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Pubblicato il 06/03/2018 alle 09:15:37
La bellezza e l’interazione: Roberto Cacciapaglia inizia il tour italiano con un successo al Teatro Verdi di Firenze ..
di Giancarlo Passarella
Reduce dal trionfo di quello russo, il compositore strabilia i suoi fans che si lasciano trasportare dalla prima tappa del Quarto Tempo – Celebration Tour 2018: in apertura Davide Friello ed il suo handpan fusion ci rendono puri.

Reduce dal trionfo di quello russo, il compositore strabilia i suoi fans che si lasciano trasportare dalla prima tappa del Quarto Tempo – Celebration Tour 2018: in apertura Davide Friello ed il suo handpan fusion ci rendono celestiali puri.

Il concerto era sostenuto dalla Fondazione Lions Club Fiesole ed il presidente Fiorenzo Smalzi è stato più volte ringraziato nel corso della serata per l’iniziativa di creare (per ragazzi ipovedenti o non vedenti) un corso di operatore di massaggi olistici: una piccola perla in un oceano di beltà che ha reso l’intera serata un evento unico a cui mancare era impossibile. La dimostrazione quantitativa nel pienone al Teatro Verdi, ma anche la qualità del pubblico era di quelle che fanno bene al nostro afflitto amico fiorentino, reduce da 48 ore di profonda prostrazione (dalla morte di Davide Astori ad altri recenti fatti di cronaca nera, compresa la tornata elettorale) : salutare tra il pubblico (tanto per fare degli esempi) Giulia Mazzoni (giovanissima pianista, appena atterrata a Firenze dopo un tour in Cina) o il dottor Paolo Scarsella (innamorato della musica di Cacciapaglia, perché pregna di sincronicità e quindi utile alla cura delle nostre malattie, croniche e non), sono benefici che fanno bene a partire dal semplice stringergli le mani e fargli i complimenti per il loro lavoro.

Se Roberto Cacciapaglia si è dimostrato un cacciatore di perle in un oceano di emozioni palpitanti, la magia creata da Davide Friello ha lasciato strabiliati i molti che non lo conoscevano: il suo disco esce proprio sotto l’egida di Cacciapaglia e da ieri i due attraversano l’Italia con la loro proposta emotiva, più che musicale.

Lo dimostrano tanti piccoli momenti (quelli che appunto caratterizzano la nostra vita e che sono l’essenza di un quarto tempo), sicuramente costruiti sulle note che corrono sul pentagramma, ma anche da tre momenti in cui il maestro si è alzato ed a dialogato con il pubblico: niente lezioni, nemmeno un atteggiamento dogmatico, ma semplicemente … l’interazione e la spiegazione delle emozioni che stava vivendo e che venivano direttamente da noi .. il pubblico presente.

Roberto Cacciapaglia ha illustrato questa connessione tra artista ed ascoltatore (quasi fosse una simbiosi gramsciana sull’uso dell’arte), ringraziando noi di seguirlo nell’aprire il tappetto sonoro, invitando ad infilarci le nostre sensazioni, intime e peculiari. Più volte ha detto la frase … nella nostra ricerca… a dimostrazione che la sua musica non è un progetto chiuso e ceralaccato, ma nasce dal connubio tra musica classica e sperimentazione, tra suoni classici ed elettronica moderna, messa quest’ultima sempre al servizio delle note pure e mai creatrice di suoni asettici o non naturali. Due telecamere fisse trasmettono il suo concerto fiorentino in una diretta Facebook, perchè la tecnologia è al servizio dell'arte ...e non viceversa!

I suoi ampi gesti con le mani tracciano disegni circadiani e non poteva che essere così, perché un quarto tempo può anche durare pochi secondi, ma è sempre inserito in un contesto e dal quale non è bene strapparlo: spesso vi può sembrare scevro dalla realtà ed invece con questa ha un rapporto amoroso. Usare il corpo per un pianista può sembrare strano, vista la sua posizione seduta e concentrato sulla tastiera: eppure Cacciapaglia ci riesce, proprio con l’uso delle mani in aria, quasi pennelli su una tavolozza eterea.

Poi ridiventa ancora più umano, quando annuncia un brano e poi si accorge che l’aveva già eseguito: ma quante volte può proporci Double vision o Oceano senza che ci annoi, ma anzi ci inviti ad ogni esecuzione a trovarne attimi in anfratti sconosciuti, note che interagiscono con un quarto tempo che pensavamo dimenticato, perché proprio quell’odore ci riporta ai momenti in cui nostra madre ci preparava la merenda per andare a giocare con i compagni della nostra infanzia! Non sentite ora anche voi dei suoni quasi sincopati e subito la mente ripesca freudianamente un fotogramma legato ai primi anni in cui guardavamo stupiti le nuvole assumere forme che nessun pittore è mai riuscito a tracciare?

Ieri sera al Teatro Verdi di Firenze sono riuscito ad abbracciare questo ragazzo che sognava aeroplani, gli ho detto due parole in russo, così da ringraziarlo di essersi portato dietro Burian ed il Generale Inverno … ma sono stati pochi minuti su quel palcoscenico a fine concerto, poi i fans l’hanno reclamato nel foyer per gli autografi e le foto di rito. Pochi minuti, ma intensi: attimi da quarto tempo e che metto in cascina per poi ripescarli nei momenti tetri e sarà l’occasione per ringraziare ancora chi ci porta in dote nuvole di luce e ci invita ad interagire con lui!






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