World Theater Masterpiece, sigle e anime secondo Jean Pierre Colella

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La nostra infanzia è stata caratterizzata, da tanti piccoli grandi eroi che ci tenevano compagnia nei lunghi pomeriggi d’inverno. Si trattava di orfani, bambini come noi ma sfortunati…

La nostra infanzia è stata caratterizzata, da tanti piccoli grandi eroi che ci tenevano compagnia nei lunghi pomeriggi d’inverno. Si trattava di orfani, bambini come noi ma sfortunati, e chi avrebbe mai pensato che tutti questi compagni d’avventura fossero tratti dai più bei libri per ragazzi della storia occidentale? Anni dopo scoprii che era un’operazione proveniente dalla Nippon Animation (Sol Levante) denominata World Theater Masterpiece e che erano coinvolti nella loro produzione i più grandi animatori del mondo come Miyazaki e Takahata. In più in Italia come tutte le operazioni di doppiaggio che ci contraddistinguono, anche le sigle giapponesi venivano reinterpretate da cantautori del calibro del Banco del Mutuo Soccorso, Nico Fidenco, Vince Tempera, e anche partecipazioni di attori della commedia italiana come Lino Toffolo.

Ma veniamo alle opere animate e alle loro fonti letterarie: abbiamo nomi del calibro di Louisa May Alcott, Lucy Maud Montgomery, Francess Hodgson Burnette e Johanna Spyri che ora forse a voi dicono poco, ma se dico “Piccole donne”, “Anna dai capelli rossi”, “Lovely Sara” o “Heidi”? Beh non bisogna dire altro, ma rincarerò la dose sfornando una sequela di combo letterarie del calibro di Jules Verne, Robert Louis Stevenson, Hector Malot che tradotti in soldoni vogliono dire: “Il giro del mondo di Willy Fog”, “L’isola del tesoro” e “Remì, e le sue avventure”. Quest’ultimi due possono vantare alla regia il grande Osamu Dezaki di “Rocky Joe”, “Black Jack”, “Jenny la tennista”, quindi sono universi che aprono voragini d’immaginazione.

Diciamo che proprio Miyazaki muoveva i primi passi nell’animazione, mentre il collega Takahata curava la regia. Così in coppia hanno fatto fiorire prodotti come “Heidi”, “Marco, dagli Appennini alle Ande” (il character design di Osuka tornerà nei lineamenti di Super Mario Bros della Nintendo) e in più anche “Anna dai capelli rossi”, prima di fondare insieme nel 1986 in occasione del film “Laputa”, lo studio “Ghibli”, che li porterà dritti al premio Oscar. Così raccontando la carriera di questi due autori siamo arrivati a citare già tre scrittori, Johanna Spyri (Svizzera), Edmondo De Amicis (Italia) e Lucy Maud Montgomery (Canada). In più per quanto riguarda “Heidi” la sigla tedesca di Christian Bruhn è cantata in Italia da Elisabetta Viviani, mentre per “Marco” abbiamo il maestro Vince Tempera con “Gli amici di Marco” e stesso team anche con “Anna dai capelli rossi” con “I ragazzi dai capelli rossi”.

Continuando a parlare delle opere della Nippon Animation, non possiamo non citare il “Tom Story” di Mark Twain mirabilmente eseguita nella sigla dal Banco del Mutuo Soccorso. Non c’è che da sottolineare quanto questa sigla scanzonata ed evocativa con flauti fanciulleschi, rievocasse con poche note e parole azzeccate, la vita spensierata di Tom Sawyer ed Huckberry Finn, correndo spensierati “ a piedi nudi” lungo le rive del Mississipi. Questa è la magia dei cartoni anni ’80, evocare con semplicità tematiche universali, mantenendo un tono di leggerezza e quando serviva, colpendo dritti al cuore con stoccate di vita dolorosamente veriste. Concludendo, o con toni morali o con toni didattici e qualche volta patetici l’operazione della Nippon Animation (World Theatre Masterpiece) riesce ancora a trasmettere intatto il fascino dei libri con almeno cento anni sulle spalle. In più l’effetto vintage è garantito dalle sigle italiane che rievocano un’epoca lontana ma carica di emozioni genuine, adattandosi ai vari umori delle opere descritte spaziando anche nella varietà musicale di ricerca. E Come ribadivo qualche riga fa queste serie televisive ci fanno correre spensierati “a piedi nudi” come cantava il Banco del Mutuo Soccorso”!

Jean-Pierre Colella