Michael Cretu: Intervista con l’uomo di Enigma

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The Fall Of A Rebel Angel, l’ottavo album di Enigma

Michael Cretu è la mente del progetto musicale più stravagante che ad oggi sia stato concepito nel mondo della musica.
Si parte da una regola importante che è proprio quella di non avere delle regole nel creare la musica di Enigma. Il tutto ruota intorno a idee, brani strumentali, campioni tratti da canti etnici o folkloristici, sussurri, cantanti ospiti, ispirazioni dell’ultimo minuto. Ad assemblare ed orchestrare questo lavoro è l’instancabile produttore che trascorre le sue notti in studio. Un album non lascia lo studio di registrazione fino a quando lo stesso autore non è soddisfatto del risultato.
Per l’ottavo album “The Fall Of A Rebel Angel” l’attesa è stata decisamente lunga. Ben otto anni di pausa dall’ultima realizzazione del 2008 “Seven Lives Many Faces”.
Il ritorno è decisamente in grande stile. Accanto a sé il pluripremiato paroliere tedesco Michael Kunze e le partecipazioni della cantante indonesiana Anggun, il neotalento brasiliano Mark Josher e infine la band inglese rivelazione Aquilo.
Un album che ruota intorno ad una parabola che simboleggia la vita e la morte, un viaggio attraverso un mondo immaginario dove perdersi e poi ritrovarsi. In linea con il numero 8, otto come il simbolo dell’infinito dove nulla finisce ma c’è sempre un ciclo continuo, 8 come il numero di album di Enigma.
E a proposito di questo protagonista, l’ “Angelo Ribelle”, ne parliamo direttamente con Michael Cretu.

Michael Cretu

Ciao Michael. Per la prima volta un album che sembra concepito come un’opera teatrale. Ed infatti, in accompagnamento al normale album è presente anche una versione “History” che narra il racconto di ogni singola traccia.
12 capitoli come se fossero 12 atti teatrali. Quasi 12 scenografie diverse. Un solo protagonista e la sua coscienza tormentata, monaci, preti improvvisati, immagini del mondo sacro. Ad oggi niente di simile è stato mai pensato in un tuo lavoro.
Quanto di te rispecchia questo “Angelo Ribelle” e credi che tale personaggio si nasconda anche nel Mondo moderno?

MC: «Credo che l’album abbia degli elementi in qualche modo autobiografici, sebbene non l’avessi programmato. Cerco sempre di “ribellarmi”, come il cosiddetto protagonista, attraverso Enigma da più di 25 anni fino ad oggi. Quindi penso di vivere la vita che ho immaginato per me stesso – a volte con meno successo, a volte con maggiore successo. Come molte persone fanno nella loro vita professionale e privata. E’ qualcosa che probabilmente si applica ad ognuno di noi. Noi tutti precipitiamo ad un certo punto della nostra vita, perché lo abbiamo scelto deliberatamente o perché siamo costretti. In entrambi i casi, possiamo cambiare direzione e dobbiamo trovare un nuovo percorso. L’obiettivo finale che condividiamo è quello di vivere una vita felice e appagante».

Il numero “8” è anche il numero di anni che ci separa dall’uscita del precedente album “Seven Lives Many Faces”.
I fan si sono chiesti come mai così tanto tempo. Nel frattempo in questi anni la società e le tecnologie si sono evolute. Il Mondo è andato avanti sentendo la nostalgia del tuo progetto. Cosa ne pensi?

MC: «Dopo Enigma 7 mi sentivo un po’ vuoto. Non avevo l’ispirazione per un nuovo album di Enigma e pertanto ho deciso di lavorare a qualcosa di completamente diverso. Questa volta ho scritto un musical sul famoso film muto “Metropolis”, insieme al mio buon amico Michael Kunze. E’ stata la meravigliosa collaborazione con lui che mi ha fatto pensare ad un nuovo album di Enigma. E alla fine è stato lui che ha contribuito a “The Fall Of A Rebel Angel” con una bella storia».

Wolfgang Beltracchi

Di solito Enigma e l’arte visiva viaggiano in parallelo. In passato alcuni dei tuoi album sono stati realizzati in versione video. Per questo album hai concesso ad un importante ritrattista, Wolfgang Beltracchi, di eseguire un ritratto per ogni brano dell’album. Sembra quasi un ritorno alle antiche forme d’arte. Anche i due video dei singoli [“Sadeness (Part II)” e “Amen”] hanno immagini in bianco e nero.
Cosa puoi dire a proposito di questi nuovi modi di pensare visivamente il tuo album?

