George McCrae: per Rock Your Baby ho emulato il Re della Giungla

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“Per cantare Rock Your Baby mi sono ispirato a Tarzan: quell’urlo potente che io ho trasformato in sinuoso e sensuale ha apportato al brano un tocco in più”. E’ George McCrae in persona a rivelare l’asso vincente della sua mega hit Rock Your Baby che dall’alto dei più di 12 milioni di dischi venduti in tutto il mondo ha trionfato al vertice di ben quaranta paesi esattamente nell’estate del 1974, 45 anni fa .

Andrea Angeli Bufalini con George McCrae. Bufalini è autore con Giavanni Savastano del libro “La Disco”. In arrivo per Hoepli un nuovo volume dedicato alla storia della disco music.

Da quel momento McCrae, dopo diversi anni di gavetta, diventa il paladino di un nuovo sound che, partendo dalla tradizione black, irrompe di botto tra ritmo e melodia, nelle proto-discoteche di tutto il pianeta dando il la all’inarrestabile fenomeno della disco music. Figura di spicco del Miami Sound caratterizzato da un mix di soul/R&B e ritmi latini/ caraibici, l’artista di Palm Beach è ancora sulla breccia tra live show e registrazioni discografiche inedite come il suo album “Love” di recente pubblicazione. Andrea Angeli Bufalini lo ha incontrato per Musicalnews.com in quel di Gabicce sulla costiera Adriatica in occasione della quinta edizione di Disco Diva, il primo e unico Festival italiano sulla disco music creato dai fratelli Cristina e Checco Tassinari proprio nella patria della musica da ballo anni ’70, a due passi dalla storica discoteca Baia degli Angeli (ora Baia Imperiale).

Che effetto ti fa tornare a suonare dal vivo in Italia dove hai ancora un grosso seguito come testimoniano i 4 mila presenti accorsi nella suggestiva Piazza Valbruna di Gabicce Monte per la tua esibizione dal vivo?

Il mio rapporto con l’Italia è sempre stato speciale, ci torno ogni volta molto volentieri. In occasione del Festival Disco Diva sono stato accolto con tutti gli onori, proprio come accadde nei miei due tour di più di quarant’anni fa nella vostra Penisola quando ero all’apice del successo. 

A parte i prodromi disco music di artisti come Manu DiBango, Isaac Hayes, Harold Melvin & The Blue Notes, grazie a “Rock Your Baby” tu sei stato uno dei primissimi cantanti a lanciare un vero e proprio brano da dancefloor al N.1 delle classifiche mondiali. Come ti senti a riguardo?

Ne sono orgoglioso. Se non avessi interpretato quel brano scritto dalla coppia Rick Finch e Wayne Harry Casey (deus ex machina e componenti della popolarissima KC & The Sunshine Band, n.d.a.), forse oggi non sarei qui a parlare con te. “Rock Your Baby” mi ha cambiato la vita.

E pensare che, giunto all’età di trent’anni senza aver avuto grandi riscontri commerciali dai tuoi dischi, stavi per mollare tutto per intraprendere la carriera di poliziotto e seguire quindi le orme paterne.

Si, mio padre non vedeva di buon occhio il mio desiderio di diventare cantante di professione, ma per fortuna mia madre la pensava all’esatto contrario. Fu lei a incitarmi a cantare Rock Your Baby quando il capo dell’etichetta TK di Miami Henry Stone me lo propose dato che aveva una tonalità troppo alta per Casey. Mia madre mi convinse a interpretarlo con un falsetto da uomo che riecheggia anche una vocalità femminile. Come ispirazione mi basai sul celebre ululato di Tarzan rendendolo però dolce e sensuale…beh… ha funzionato! La musica di Finch  e il testo di Casey hanno fatto il resto.

Che rapporti avevi in quegli anni con i due maghi della T.K.Records,  artefici del Miami Sound e di una hit dietro l’altra firmata KC & The Sunshine Band?

Ottimo! Hanno sfidato ogni tipo di pubblico facendo, seppur bianchi, una musica nera che ha davvero conquistato tutti. Peccato però che il boss dell’etichetta T.K., era molto concentrato su loro e quando si trattò di pubblicare il successore di Rock Your Baby fu scelto il singolo sbagliato e la mia carriera venne un po’ rallentata in USA, ma non in Europa dove i miei dischi hanno sempre venduto alla grande.

Con Gwen McCrae, artefice dell’hit Rockin’ Chair nonchè tua ex moglie nei primi anni ’70 hai inciso un album di duetti che è molto ricercato tra i collezionisti di black music doc: Together . Che ricordi hai di quell’esperienza?

Sarò sincero: Gwen ed io ci stavamo separando e quel disco, voluto più dalla casa discografica che da noi, seppur ben cantato e suonato fu penalizzato a livello di promozione dalla nostra vicenda personale. Peccato perché conteneva dei pezzi, composti anche da me e da Gwen, che avrebbero potuto avere un buon successo.

E’ uscito da poco un tuo nuovo album di inediti intitolato “Love” dl cui ci hai dato un assaggio qui al Festival Disco Diva di Gabicce con l’energico brano Sexy Woman: cosa rappresenta per te questa nuova fatica discografica?

E’ il coronamento perfetto per la mia longeva carriera. Mi chiamano ‘Mr. ‘Rock Your Baby’, ambasciatore dell’amore in tutto il mondo, l’uomo che ha dato inizio alla rivoluzione chiamata disco music grazie a quella canzone che ancora oggi fa ballare ovunque generazioni di tutte le età. “Love” è la continuazione ideale di questo mio percorso iniziato ben quarantacinque anni fa ed io non posso che esserne lusingato.