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Interviste
Pubblicato il 29/03/2019 alle 16:45:20Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo

Roberto Fasciani, guardare il mondo dal basso…

di: Emanuele Gentile

Musicista, compositore, session-man, saggista musicale, insegnante e tanto altro ancora. Ecco un musicista davvero completo.

Musicista, compositore, session-man, saggista musicale, insegnante e tanto altro ancora. Ecco un musicista davvero completo.

Avevo appena pubblicato la recensione ai Dogmate che mi si prospetta la possibilità di intervistare il loro bassista. Ossia Roberto Fasciani.

Leggendo il materiale promozionale inviato – grazie Paola! – mi accorgo di avere a che fare con un musicista che concepisce il suo lavoro di musicista come un continuum che comprende moltissime attività che ruotano attorno al basso. Visto che sono curioso l’ho intervistato. Il risultato è un’intervista molto interessante che fa luce sulla figura del bassista nell’attuale contesto musicale. Buona lettura!

Chi è Roberto Fasciani…insomma declini le sue generalità anche se non siamo presso un commissariato di pubblica sicurezza…
“Bella domanda... meno male che avrò tempo per scoprirlo! Per ora mi accontento di conoscermi piano piano. Si è sempre in evoluzione, e la musica mi accompagna da sempre in questo percorso, spesso guidandomi. Diciamo che sono uno a cui piace vivere e, soprattutto, vivere come ha scelto di fare, prendendosi tutto quello che viene e cercando sempre il lato positivo delle cose.”

Quando nasce questo forte amore per il basso?
“Verso i 15 anni, quando scelsi il basso perchè non potevo avere una batteria. Strano ma vero. Per fortuna ho fatto la scelta giusta, col tempo ho capito che è lo strumento giusto per me e dal quel momento non l'ho più lasciato. E' stato una specie di "migliore amico" nella mia adolescenza, ho passato veramente molto tempo a cercare di riprodurre quello che sentivo sui dischi.”

Perché hai deciso di puntare sul basso? In cosa consiste il fascino del basso?
“La cosa bella del basso è che ha un potere molto forte: dato che si carica molta responsabilità musicale sulle spalle, basta spostare una sola nota per creare degli effetti veramente imponenti. Se spostiamo le fondamentali, se spostiamo la ritmica di una nota creiamo un terremoto, e questo "potere" va capito e usato con saggezza. Inoltre la pulsazione del basso è fondamentale per un brano, se non gira è un problema. Poi è uno strumento che fa da "paciere" con tutti gli altri strumenti, si riesce ad amalgamare tutti i suoni rendendo la musica una cosa sola... è molto affascinante. Ci sono i colori, i vari timbri, le sfumature armoniche che puoi creare, i momenti solisti, l'uso degli effetti che ti dà possibilità di creare cose diverse e di conseguenza avere un approccio diverso... potrei continuare per ore!”

Quando hai cominciato avevi dei modelli di bassisti? Posso sapere quali?
“Moltissimi! Dipende dal periodo... comunque quello che mi ha fatto da padre, la mia ispirazione principale è Geddy Lee, quando l'ho ascoltato per la prima volta sono rimasto scioccato. Poi c'è Les Claypool, Flea, Doug Wimbish, John Wetton, Simon Gallup, Jimmy Fernandez, Tony Levin, Sting, Jaco, Justin Chancellor...e anche molti altri che, a loro insaputa, mi hanno fatto da maestri. La cosa importante per me è seguire l'esempio di quelli che hanno un proprio stile, idee e suono ma senza imitarli. E le ispirazioni le posso prendere anche da chitarristi, come ad esempio Robert Fripp che mi ha fatto capire che tutto è possibile se usi uno strumento con fantasia e innovazione, oppure Paco de Lucia per la passione che metteva quando suonava e il suo grandissimo carisma.”

Ci sono i bassisti che fanno da gregari per il resto della band pur essendo essenziali (Roger Glover…) oppure i megalomani solisti come Billy Sheehan… A quale categoria appartieni?
“Potrei dire a entrambi, dipende dalla musica che devo suonare; non ci sono limiti, devi solo capire cosa è giusto fare in base alla situazione. E' bello fare il gregario o il "megalomane", anche se penso che Billy Sheehan sia un grande bassista che però viene considerato solo per la sua tecnica, invece ha un suono e un timing pazzeschi! Sa accompagnare da dio, oltre a essere un grande solista...mi piace molto. Mi piace fare l'uno e l'altro.”

