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Interviste
Pubblicato il 19/04/2006 alle 11:32:41Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Michele Muti, una vita alla scoperta del giovane rock italiano

di: Patty Busellini

Da fonico negli anni' 70 (Adriano Celentano, Le Orme, Alberto Fortis, PFM, Camaleonti, Flora Fauna e Cemento, Balletto di Bronzo, Gianna Nannini) a discografico per il primo Zucchero, Biagio Antonacci e Timoria, qui con lui in foto.

Da fonico negli anni' 70 (Adriano Celentano, Le Orme, Alberto Fortis, PFM, Camaleonti, Flora Fauna e Cemento, Balletto di Bronzo, Gianna Nannini) a discografico per il primo Zucchero, Biagio Antonacci e Timoria, qui con lui in foto.

Buongiorno a Michele Muti, una vita spesa a favore della buona musica e soprattutto NON parente del celebre maestro Muti o... mi sbaglio?
Che ci sia una parentela con il Maestro Muti non lo so e francamente non mi sono mai interessato a scoprirlo.

A Milano all'eta' di 20 anni hai cominciato a lavorare come assistente e fonico in un celebre studio di registrazione: cosa ricordi di quei primissimi anni?
Quando mi proposero di entrare a far parte dello staff tecnico allo Studio di registrazione Phonogram, io venivo dalla fabbrica di dischi della stessa societa' , dove lavoravo come tecnico di manutenzione; ad essere onesto non mi fu facile staccarmi dalla fabbrica e dai miei colleghi, ma dopo un solo giorno di permanenza negli studi mi innamorami perdutamente dell’ambiente.

E' enfatico dire che in quello studio si e' fatta la storia della musica italiana? Che staff ci lavorava?
Basta dire che ho iniziato a lavorare nello studio nel 1970 per intuire gia' con che musica e artisti ho avuto a che fare. Gli artisti che hanno lavorato nello studio Phonogram di quegli anni sono stati tantissimi, ve ne cito qualcuno: Adriano Celentano, Le Orme, Alberto Fortis, PFM, Camaleonti, Flora Fauna e Cemento, Balletto di Bronzo, Gianna Nannini, Al Bano e Romina Power, Bobby Solo,

In 10 anni di lavoro ti sei trovato percio' a collaborare per i dischi di molti artisti (tra cui ricordiamo Le Orme,Adriano Celentano,Alberto Fortis, PFM, Camaleonti, Flora Fauna e Cemento, Balletto di Bronzo, Gianna Nannini..): te la senti di darci un paio di aggettivi per ognuno di questi personaggi che hai conosciuto?
Piu' che dare degli aggettivi a questi artisti, devo innanzitutto ringraziarli per avermi dato l’occasione di lavorare con loro, gomito a gomito e di avermi trasmesso e insegnato ad amare la musica e a capire le varie sfaccettature che ci sono in una canzone che poi diventa un successo.

Qual'e' stata l'occasione che nel 1980 ti ha portato a far parte dell'Ufficio Artistico della Polygram?
Ci eravamo trasferiti da poco come studio di registrazione da Piazza Cavour in Viale Regina Giovanna, nuova sede della Polygram, il nuovo studio prese il nome di Queen Studios, ci fu anche in quel periodo un cambio sostanzioso a quasi tutta la direzione della casa discografica e mentre svolgevo il mio lavoro di fonico, mi venne chiesto un favore da parte del direttore artistico e cioe' se potevo a tempo perso ascoltare le varie proposte che arrivavano quotidianamente da tutta la penisola. Dopo avergli dato i miei pareri sui prodotti che man mano ascoltavo, un giorno mi propose di entrare a far parte dell’ufficio artistico e per me non fu molto facile prendere quella decisione.

Lavorativamente ti trovi percio' a collaborare con altre rockstar: cosa ricordi di quel primo Zucchero e dell'allora capellone Biagio Antonacci?
Con Zucchero agli inizi, quasi nessuno credeva alle sue idee e di come voleva trasformare la sua immagine, anch’io facevo parte di quelle persone ma ricordo che si stava lavorando all’album Zucchero e The Randy Jackson Band e in varie occasioni Zucchero mi fece ascoltare al pianoforte dei brani che poi entrarono a far parte del suo primo grande successo di vendite Blues. Quando incontrai per la prima volta Biagio, venne da me con la sua chitarra e dopo avermi fatto ascoltare i suoi brani, passavamo tutto il pomeriggio a suonare brani di Sting dove lui con la sua particolare voce riusciva ad imitarlo perfettamente e mi ricordo anche che nei nostri vari incontri nel mio ufficio gli facevo ascoltare i vari provini che avevo selezionato come interessanti e lui condivideva e gioiva con me analizzandoli e dandomi i suoi pareri artistici.