MC: «Mentre Wolfgang Beltracchi stava lavorando alla copertina dell’album ho avuto l’idea d’illustrare l’intero album. Semplicemente aveva senso. Dal momento che “The Fall Of A Rebel Angel” (‘la caduta di un angelo ribelle’) racconta una storia, la visualizzazione di questa era solo una logica conseguenza. Ed oltre a questo, i 12 dipinti stessi sono semplicemente un bellissimo e unico pezzo d’arte. In realtà l’arte che accompagna questo album, tra cui i dipinti, i video e anche il sito web, trasformano Enigma 8 in un vero e proprio progetto artistico. Questo è qualcosa che mi rende molto felice».

La prima cosa che ha attirato l’attenzione dei fan di vecchia data, leggendo l’anteprima della tracklist: la presenza nell’album della traccia “Sadeness (Part II)”. Definita come sequel all’omonimo brano che ha lanciato il progetto nel 1990. Nella prima parte la figura del marchese De Sade simboleggiava il contrasto tra Chiesa e sessualità. Nella seconda parte simboleggia il desiderio, il sogno proibito.
Due diverse rappresentazioni musicali. “Sadeness (Part I)” era molto potente, con percussioni tipiche della black music e il suono del flauto. “Sadeness (Part II)” è molto pacata ma con l’impeto irruento della “Toccata e Fuga in Re Minore” di Bach.
Un modo di destabilizzare gli ascoltatori oppure raccontare due storie diverse senza dover necessariamente creare delle similitudini?

MC: «Non proprio. Avrei voluto creare un seguito un giorno, ma solo se e quando avrei avuto una buona idea per esso. Per me “Sadeness (Part 1)” era una domanda. “Sadeness (Part II)” è la risposta. Con ‘In nomine Christi’ la prima parte rappresenta probabilmente il tema vocale più popolare nella musica sacra. Con la seconda parte volevo un tema musicale di musica sacra che suonasse da sottofondo. E per me questo è sicuramente la “Toccata e Fuga in Re Minore” di Johann Sebastian Bach».

Michael Kunze

Nell’introdurre questo album ho accennato all’idea di un’opera teatrale. Guarda caso, per i testi hai scelto il famoso paroliere tedesco Michael Kunze, attivo nel campo dei musical teatrali.
Ricordo che in passato avevi già collaborato con lui in sala di registrazione. L’idea di avere accanto a te un paroliere esperto di musical ha aiutato a raccontare meglio la storia di “The Fall Of A Rebel Angel”?

MC: «Come ho detto prima, l’idea di scrivere una storia per il nuovo album era più probabilmente il risultato della collaborazione al nostro progetto musicale di partenza. Di fatto però questo mi ha aiutato a scrivere la musica, sì. E’ stato un processo molto stimolante e creativo.
Le idee viaggiavano avanti e indietro e ne discutevamo costantemente, adattando e riscrivendo le parti. A volte la musica ha seguito la storia altre volte il viceversa. Sicuramente ha contribuito ad orientarmi e a mantenermi creativo in tutto».

Mark Josher

Già in passato all’interno di un album di Enigma ci sono stati dei cantanti ospiti. In questo ce ne sono ben tre nuovi.
Parliamo del primo ad essere ospitato nell’ottavo album: Mark Josher. Canta nel brano “The Die Is Cast”.
Questo ragazzo brasiliano ha partecipato ad una specie di contest sui social di Enigma ed è risultato uno dei vincitori. Per la prima volta hai realizzato un brano (“MMX The Social Song”) con la collaborazione dei fan in giro per il Mondo. Mark una delle voci del brano. Cosa ti ha colpito in particolare di questo ragazzo?

MC: «Mark è un grande appassionato di musica. Ho sempre detto: lui respira, mangia e pensa alla musica 24 ore su 24. Mi piace molto. Mark ha anche un talento enorme quando si tratta di cantare. Arrangia e registra cori polifonici quasi istantaneamente ed in modo intuitivo. Ha fatto così per “The Die Is Cast”, creando un’atmosfera molto drammatica e perfino minacciosa. Era esattamente quello che volevo per questa canzone».

