Le vibrazioni del legno sul palco ed i fiori con il codice a barre: l’intervista a Paola Rossato …

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Ha deciso di fare le cose seriamente e quindi ha scelto dei professionisti per promuovere il suo cd Facile: grazie all’agenzia milanese ParoleEDintorni riesco a raggiungerla mentre canticchia Vecchioni, Gaber, Guccini.

Paola, sono già passate due settimane dalla presentazione del tuo disco a Gorizia…
Sì, è stata una serata molto bella, il bilancio è assolutamente positivo. Abbiamo suonato tutti i 13 brani del disco più un brano inedito. Le persone erano attente, partecipative ed emozionate. Adesso sono in fase di organizzazione di altri concerti e di qualche progetto per il disco. Vedremo come andrà.
Nella sua recensione su Musicalnews.com, Silvio Mancinelli scrive che ..”fare una canzone su un fiore distrutto dal consumismo non è facilissimo” ..
La cosa in realtà è stata semplice. Ero al supermercato e sul nastro della cassa ho visto passare una rosa in confezione trasparente e minimale con il codice a barre stampato su… l’ho percepita come incongruenza, e a casa ho collegato il fiore col codice a barre con l’incongruenza di un rapporto che non ha più ragione di essere, giocando sul consumismo, su questo rapporto, sul fiore… e divertendomi a creare immagini e giochi di parole. È stato semplice e molto divertente.
Sempre nella stessa recensione, vengono elogiati i musicisti che hanno collaborato con te ..
Mi ritengo fortunata ad essere stata affiancata da loro: senza la loro esperienza, bravura e creatività il disco non avrebbe questi arrangiamenti e non sarebbe così ricco di sfumature. I brani sono stati arrangiati da tutti noi. Ho voluto che ognuno mettesse a disposizione le proprie idee per rendere al meglio le canzoni e sono contenta del risultato che abbiamo ottenuto.
Vogliamo dare dei punti di riferimento per la tua musica? Cosa hai ascoltato in gioventù e cosa stati seguendo ora con trasporto?
Ho ascoltato e continuo ad ascoltare anche ma soprattutto i cantautori della “vecchia” scuola, che ho amato fin da bambina: Fossati, De André, Guccini, De Gregori, Gaber, Vecchioni…. In generale amo le canzoni che abbiano contenuto, amo i giochi con le parole ed i loro suoni, la creazione di “immagini” per trasmettere sensazioni. Non sopporto le canzoni “vuote”. Chiaramente l’appellativo “vuote” è soggettivo: ognuno filtra il mondo esterno attraverso il proprio vissuto, i propri valori, la propria cultura e gusto personale. Ma a me “sole, cuore, amore…” danno proprio fastidio. Non ce la posso fare.

Botteghe d’Autore, Lunezia, Poggio Bustone, Bianca D’Aponte… Hai avuto riconoscimenti in molti festival italiani di buon livello: che ricordi hai per ognuno di loro?
Quella di Botteghe d’Autore è stata una serata bellissima, ricordo la piazza piena di persone, la simpatia degli organizzatori, la voglia di portare avanti un progetto con passione e impegno.
Il Premio Lunezia è incredibile. Anche in questo contesto c’è una ottima organizzazione, poi c’è l’emozione di condividere il palco con artisti di grandissimo calibro. Ci sono stata due volte e di questo premio ricordo anche di aver chiesto all’organizzazione di poter recitare il mio testo da sola, senza avvalermi degli attori (avevo ricevuto un riconoscimento per la sezione “autori di testo”), hanno acconsentito a questa mia richiesta bizzarra e devo dire di essermi divertita davvero parecchio.
Il Premio Poggio Bustone è un ambiente bellissimo, molto sincero, accogliente. Mi sono sentita a casa. È stata un’esperienza meravigliosa.
Il Premio Bianca d’Aponte… ecco… riguardo questo non trovo parole adeguate. Credo che la cosa migliore sarebbe viverlo: chi non lo vive non credo possa capire fino in fondo cosa si prova in quell’ambiente. Ci sono stata per due volte, e mi sono sentita in famiglia. All’interno del Premio c’è una sorta di magia, una sincerità che accoglie tutte le persone e che ti fa sentire parte di qualcosa di bello, vero e forte.
Cosa ci dobbiamo aspettare nel prossimo futuro di Paola Rossato? Quali sono le iniziative promozionali che hai in corso per promuovere Facile?
Ci sto lavorando, ho in mente il progetto di presentare il disco in una sorta di tour nelle biblioteche, librerie, mostre di quadri, rassegne di poesie… ma il tutto è ancora in fase di bozza, che dopo l’estate vedrò di trasformare in progetto definito. L’obiettivo è quello di continuare a cantare nei teatri. Amo le vibrazioni del legno sul palco, le poltroncine rosse, l’attesa delle persone che cercano un’emozione e aspettano che si accendano le luci sul palco. Amo emozionarmi insieme a loro, gli occhi lucidi di chi ha appena rivisto se stesso tra le note di un brano. Poi ricomincerò a scrivere altre canzoni. È tutta strada da costruire, metro per metro.