Nel 86 il tuo incontro con il nostro editor Giancarlo Passarella: lui era in Rai e tu in una major ... come si arriva al fatto che tu accetti l'invito a recarsi a quella giovane kermesse fiorentina?
Credo che questa sia la prima volta che spiego del perche' mi recai a Firenze in quell’anno. L’invito non mi era arrivato personalmente, ma era stato inviato al direttore artistico e mio capo, Bruno Tibaldi che mi chiese se avevo voglia di andare al suo posto e la vera ragione fu che non avevo mai visto Firenze e cosi' accettai. Incontrai i vari responsabili delle etichette e notai che erano molto sorpresi che un incaricato di una multinazionale fosse la' e credo che fui l’unico a presentarmi. Mi ricordo che erano stati programmati dei concerti di alcune band per l’occasione in un cinema teatro di un paese fuori Firenze, mi accompagnarono in auto alcuni responsabili di una etichetta, all’arrivo notai qualcosa di strano e cioe' non cera anima viva in giro, guardai l’orologio pensando che fosse tardi, erano le 20.30, incominciammo a trovare della gente solo in prossimita' del teatro, seppi piu' tardi che il paese era Scandicci. Nell’entrare nel teatro stracolmo di ragazzi ci accomodammo in una balconata riservata agli ospiti e quello che apparve ai miei occhi fu straordinario ad ogni esibizione delle band dentro di me cresceva la gioia di essere la' e di riscoprire un mondo che pensavo non esistesse piu' in Italia, il ROCK. Nel cartellone quella sera c’erano i Litfiba, i Denovo, Neon, I Diaframma, i Zomming on the ZOO e altri che non ricordo.

… quella serata al Teatro Aurora di Scandicci la presentava proprio il nostro Giancarlo Passarella …
Hai ragione, ma allora aveva anche un bel ciuffo di capelli …

Da quel momento ti butti a capofitto nel nuovo rock italiano ed investi la tua credibilita' nei progetti (firmati Litfiba, Denovo, Moda, Diaframma, Neon, Violet Eves..): hai dormito tutte le notti o i dubbi ti hanno assalito?
Non ho mai avuto dubbi su quello a cui credevo e i fatti mi hanno dato ragione nel tempo, se ci sono state delle notti insonni erano dovute al fatto che le mie idee non erano condivise dai miei colleghi e quindi mi trovavo a lavorare praticamente da solo.

Parallelamente il tuo nome compare nelle primissime edizioni del festival Rock Targato Italia ...
Dopo il mio viaggio a Firenze, ci furono una serie di incontri a Milano, tra due delle etichette indipendenti, la IRA, la Kindergarten e la Polygram per cercare un accordo di collaborazione, ma finivano sempre con vari rinvii. Un giorno mi venne a fare visita Francesco Caprini e gli illustrai la mia scoperta di Firenze e venne fuori l’idea di organizzare a Milano due concerti l11 e il 12 giugno 1986 all’ex Odissea 2001 in via Besenzanica, la prima serata si esibirono le band della IRA (Litfiba, Diaframma, Moda, Violet Eves) e nella seconda le band della Kindergarten (Denovo,Neon, Zooming on the Zoo), nasceva cosi' la prima edizione di Rock Targato Italia. Ci fu una grande affluenza di gente, giornalisti del settore e non, addetti ai lavori di quasi tutta la discografia delle Major e da questo stupendo evento, qualcuno che contava capì di cosa parlavo quando cercavo di convincerli a lavorare sul rock made in italy.

Nel biennio 1987/88 la tua convinzione fa approdare questo rock giovane a Sanremo ...
Nell 87 succede che con il solo aiuto di alcune persone dell’underground si riesce a convincere i responsabili della Rai e gli organizzatori del Festival di Sanremo a inserire una gara tra band nella trasmissione televisiva Discoring. I tre vincitori finali del concorso (Denovo,Avion Travel e Walhalla) andarono come ospiti insieme agli artisti stranieri al Festival di Sanremo ed è stata la prima volta nella storia di Sanremo che artisti italiani andassero come ospiti, perlomeno fino a qualche anno fa. L’anno successivo riuscimmo ad andare con i Denovo (dove militava Mario Venuti) addirittura nella sezione Big, che nel frattempo avevano ottenuto un contatto discografico con la Polygram.

