufficiale cosa avevamo tra le mani e le recensioni positive e l'accoglienza del pubblico hanno certamente confermato quello che pensavamo. Un grande passo avanti per noi e un motivo in più per continuare su questa strada.”

E' un album che dimostra il fatto che il sound della band è sempre più coeso...
“Dici bene, o almeno è quello a cui puntiamo. Si tratta di un percorso intrapreso sin dal primo album e piano piano ci siamo avvicinati sempre più al sound che desideriamo. Il lavoro è certamente ancora lungo e appassionante, ma alla fine il migliorarsi e il non pensare mai di essere arrivati ad una possibile meta, ti porta a raggiungere traguardi sempre più importanti.”

Sembra che sia sempre più evidente un "mood" tedesco...
“In un certo senso si. E' innegabile e più che evidente che le nostre influenze principali sono di stampo tedesco. In molte recensioni ci hanno definiti più tedeschi di tante metal band tedesche e a noi può fare solo piacere dato che si tratta sempre dei maestri del power.”

Quali gli aspetti più importanti che tenete presenti allorquando scrivete i pezzi?
“Ti dirò, non ci sono degli aspetti in particolari che riguardano la composizione di un pezzo. L'unica cosa che per noi conta è che esso funzioni, che rimanga impresso nella mente. Durante la fase di composizione ascoltiamo e riascoltiamo i pezzi e se essi, per qualsiasi motivo, non ci convincono, non fanno ardere quella fiamma che è dentro di noi, allora vengono messi di lato e ci dedichiamo a qualcosa di meglio.”

Il vostro background è la NWOBHM e il Power/Speed tedesco, come riuscite ad amalgamarli per avere un sound compatto e plausibile?
“Semplicemente facciamo e suoniamo quello che ci piace, che ci diverte. Lo dico sempre, abbiamo la fortuna di essere un gruppo veramente unito, nessuna prima donna, nessun poser, solo gente che vuole divertirsi e far divertire. Quando tutte le forze si concentrano su di un unico obiettivo allora tutto riesce senza troppe difficoltà. Ovviamente abbiamo lavorato per anni per ottenere tutto questo e ancora sono tante le cose che possiamo migliorare e rendere più compatte.”

"Unstoppable" da l'impressione di un gruppo in possesso di una grande energia…
“Ci proviamo, o meglio, cerchiamo sempre di mettere il massimo in tutto quello che facciamo. Il fatto che lo si possa notare dall'ascolto del nostro ultimo album ci da la conferma che siamo riusciti nell'intento.”

Energia che costituisce anche la base per i vostri testi?
“Come detto prima, l'energia, così come la passione e il divertimento che ne deriva sono alla base della ricetta Steel Raiser. Dunque anche nei nostri testi cerchiamo sempre di mantenere questi contenuti.”

Avete ora un nuovo batterista . Carlos Cantatore - ce lo volete presentare?
“Carlos è la grande sorpresa del 2016. Abbiamo avuto il piacere di conoscerlo la prima volta che abbiamo suonato a Vercelli e sin da subito si è creato quel rapporto genuino e sincero che dovrebbe fare da padrone nella scena metal in generale e soprattutto umana. Dopo l'abbandono di Antonio abbiamo manifestato la nostra volontà di averlo nella famiglia Steel Raiser e la sua risposta è stata subito si. Carlos, oltre ad essere un batterista eccezionale, è una grandissima persona, umile, allegra, piena di entusiasmo (nonostante il suo immenso background musicale) e positivo. Un amico, uno Steel, e siamo felici di averlo con noi.”

State già lavorando a nuovi brani? State già lavorando a nuovi brani?
“Si, attualmente siamo in uno stato avanzato della pre-produzione del nuovo album. Credo che entro la fine di quest'anno entreremo in studio per iniziare le registrazioni.”

Come si sta evolvendo il vostro sound?
“Ma più o meno il sound di “Unstoppable” rappresenta l'evoluzione attuale e quello a cui puntavamo sin dall'inizio. Tuttavia credo che qualche novità ci sarà con i prossimi lavori.”

