Season of Mist – L’estremismo Metal coniugato in mille modi

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Quando le cose piccole diventano importanti… Questo è il caso della francese Season of Mist. Alle origini era una piccola etichetta underground, ma grazie alla saggia regia di Michael Berberian, il suo fondato, ha raggiunto traguardi lusinghieri e di prestigio. Attualmente è la più importante etichetta Metal francese ed una delle label di riferimento per quanto riguarda l’Heavy Metal estremo a livello internazionale. Quanta strada ne ha fatto la Season of Mist da quel lontano 1996!

Abbath “Outstrider”

Gli Abbath sono la creatura di Abbath fondata nel 2015 dopo aver abbandonato gli Immortal per tutta una serie di gravi incomprensioni. Il nostro Abbath non è rimasto con le mani in mano e già nel 2016 dava alle stampe un primo album intitolato semplicemente “Abbath”. A dir il vero l’esordio assoluta è un singolo datato 2015 intitolato “Count the Dead”. “Outsrider” è il secondo album per gli Abbath che nel frattempo sono diventati una vera e propria band. Insomma, non solo la band di Abbath. Non per nulla a curare il basso è stata chiamata Mia Wallace una bassista dall’incredibile talento. Completano la formazione: Ole André Farstad alle chitarre e Ukri Suvilehto alla batteria. Il genere propostoci dagli Abbath? Naturalmente, Black Metal e non poteva essere altrimenti. Tuttavia il sound incorpora altri stilemi dando all’intero album una connotazione di forza invicibile e dinamiche dall’impatto devastante. Dall’opener “Calm in Ire (of Hurricane)” alla finale “Hecate” non c’è un momento di sosta. Si corre indiavolati fra momenti plumbei ed altri dalla velocità fulminea. Poi abbiamo una produzione che aiuta molto nel senso che permette agli Abbath di dispiegare l’incredibile forza d’urto del loro sound. Così il sound esce potente, nitido, privo di fronzoli e provvisto di una possanza senza pari. Un album davvero convincente…non c’è che dire! Ad impreziosirlo la cover dei Bathory “Pace ‘Till Death”.

Mystifier “Protogoni Mavri Magiki Dynasteia”

Dal Brasile ci giungono gli storici Mystifier, una delle band che ha creato la scena Metal di quel paese. Che scena era quella brasiliana negli anni ottanta! Sepultura, Korzus, Dorsal Atlantica, Ratos de Porao, Sarcofago… Una grande scena. Nessun dubbio a proposito. I Mystifier si formano a Salvador Bahia nel 1989 e diventano in poco tempo una band faro della scena carioca. Esordiscono lo stesso anno con il demo-tape “Tormenting the Holy Trinity”. Un demo-tape diventato leggendario. Una nota a margine. I Mystifier sono stati da sempre propugnatori di un totale odio contro il Cristianesimo. L’album di esordio è invece quel mausoleo intitolato “Wicca” del 1992. Un album cult per gli appassionati del genere. Da allora i Mystifier non hanno mai smesso di essere presenti. Oggi pubblicano “Protogoni Mavri Magiki Dynasteia”. Un album dove si sente la presenza del maligno e delle oscurità. Il sound è un mix di Black Metal rancido e un Death Metal al fulmicotone. L’effetto è scenografico in quanto la musica sembra descrivere scenari di dolore, paura, morte e terrore… Su tutto si erge la prestazione istrionica del cantante Diego DoUrden che si occupa anche del basso e delle tastiere. Altri componenti della band brasiliano sono: Beelzeebubth (chitarre) e WarMonger (batteria). Il loro ultimo album datava 2001 e l’attesa non è andata delusa. Anzi…

Profanatica “Rotting Incarnation of God”

