Filatelia e musica rock, francobolli e collezionismo discografico: le mille osmosi

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Da anni non scrivo una recensione se non ho un disco fisico: da qualche lustro ho ripreso ad emozionarmi nel classificare francobolli. A chi ci invia dei francobolli, cd in regalo!

Nel 2016 gli inglesi hanno pubblicato una serie di 10 francobolli sui Pink Floyd, con grande visibilità per quelle copertine storiche.. So bene che molti (artisti, uffici stampa, case discografiche..) trovano uggioso il fatto che io offra la mia modesta recensione solo se mi arriva un disco fisico ed il pacchetto è affrancato con dei francobolli veri e non con l’odioso codice a barre applicato dalle Poste Italiane..! Molti non capiscono perché non mi possono inviare un bel file audio e perché poi li costringo di passare da un tabaccaio per acquistare dei francobolli e poi andare all’ufficio postale..

Sono due passaggi che mi permettono di dare una mano a chi veramente crede nel suo progetto discografico ed intuisce che io posso dare un mio modesto contributo alla sua diffusione, prima con una recensione su Musicalnews.com (magari poi seguita da una intervista) e questo mi consente poi eventualmente di attivare gli altri canali di cui dispongono… social, web, radio, tv.. Ma per fare questo ho bisogno di comprendere in toto un progetto discografico e non solo la musica: per noi di Musicalnews.com infatti un disco è una vera e propria opera d’arte, in cui tutti i sensi vengono messi in moto: aprire un cd significa infatti attivare l’olfatto (pensate alle papille che sentono l’odore della carta e da dove arriva), il tatto (che brividi quando le dita scorrono sui vari differenti materiali), la vista (finalmente delle immagini che sono da corollario di un sottofondo musicale) e tanto altro. A livello di marketing, unire tutti questi sensi con l’udito che è il focus di tutto, significa concordare su un dato progetto o enfatizzarne gli errori o i pregi: banalmente provate a pensare ad un disco che avete amato ed ad estrapolarlo dalla sua copertina.. operazione impossibile! Volete che citi per forza il lavoro di Paul Whitehead per i dischi dei Genesis, Van der Graaf Generator o dei nostrani Le Orme? Oppure pensate ai Pink Floyd, senza le copertine dello studio Hipgnosis.

Per questo mi rifiuto di iniziare un lavoro di collaborazione (e consulenza) con un artista che mi manda un file audio da ascoltare: ma di solito non è lui a non volermi spedire un disco, ma i professionisti (!?!) a cui si affida per promuoverlo. Costoro qualche volta sono degli impiegati dello showbiz e non dei passionali come noi e quindi.. per lavorare meno e/o ottimizzare i tempi ed i guadagni… inseriscono il mio recapito in una mailing list (in mezzo a mille altri, senza curarsi se a me piace il punk o i cori alpini e se gli altri sono invece specializzati nella house più insulsa…) e pretendono così di aver fatto promozione ad un artista che spesso li paga per questa operazione. Ma nella mia presunzione lavorativa, pretendo poi che questo disco fisico mi arrivi dentro un pacchetto affrancato con dei veri francobolli: ma perché anche questo passaggio deve affrontare chi vuole raggiungermi? Per due motivi essenziali

  1. Se fornisco un indirizzo fisico, vuol dire che per quel disco ho già pensato a come promuoverlo (partendo dalla iniziale recensione su Musicalnews.com) e quindi sono stato io che ho invitato a spedirmelo, facendo così già una prima cernita qualitativa, evitando invece di essere una delle tante e-mail a cui giunge un file audio…
  2. La filatelia soffre da decenni della stessa malattia della discografia: scelte imprenditoriali di manager lungimiranti (!?!) , l’hanno fatta morire, arrivando addirittura a stampare francobolli autoadesivi che solo in Italia (ed in altri 3 o 4 paesi al mondo) non si staccano con l’acqua, costringendo circa 150/200 mila collezionisti a non poter più inserire i francobolli di nuova emissione nei raccoglitori, perché non ci stanno fisicamente. A questo aggiungete l’aspetto artistico, perché i francobolli sono veicoli di cultura, storia ed analisi artisti … come i dischi!

Per questi (ed altri mille motivi) vi invito a non esser complici di chi vuole ammazzare il gusto artistico e la voglia nostra di continuare a far viaggiare la nostra mente, in tutte le sue sinapsi: quindi per favore cercatemi solo se volete inviarmi un vero disco e dentro un pacchetto affrancato filatelicamente. Sennò rivolgetevi ad altri, anche perché qualcuno di loro è veramente bravo nello scrivere recensioni e non ha voglia di riempire la sua biblioteca con degli oggetti di plastica o vinile, pieni di colori e ricchi di messaggi cromatici che ci fanno viaggiare con la fantasia. Quali sono i punti in contatto tra questi mondi? Tra il collezionismo discografico e quello filatelico?