Daniele Brusaschetto – Flying Stag (Wallace/Bandageman/Bosco Records/Solchi Sperimentali Discografici)

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Daniele Brusaschetto non è un musicista sconosciuto per i nostri lettori. Infatti ne abbiamo parlato in occasione dell’uscita del suo “Demo ‘17” e di un suo progetto denominato Diononesiste. Ora ritroviamo il “cantautore” – definiamolo pure così – torinese alle prese con un vero e proprio album intitolato “Flying Stag”. L’album esce grazie a un pool di varie etichette discografiche. Nella fattispecie: Wallace/Bandageman/Bosco Records/Solchi Sperimentali Discografici. Riprendo dalla recensione di “Demo ‘17” per farvi capire meglio la particolarità del “cantautore” Daniele Brusaschetto. Molto originale… Forse di più… Daniele Brusaschetto è una figura a sé stante nel panorama c.d. “cantautorale” del nostro paese. Quando noi italiani ci riferiamo a tale termine la nostra mente va subito a De André, Guccini, Gaetano, Bersani, Dalla, Ciampi ed altri ancora. Ossia a un modo ben preciso di intendere l’arte di scriversi la canzone e produrla in pubblico. Con Daniele Brusaschetto siamo a un modo del tutto differente e nuovo di interpretare il termine. Infatti, il cantautore torinese trova fonte di ispirazione in tutte le avanguardie stilistiche americane degli ultimi decenni. Diciamo da NIN di Trent Reznor ai Fugazi ai The Jesus Lizards. Quindi, un percorso che lo pone in netta alternativa rispetto a ciò che si pensa comunemente del cantautorato in Italia. Pertanto, la definizione “cantautorato Industrial” non è poi così peregrina. Ora, alcune note biografiche. Inizia il suo percorso in gruppi Death/Thrash locali. Negli anni novanta si orienta verso soluzioni più articolate e complesse come i Mudcake (Noise Rock), Whip (Industrial) e Down! (un combo che basava la propria espressione musicale sull’improvvisazione). Tale inclinazione al “rumore” si approfondisce sempre di più a partire dagli anni novanta, mentre il musicista piemontese decide di presentarsi semplicemente con il suo nome. Un nome che viaggia molto nel mondo perché si è esibito spesso all’estero. Rispetto a “Demo ‘17” la proposta musicale di Daniele Brusaschetto ci pare più matura non perché quella antecedente non lo fosse, ma mi sembra che il “cantautore” torinese abbia raggiunto un altro step nella sua lunga carriera. In “Flying Stag” i brani sono più lavorati e mediati. L’esplosione icastica di rumore qui è maggiormente governata e imbrigliata in un sound in grado di risultare sempre oppressivo, duro, violento e devastante. Possiamo affermare che in “Flying Stag” Daniele Brusaschetto raggiunge la sua piena maturità artistica? Insomma, un album di un artista che oramai convinto della sua cifra artistica è capace di comporre e costruire un sound molto originale e personale senza sembrare “tizio”, “caio” e “sempronio”… “Flying Stag” un passo importante in avanti!

Tracks-list:

  1. Otherwhere
  2. Stag Battle
  3. Splattering Purple
  4. The Underal Skyline
  5. Like When it’s Raining Outside
  6. Fanculo Mondo
  7. From a Tight Angle

Sito ufficiale http://www.danielebrusaschetto.net/
Sito ufficiale della Peyote Press http://www.peyotepress.eu/