Mi puoi ancora parlare del tuo background… E’ semplicemente Rock oppure affonda anche nel Jazz e nel Funky generi dove il basso è uno strumento fondamentale?
“Di base sono un bassista rock, anche se nel tempo ho spaziato molto con i generi che ho suonato; ho appreso un po‘da tutte le parti, oltre ad aver studiato cose all'inizio lontane da me, come il jazz che mi ha veramente aperto la mente. Diciamo solo che, come dice un mio ex insegnante, Massimo Moriconi, spesso si apprende molto più dai generi che non ti piacciono (e che quindi non segui molto) perchè ti offrono soluzioni che non avresti mai pensato di fare. La musica è tutta bella, limitarsi a un genere solo è veramente un peccato oltre che estremamente riduttivo.”

Come riesci a portare avanti i tuoi progetti (Los Bastardos e il progetto con Riccardo Rocchi) assieme alle innumerevoli collaborazioni che stai accumulando nel tempo?
“Non è facile e infatti ci vuole tempo: ad esempio con Riccardo abbiamo impiegato quasi un anno per scrivere e registrare tutto, vedendoci al massimo una volta a settimana e nemmeno tutte le settimane. Stessa cosa con Los Bastardos, e infatti stiamo ancora ultimando le registrazioni, manca davvero poco... Alla fine, dedicando il proprio tempo alla musica si ha modo di portare avanti svariate cose, anche se poi ci si deve concentrare per bene a poche cose alla volta, altrimenti diventa molto dispersivo, devo ammettere. Ma se uno è costretto a lavorare su più fronti, allora ci si deve mettere. Infatti, oltre ai progetti, sto portando avanti anche il lato didattico producendo dei video e promuovendo le mie pagine su internet, oltre a continuare a insegnare privatamente e nelle scuole.”

Che differenza passa fra curare un proprio progetto e fare qualcosa con altri in veste di session-guest?
“Da session sei "sottoposto" alla volontà del leader del progetto, puoi essere molto propositivo e creativo ma poi l'ultima parola spetta giustamente chi scrive la musica, ed è giusto così. E' bello lavorare con qualcuno che è comunque aperto a pareri esterni. Quando invece il leader sei tu vuol dire che devi avere le idee chiare sulle scelte e sulle direzioni da prendere, oltre alla responsabilità di organizzare tutto il resto, tra pre-produzioni, prove, registrazioni ecc. E anche in questo caso è una buona cosa essere aperto alle idee degli altri musicisti, spesso uno si blocca quando è solo a scrivere e magari basta un'accorgimento di un'altra persona che ha le idee più fresche di te... se funziona allora si fa. La musica è bella quando si condivide.”

Perché il basso è così importante per una band Rock?
“Per me il basso è sempre importante nella musica, aldilà del genere! E lo sono anche gli altri strumenti, a mio avviso...”

A tuo giudizio in che modo si sta evolvendo la figura del bassista e lo strumento in sé?
“Potrei dire che in generale la figura del musicista si sta spostando molto nell'isolamento: molti nuovi musicisti, crescendo con internet, notano che per avere visibilità devono lavorare molto sui social... purtroppo è una tendenza che mi sembra irreversibile e bisogna adattarcisi, e lo dico con tristezza. Ovviamente c'è ancora la figura del musicista che suona con gli altri invece di stare nella propria cameretta, ma non è più come prima. La cosa brutta è che in questo modo si perde il contatto con la parte spirituale della musica, si ha l'illusione che per produrre buona musica basta fare le cose separatamente oppure sbrigarsi a fare le prove perchè bisogna registrare o fare video. Infatti noto che in media molti musicisti non hanno uno stile, suonano tutti allo stesso modo appunto perché non c'è più quella ricerca che si faceva prima, soprattutto suonare molto tempo con gli altri. Per non parlare dell'insegnamento, spesso si tende a dare nozioni agli allievi senza dar loro modo di usarle ai fini musicali: ad esempio, uno spiega una scala ma poi non spiega come può utilizzarla, rimane tutto in superficie, non si analizza per bene la musica in tutte le sue sfumature e quindi il risultato finale è che tutto suona piatto.”