Anggun

La famosa cantante indonesiana Anggun è la seconda ospite. Cantante di “Snow On The Sahara”, il singolo che l’ha lanciata nel 1997.
Oltre alla partecipazione in “Sadeness (Part II”) la si ascolta in “Mother” e “Oxygen Red”.
A parte la potente voce, quali altre caratteristiche ti hanno fatto decidere di sceglierla come cantante di Enigma?

MC: «Anggun era nella mia ‘lista dei desideri’ per Enigma da molto tempo. Ho aspettato il momento giusto e la canzone giusta. Quel momento è stato, in prima istanza, “Sadeness (Part II)”. Ero alla ricerca di una voce potente, di qualcuno che parlasse anche francese ed inglese. Con “Mother” volevo che non solo sapesse cantare ma anche parlare. Dal momento che queste due canzoni hanno funzionato particolarmente bene ho riscritto “Oxygen Red” completamente, in modo che potesse essere la voce principale di una terza traccia. Tutte insieme rappresentano una delle migliori collaborazioni artistiche che abbia mai avuto».

Aquilo

Ultimi ospiti vocali sono la band inglese Aquilo. A loro il compito di chiudere in grande stile l’album con una toccante e suggestiva prova vocale, il brano “Amen”.
Questi giovani ragazzi sono davvero dotati musicalmente, non solo passano con maestria dalla chitarra alle tastiere ma hanno delle voci tecnicamente perfette. Quanto basta per far parte di Enigma?

MC: «In primo luogo, entrambi sono cantanti brillanti. Questo è sempre stato fondamentale per me. Anche se alla fine decido molto intuitivamente chi deve far parte di un album di Enigma e come. Devo sentirlo, se comprendi cosa voglio dire. Quando mi sono imbattuto in una delle loro canzoni in una playlist di Spotify, ho da subito pensato che dovessero essere presenti in “Amen”. E Aquilo hanno fatto un lavoro straordinario. Si sono semplicemente fatti trasportare dall’intensità della canzone».

Da 10 anni a questa parte hai adottato il concetto dello studio mobile che hai chiamato “Merlin”. Dai voluminosi studi di registrazione alle soluzioni più compatte e meno ingombranti.
Le nuove tecnologie aiutano il difficile assemblaggio della musica di Enigma ma l’ispirazione resta puramente umana.
Supponiamo la musica di Enigma fosse già arrivata al secolo MMM a.D. e fossero le macchine a comandare anche l’ispirazione, come immagini suonerebbe un album di Enigma? Ci sarebbe una macchina così potente da tradurre le tue emozioni in musica senza suonarla?

MC: «Non la penso così. Anche se gli algoritmi matematici andranno a sostituire alcuni se non la maggior parte dei nostri compiti di vita quotidiana, le emozioni difficilmente potranno essere calcolate – almeno lo spero. La musica è qualcosa che fa scattare un sentimento o no. Una persona si affeziona ad una canzone o ad una band ed un’altra la odia completamente. La musica e le emozioni sono molto soggettive e sono sempre in evoluzione. Così è Enigma. Il progetto rappresenta i miei sentimenti e le emozioni ad un certo punto nel tempo».

E a proposito di viaggi nel tempo. La musica di Enigma ha esplorato il Medioevo, l’Oriente e il Terzo Mondo. Poi un viaggio spaziale durante il sesto album “A Posteriori” per poi atterrare nuovamente sulla terra ed esplorare canti della tradizione popolare ibizenca. Sappiamo che non ti piace anticipare le mosse dei tuoi prossimi lavori ma avrai già l’idea di un prossimo itinerario ideale per il nono album?

MC: «No. Potrei averla in futuro, ma per ora posso solo dire: Aspettate e vedrete».

Quando Enigma è nato non hai voluto mostrare né il volto né altri dati personali nel libretto del primo album “MCMXC A.d.”. Poi la stampa ha scoperto il tuo segreto. Solo un’immagine sbiadita del tuo volto è apparsa nel video “The Rivers Of Belief”.
Sei stato accidentalmente una fonte d’ispirazione per molti artisti in quegli anni. Parliamo di Daft Punk, alla fine degli anni ’90, per esempio. Non vogliono mostrarsi nei video clip e anche durante le interviste sono vestiti come robot.
La cantante e autrice Sia ha recentemente deciso di non mostrarsi in qualsiasi video. Gira le spalle al pubblico durante l’esibizione dal vivo, dei ballerini danzano intorno a lei.
Quindi, nascondere il musicista aiuta il pubblico a vivere al meglio tutte le sfumature della musica?