Fra i primi esponenti del Black Metal americano, i Profanatica fanno un ritorno con il botto. Certo la band americana si muove in ambito Black Metal, ma anche qui le categorie appaiono molto parziali e ristrette. Certo i Profanatica partono dai Celtic Frost, Venom, Necrovore, Sarcofago e Bathory, ma arricchiscono il loro sound con un insieme di altri suoni in grado di creare un suono particolare ed originale. Qui abbiamo il Death Metal, certa Dark Wave, Dark metal e alcuni riflessi Industrial. Il che rende il sound complessivo terrificante, dannato, duro e senza via d’uscita. Questo è quanto si può percepire ascoltando il nuovo album intitolato “Rotting Incarnation of God”. Un album – poteva essere altrimenti – votato al più militante anti-cristianesimo. Come dicevamo, i Profanatica sono fra i gruppi che hanno iniziato il Black Metal in America dove lo stile è rimasto sempre a livello underground e non ha acquisito uno status globale come il Black Metal scandinavo. La band si forma nel 1990 quando tre membri degli Incantation (Aragon Amori, Paul Ledney e Brett Makowski) lasciano la band. Producono un primo demo-tape intitolato “Reh, 90’”. Dopo tutta una serie di demo-tapes, Split ed EP si sciolgono nel 1992. Riappaiono nel 2001. Pensate che solo nel 2007 esordiscono con un album intitolato “Profanatitas de Domonatia”! Della line-up originale resiste soltanto Paul Ledney alla batteria e voce. Completano la formazione: Adam Besserer (chitarre) e Richard Olsen (basso). Questa è la formazione che ha prodotto e registrato “Rotting Incarnation of God”. Un album particolare e molto inusuale. Dategli un’ascoltatina…

Saint Vitus “Saint Vitus”

Questa sì che è una bellissima notizia. I Saint Vitus hanno appena realizzato un nuovo album. E’ sempre con piacere che accolgo notizie da parte della storica Doom Metal band americana. Il motivo? Hanno fatto – è proprio il caso di dirlo – la storia del genere musicala denominato Doom Metal. Questo dal lontano 1978 allorquando il chitarrista Dave Chandler, il batterista Armando Acosta e il bassista Mark Adams iniziarono a provare. In quegli anni si chiamavano Tyrant. Monicker cambiato in quello attuale nel 1981. Il loro demo-tape d’esordio (“1983 Demo”) è considerato un autentico item-collector. Dobbiamo aspettare il 1984 per il loro album d’esordio intitolato semplicemente “Saint Vitus”. Da quel momento in poi i Saint Vitus vengono consegnati alla leggenda e costituiscono assieme a Pentagram, Candlemass, Cathedral e The Obsessed le basi del Doom Metal moderno. Infatti, album dopo album i Saint Vitus costruiscono una reputazione inossidabile che li ha portati ad essere un vessillo del genere. Come alcuni di voi avranno già notato avevamo parlato un paio di anni orsono della band di Los Angeles in occasione della recensione del loro live intitolato “Live Vol. 2” uscito nel 2016. Sempre in quell’anno era uscito un altro live intitolato “Let the End Begin…”. Il loro nuovo album intitolato ancora “Saint Vitus” è un viaggio senza tempo all’interno del più vero ed autentico Doom Metal. La line-up che suona su quest’album è la seguente: Scott “Wino” Weinrich al canto, Dave Chandler alle chitarre, Mark Adams al basso e Henry Vasquez alla batteria. “Saint Vitus” è un album coinvolgente. Pieno di feedback. Il suono è sporco e ruvido. La chitarra di Dave Chandler mena le danze con autorità e empatia, mentre “Wino” con quelle vocals acide fa entrare “Saint Vitus” in una dimensione superior. Poi ascoltare la meravigliosa canzone acustica “a Prelude to…” ti fa capire la grandezza memorabile del gruppo. In breve, i Saint Vitus hanno vinto per l’ennesima votla con un album ricco di pathos ed energia. Doom or be dommed!

Sito ufficiale http://www.season-of-mist.com/