Non sei solo musicista, ma anche insegnante… Cosa significa per te fare l’insegnante?
“Significa principalmente far amare la musica all'allievo. Se uno ci perde la testa allora starà ore e ore a conoscere ed esplorare il suo strumento, tentando di capire come ha fatto quel bassista a fare quelle cose, e perché. Poi tentare di trovare le proprie soluzioni, cosa fondamentale. Il fatto di fornire delle nozioni teoriche e tecniche è molto importante ovviamente, ma secondo me non quanto quello che ho detto prima. Molti musicisti che ascoltiamo magari non hanno mai studiato, ma hanno quel qualcosa che li distingue dagli altri. Posso spiegarti molte cose, ma se non ti scatta l'interesse vero allora non andrai mai fino in fondo, quindi suonerai come tanti altri ma senza avere qualcosa da dire semplicemente perché non l'hai mai voluta cercare.”

Come imposti una lezione di basso? Cosa vuoi trasmettere insegnando?
“Come dicevo prima, l'amore per la musica e la voglia di cercare le sonorità e le idee. Lo studio affina e migliora tantissimo il modo che hai di dire le cose, ma prima di tutto devi averle; c'è da dire che anche con dei rudimenti riesci ad avere un vocabolario di possibilità, ma questo vocabolario ha il suo fine nel trasmettere qualcosa a chi ti ascolta, quindi i contenuti sono importantissimi. Per mia esperienza ho iniziato da autodidatta e ho sempre avuto gruppi, spesso di musica originale; questa attitudine mi aiuta tutt'ora, ma quando ho iniziato a studiare mi è cambiata la vita in meglio.”

Basandosi sulla tua esperienza di insegnante tu noti fra le persone un amore forte per il basso?
“Solo in pochi devo dire, la maggior parte ha un interesse superficiale; niente di male, sia chiaro, magari a queste persone va bene così e quindi anche a me. Però provo sempre a stimolare la loro attenzione, e spesso si scopre che hanno invece un interesse maggiore di quello che mostravano all'inizio. Ma quando hai persone che hanno un forte interesse è molto più bello, puoi lavorare meglio e vedere con piacere i loro miglioramenti.”

Cosa ti chiedono i tuoi allievi, passione o tecnica?
“La tecnica affascina sempre tutti, ma la maggior parte delle volte gli allievi hanno il piacere di suonare. Nei laboratori di musica d'insieme si divertono molto perché in quel momento devi solo pensare a suonare, non ad eseguire esercizi... il fine ultimo quindi è sempre il suonare.”

Sei anche scrittore nel senso che scrivi testi di tutorial sul basso… Ci vuoi parlare di questo altro lato della tua poliedrica attività?
“Mi è sempre piaciuta l'idea di creare qualcosa che rispecchiasse il mio modo di vedere (e studiare) la musica, quindi a parte le lezioni ho voluto scrivere un metodo didattico che è uscito l'estate passata, chiamato "Studi Ritmici per Basso Elettrico". Sono molto contento, spero che possa risultare utile a chi lo compra. E' molto interessante sapere come utilizzare le conoscenze dei tempi e delle figurazioni ritmiche per farci qualcosa di creativo...”

Il tuo futuro come strumentista, insegnante e scrittore?
“Voglio portare avanti i miei nuovi due progetti: il duo con Riccardo Rocchi e il trio strumentale Los Bastardos, oltre a continuare con Fabio Frizzi e Ilenia Volpe. Inoltre sto per realizzare un mio piccolo desiderio, un album con dei miei brani per basso solo: sono già a buon punto! In parallelo voglio approfondire l'attvità didattica, sono in contatto con nuove scuole e presto ci saranno belle novità, senza contare al fatto che sto pensando anche a un altro metodo per basso.”

Il basso è per te il centro della tua vita?
“Scherzando dico sempre che oltre a suonare non so fare nient'altro.. Certamente, la musica sarà sempre il punto fermo della mia vita, voglio continuare a fare cose nuove e interessanti con tutti i musicisti che mi ispirano a fare ciò. La musica sta sempre lì per te, non ti giudica ma ti accompagna sempre e talvolta può farti sognare e ottenere belle soddisfazioni personali. La risposta quindi è scontata.”





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