Poi scoppia il successo dei Timoria, band che firma per la Polydor, etichetta sempre del giro Polygram.
In una delle edizioni di Rock Targato Italia vince una band di Brescia, i Timoria e con la collaborazione di Francesco Caprini e Franco Sainini, si incomincio' a fare una serie di provini per capire la potenzialita' della band e si organizzarono dei concerti in giro per la Lombardia, fino ad arrivare ad un contratto discografico con la Polygram e per far contenti i ragazzi che stravedevano per gli Who e Jimi Hendrix gli feci firmare con l’etichetta Polydor (una manovra che risulto' successivamente negativa nei miei confronti).

Improvvisamente la tua carriera discografica cambia squadra: ti troviamo nell'ormai defunta Fonit Cetra ... e poi nella RTI del giro Mediaset...
Deluso da varie vicissitudini, decisi di lasciare la mia amata Polygram, dopo ben ventun anni trascorsi della mia vita, nel mese di settembre 1991, continua la mia carriera nella Fonit Cetra e in breve tempo mi inventai un nuovo progetto, I ragazzi di via Meda, tra cui facevano parte della band Danilo Amerio e Filippo Neviani in arte Nek. Dopo circa due anni, non condividendo il modo di lavorare della struttura Fonit Cetra, con l’aiuto di due miei grandi amici riesco a fatica ad entrare a far parte della casa discografica RTI music (del gruppo Mediaset), e collaboro alla realizzazione di progetti di Jovanotti, Fiorello, 883 (dell’etichetta FRI di Claudio Cecchetto), Andrea Bocelli, Gerardina Trovato, Oro (dell’etichetta Sugar di Canterina Caselli), etichette distribuite dalla RTI music e ai progetti di Michele Zarrillo, Amii Stewart e con il mio intuito che mi ha sempre accompagnato, scopro un giovane che con il suo primo album riesce ad entrare nelle classifiche di vendita al primo posto, Stefano Zarfati.

Permettimi comunque di sottolineare il notevole know how che hai acquisito, ma il nostro editor Giancarlo Passarella ci ha sempre parlato di te come di un non impiegato della discografia, ma un passionale. Cosa ha voluto dirci con queste parole?
Credo che la risposta alle affermazioni del mio amico Giancarlo, sia ben chiara nelle mie affermazioni citate nelle risposte precedenti.

Girano leggende sul mondo della discografia italiana, leggende metropolitane a volte molto crude: tu confermi o ridimensioni il tutto?
Non credo sia il caso di mettere il dito nella piaga, la crisi che esiste oggi nella discografia in generale e' sicuramente figlia di un passato gestito male da quasi tutte le persone che ruotavano intorno al mondo discografico e osservandolo dal di fuori sono in attesa che finalmente qualcosa cambi per il bene della musica.

Partecipare alla realizzazione di centinaia di dischi, vuol dire collaborare con migliaia di persone: non ti chiedo ovviamente chi tra questi non sopporti, ma chi ti ha lasciato un piacevole ricordo e perche'....
I personaggi che mi hanno lasciato un bellissimo ricordo sono sicuramente tutti gli artisti con cui ho lavorato, per il semplice fatto che sono stati gli unici che mi hanno insegnato ad amare la musica, per il resto sono pochissime le persone addette ai lavori che serbo nel mio cuore. Oggi sono felice e mi consolo perche' osservando le classifiche di vendita mi rimane la soddisfazione che il mio intuito di Talent Scout era indiscutibilmente fondato.

Parliamo del ricambio generazionale: tutti sappiamo che esistono i talenti, ma quali errori non devono commettere per poter giocare le loro carte?
La risposta alla tua domanda e' molto semplice: tutti i ragazzi che oggi vivono nella speranza di poter entrare nel mondo della musica, devono insistere e crederci fino in fondo al loro progetto, senza limiti di tempo e accettare le proposte da persone che gli parlino con la massima chiarezza e avere la fortuna che un giorno incontrino un team di lavoro serio, parlo di team perche' e' fondamentale per il proseguo di un progetto, ne sono estremamente convinto perche' nei ventinove anni della mia carriera essi mi hanno aiutato molto.

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