Quali i compiti all'interno della band?
“Ognuno di noi cerca di dare il proprio contributo a tutti i livello, sia dal profilo artistico che da quello più prettamente manageriale. Sicuramente Gianluca e Alfonso, insieme anche a Giuseppe soprattutto negli ultimi due album, rappresentano il motore creativo della band, mentre io ad esempio curo più l'aspetto manageriale. Ma ripeto, non ci sono dei ruoli definiti, siamo una famiglia e come tale facciamo tutti il massimo.”

Come viene creato un brano degli Steel Raiser?
“Tutto parte da Gianluca e Giuseppe, che portano le loro idee in studio e da li iniziamo ad arrangiare il pezzo cercando di tirar fuori il massimo. Alfonso, e in qualche occasione pure io, ci occupiamo dei testi. Già in "Regeneration" abbiamo affinato il nostro modo di comporre, non senza duro lavoro, e siamo riusciti a migliorarlo ulteriormente in questo ultimo album. Tutti i membri della band collaborano alle idee iniziali ed il feeling creatosi negli anni ci permette di lavorare con più facilità al nuovo materiale.”

Quale il vostro trademark?
“La risposta è in “Unstoppable”. Ad oggi, per stile e suono, lo rappresenta benissimo.”

Vi interessare spaccare oppure mettere in evidenza le vostri doti tecniche?
“Il nostro interesse principale resta il divertimento, nostro e di chi ascolta e apprezza la nostra musica. Il metal è cuore e passione e il mettersi in mostra non è una caratteristica che ci appartiene.”

E' più facile essere una Metal band oggi oppure 20 anni fa?
“Se mi parli di "compra uno strumento e fai la metal band" è sicuramente più facile oggi che 20 anni fa. Per gruppi come il nostro tuttavia sarebbe stato più facile 20 anni fa ritagliarsi più spazio e magari puntare a qualcosa di più. Oggi il mercato è troppo saturo, le difficoltà logistiche spesso rappresentano barriere insormontabili e il denaro è forse più importante delle idee e delle capacità umane.”

Ci potete raccontare della vostra attività live più recente?
“Ultimamente ci siamo esibiti a Vercelli e Collegno (TO), due date condivise con gli amici Flamestrikes e Sail Away. Non era la prima volta che ci esibivamo da quelle parte e come sempre si è trattato di una bellissima esperienza, in compagnia di musicisti di alto livello e di un pubblico accogliente.”

Avete una nuova casa discografica, come vi trovate?
“Ci troviamo benissimo, la Iron Shield è un piccolo paradiso e Thomas è una persona disponibile e competente, che da il massimo per i suoi gruppi. Personalmente ho contattato tante realtà discografiche al momento della pubblicazione di "Unstoppable" e in poche possono vantare la passione per il metal della nostra label.”

Ci potete raccontare la scena Metal della vostra città Catania?
“Onestamente non so se posso definirla scena, ciò implicherebbe una qualche forma di movimento, di attività varie condivise tra i gruppi, di eventi che possano puntualmente coinvolgere un pubblico. Tutto ciò mi spiace ma non lo vedo. Si, ci sono tanti gruppi validi che come noi vanno avanti per la loro strada portando avanti i loro progetti, ma per il resto non c'è molto da raccontare.”

Quale la molla che fa andare avanti una band?
“La passione, il fuoco che nonostante le difficoltà della vita alimenta la nostra voglia di fare musica, di trasmettere le nostre emozioni a coloro che ci ascoltano e la soddisfazione di essere sempre li presenti nella scena. Questo è quello che ci fa andare avanti, e fin quando ci divertiremo non ci fermeremo.”

4 o 5 parole che indentificano gli Steel Raiser?
“Te ne dico solo una per non sbilanciarmi troppo... UNSTOPPABLE. Grazie Emanuele per lo spazio che ci hai concesso su Musicalnews.com. A presto e STAY STEEL!!!!!”





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