MC: «Non menzionare il mio nome all’inizio è stata una decisione personale piuttosto che strategica. Sono una persona molto riservata e non ho bisogno di essere citata. Preferirei fare da sfondo e lasciare che la musica parli da sé. Non saprei dire però se questo sia il modo migliore per vivere la musica. E’ solo un modo. Un modo tutto mio».

Enigma ha festeggiato il suo 25° compleanno. Da tempo a voce alta i fan ti chiedono un evento live. Sebbene la musica di Enigma sia così complessa da organizzare per via dei tanti elementi che la compongono, credi un giorno si potrà tenere?

MC: «Ho sempre affermato che Enigma non è un evento dal vivo. Tuttavia, con questo nuovo album e la storia che c’è dietro avrei potuto sicuramente pensare di portare Enigma sul palco. Se mai accadrà dovrà essere un evento live molto speciale».

Prima della creazione di Enigma nel 1990 sei stato un produttore e musicista per tanti altri cantanti. Hai anche firmato degli album con il tuo nome da solista – Michael Cretu. Si potrebbe addirittura notare qualche sperimentazione di Enigma nei tuoi album “Legionäre” o “The Invisible Man” (la suite “Intro”, “Mikado” e “Coda” ad esempio).
Negli Anni ’80 meditavi già il passaggio all’ambizioso progetto oppure l’ispirazione è arrivata all’improvviso nella quotidianità dello studio di registrazione?

MC: «Ebbene, Enigma è il risultato di un periodo della mia vita che oggi si potrebbe definire sprecato. Ero completamente vuoto. Per anni ho lavorato su tanti progetti, spesso in parallelo. A un certo punto mi sono sentito una “macchina di produzione musicale”. Così mi son preso un periodo di tempo dove non ho fatto nulla, ma seduto sul tetto della mia casa in Ibiza ho guardato in lontananza. E’ stato il momento in cui ho deciso che se avessi voluto continuare come produttore musicale avrei dovuto essere di nuovo un bambino. Devo esplorare la musica. Devo fare ciò che amo e quello che mi piace. E questo è come Enigma è stato creato».

Ritornando all’ultimo album “The Fall Of A Rebel Angel”. Oltre al CD e ai formati speciali che lo compongono esiste anche una rara versione in vinile, oggetto ritornato prepotentemente di moda.
Tuttavia lo standard attuale è quello della musica digitale che completa gli strumenti da passeggio come i cellulari smartphone. Che sia positivo portare sempre con sé la musica che si adora ben venga, ma non credi si perda il vero calore della musica e delle sue sfumature con l’eccessiva compressione digitale applicata al file audio?

MC: «Direi che dipende. La musica digitalizzata non è necessariamente fredda e calda quella analogica. Infatti il vinile è un grande compromesso, semplicemente perché va vissuto con i suoi errori tecnici che non hanno nulla a che fare con il ‘calore’ o la vivacità. Si tratta di un semplice risultato di una tecnica di produzione datata. Se la musica è percepita come piena di sfumature o no è qualcosa che dipende totalmente dalla musica stessa ed il modo con la quale viene prodotta. Ho sempre cercato di respirare vita in Enigma, sia attraverso la mia tecnica di ‘collage’ che per mezzo dei suoni naturali».

Infine una tua considerazione sui Social Network.
Il tuo staff multimediale aggiorna costantemente piattaforme note come Facebook e Twitter. Con la rapida diffusione di tablet e smartphone ogni minuto in tutto il Mondo la gente sente di dover dare (a tutti i costi) un parere o un’opinione, a volte non richiesta. Priva di filtri e censure scrive a volte senza cognizione di causa.
Per quanto il Social aiuti il passa parola e la promozione di un artista, il rovescio della medaglia è il processo mediatico che ne deriva quando si pubblica uno status sulle bacheche. E’ il prezzo da pagare al progresso?

MC: «Le reti Internet e il Social, in particolare, fanno parte della nostra vita moderna, che ci piaccia o no. Lo vedo e ne apprezzo le possibilità, ma è sicuramente qualcosa che io non userei personalmente. Come ho già detto, mi piace la mia privacy. E mi piace parlare con i miei amici – in persona».

Grazie Michael per essere stato con noi.

Il video “Amen” di Enigma con la collaborazione degli Aquilo: