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Recensioni
Pubblicato il 11/07/2001 alle 00:00:00
Sciopero, il post folk-rock degli Yo Yo Mundi
di Michele Traversa
Pubblicato dalla valdarnese Materiali Musicali, fa parte della collana I cd de Il Manifesto, perchè disponibili in allegato del quotidiano o dal suo sito. Disco impegnativo, ma con evidenti tracce di felicita' ..

Pubblicato dalla valdarnese Materiali Musicali, fa parte della collana I cd de Il Manifesto, perchè disponibili in allegato del quotidiano o dal suo sito. Disco impegnativo, ma con evidenti tracce di felicita' ..

Un progetto globale per maneggiare con cura suoni, cori e mood, che potrebbero scivolarci addosso.. perchè è sacrosanto che strappano paragoni impegnativi i piemontesi Yo Yo Mundi.

E una volta messi a confronto, reggono la vicinanza. Merito di una musica che si immerge nei chiaroscuri del cuore con l’intenzione di non tirarsi mai indietro. Neanche quando la memoria si trasforma in dolore e una strofa potrebbe diventare più pericolosa di una foto dimenticata in un libro. Diciannove brani che procedono sotto la spinta di ritmi lenti e ossessivi (si ascolti l’affascinante Lo spettro della fame e Il valzer delle bigonce, i cui ritornelli diventano un mantra che sembra scritto per rimanere ferma nel tempo), e dove ogni singolo suono ha l’autenticità della vita consumata non avendo paura di ferirsi.

Un disco dove l’attenzione non serve per memorizzare refrain, ma per maneggiare con cura suoni, cori e mood, che potrebbero scivolarci addosso, portando via ogni volta piccoli pezzi di pelle creando sensazioni che riescono a creare Paolo Enrico Archetti Maestri alla chitarra e voce, Eugenio Merico alla batteria, Andrea Cavalieri al basso elettrico, Fabio Martino alla fisarmonica e campionamenti e da Fabrizio Barale alla chitarra elettrica.

Ritmi di danza antichi ed attuali, melodie che s’alzano in volo con la grazia di uccelli dalle piume iridescenti, questo è il quinto lavoro degli Yo Yo Mundi ancora una volta impegnati in qualcosa che non molti si cimentano. Le musiche di Sciopero sono un cospicuo estratto di un’opera più ampia di sonorizzazione ispirata al film dall’omonimo titolo del 1925 del grande regista sovietico Sergej M. Ejzenstejn realizzato per il Festival Internazionale del cinema muto Musica delle Ombre.






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