Il Festival di Sanremo ha aperto lo scrigno dei ricordi. Un tuffo nel passato con le canzoni che hanno segnato epoche e amori. La terza serata della rassegna sanremese, condotta da un Amadeus sempre più a suo agio, ha finalmente parlato ai cuori con le emozioni che quelle note sanno esprimere. La storia di un Sanremo diverso raccontata e riletta dai giovani, ma anche da qualche veterano, con risultati contrapposti e in alcuni casi mancanti del rispetto che alcune pagine di grande musica siano state scellerate. Se vuoi leggere la mia critica alla prima serata, clicca qui: se invece ti interessa di più sapere come mi è sembrata la seconda serata, clicca qui..
Nonostante l’impegno non sia mancato, alcune esecuzioni sono state assolutamente imbarazzanti. E l’avverbio qui è d’obbligo. Confermando il vuoto cosmico della sua esibizione precedente, Elettra Lamborghini è il chiaro esempio dei danni che in alcuni casi possono provocare i giovani che utilizzano i social per trovare un posto al sole. Incomprensibile come possa avere un nutrito seguito che la osanna. Non basta sapere scuotere il suo lato B per raccogliere consensi a Sanremo. Probabilmente può succedere a tarda ora nelle discoteche. Magari Sanremo segnerà il suo declino. Chissà. Ma a toccare il fondo ancor di più è stato il duo Bugo – Morgan. Unici a non aver avuto un direttore a dirigere l’orchestra per una polemica sorta tra lo stesso Castoldi e la RAI. Non è importante comprendere da quale parte stia la ragione; i due cantanti avrebbero dovuto rendere giusto omaggio a uno dei classici della canzone italiana, la splendida Canzone per te di Sergio Endrigo, profanata da una esecuzione vergognosa nonostante l’amore dichiarato per la stessa dal cantante. Aveva minacciato di non presentarsi sul palcoscenico. Purtroppo non è successo.
Bella l’interpretazione di Simone Cristicchi, ma ieri sera arriva un’altra conferma in negativo per Enrico Nigiotti (che sembra aver smarrito la strada che aveva intrapreso) ed anche per Alberto Urso. Quest’ultimo alle prese con un brano di risonanza internazionale (come La voce del silenzio) è stato danneggiato dalla presenza di Ornella Vanoni che ha dimenticato il testo ed è sembrata poco attinente al suo partner. Il ragazzo avrà la possibilità di rifarsi perché in possesso di una gran voce.
Un caso a parte è stata l’esibizione di Achille Lauro. Alle prese con Gli uomini non cambiano, originariamente cantata da Mia Martini, si è presentato travestito da emulo di Ziggy Stardust, il personaggio creato da David Bowie e da lui stesso fatto morire. Non male la sua interpretazione, che però è cresciuta grazie al notevole contributo di Annalisa. Da considerare positiva e colorata la presenza dei Pinguini Tattici Nucleari con il loro medley, ma c’è improbabile l’accoppiata Amedeo Minghi e Rita Pavone, troppo simili a due amici che si incontrano casualmente ad una festa ed eseguono una versione di 1950 senza anima. I due momenti migliori appartengono alle appassionate riletture di E se domani e di Piazza grande. Nel primo caso accanto a un Raphael Gualazzi (apparso stanco) ecco l’immensa Simona Molinari che ha dimostrato quanto la canzone italiana abbia bisogno di una voce importante come la sua. Alla canzone di Lucio Dalla è stata data una nuova vita grazie ad un arrangiamento innovativo e ricco di allegria. La stessa che le due cantanti (splendida Tosca e grande Silvia Perez Cruz) hanno avuto nel cantarla. Il primo posto consegnato dai Maestri dell’orchestra è stato un atto dovuto.
Riflessione finale un po’ amara per le due donne che hanno fiancheggiato Amadeus, relegate a un ruolo non ben definito. Ad una Alketa Vejsiu, serena e sempre puntuale nei suoi interventi, si è contrapposta Georgina Rodriguez, apparso un pesce fuor d’acqua e sicuramente più per la sua fisicità che per veri meriti. Il suo tango da apprendista allieva non ha trasmesso la sensualità che questo ballo richiede. Nota di rilievo per gli ospiti che hanno elevato la cifra di una serata ancora una volta sotto tono. Eccellente Mika che dopo aver trasmesso gioia con due suoi brani ha interpretato in maniera inattesa Amore che vieni, amore che vai. Ma il momento più esaltante è stato quando trasferitosi sul palco del Nutella Stage ha fulminato con una battuta lo juventino Ronaldo, seduto in prima fila ad ammirare Georgina, la sua compagna, definendolo un “cartonato”.
La terza serata ci ha consegnato anche un Tiziano Ferro inappuntabile e, dulcis in fundo, un Roberto Benigni che si è esibito in un interminabile monologo sul Cantico dei Cantici. I suoi trentuno minuti avrebbero dovuto dare la giusta boccata d’ossigeno alla platea e al pubblico televisivo che anche ieri ha lottato ancora per non finire tra le braccia di Morfeo. Una presenza evitabile che ha avuto il “merito” di allungare i tempi dello spettacolo, facendolo terminare alle due di notte. Assurdo!
Ecco la cronistoria di stanotte a Sanremo:
• Inizia la serata Amadeus
• Michele Zarrillo – “Deborah” (Fausto Leali e Wilson Pickett, 1968) con Fausto Leali
• Junior Cally – “Vado al massimo” (Vasco Rossi, 1982) con i Viito
• Entra in scena Georgina Rodriguez
• Marco Masini – “Vacanze romane” (Matia Bazar, Sanremo 1983) con Arisa
• Riki – “L’edera” (Nilla Pizzi e Tonina Torrielli, 1958) con Ana Mena
• Raphael Gualazzi – “E se domani” (Fausto Cigliano e Gene Pitney, 1964) con Simona Molinari
• Anastasio – “Spalle al muro” (Renato Zero, 1991) con PFM
• Levante – “Si può dare di più” (Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi, 1987) con Francesca Michielin e Maria Antonietta
• Alberto Urso – “La voce del silenzio” (Tony Del Monaco e Dionne Warwick, 1968) con Ornella Vanoni
• Entra in scena Alketa Vejsiu
• Elodie – “Adesso tu” (Eros Ramazzotti, 1986) con Aeham Ahmad
• Rancore – “Luce (Tramonti a nord-est)” (Elisa, 2001) con Dardust e La Rappresentante di Lista
• Lewis Capaldi canta “Someone you loved” e “Before you go”
• Intervento di Roberto Benigni
• Pinguini Tattici Nucleari – Un medley che comprende “Papaveri e papere“ (1952), “Nessuno mi può giudicare” (1966), “Gianna” (1978), “Sarà perché ti amo” (1981), “Una musica può fare” (1998), “Salirò” (2002), “Sono solo parole” (2011) e “Rolls Royce” (2019)
• Sale sul palco il cast di “L’amica geniale” (Margherita Mazzucco e Gaia Girace)
• Enrico Nigiotti – “Ti regalerò una rosa” (Simone Cristicchi, 2007) con Simone Cristicchi
• Tango Roxane con Georgina Rodriguez
• Mika canta “Dear jealousy / Happy ending” e “Amore Che Vieni, Amore Che Vai” per ricordare Fabrizio De André
• Giordana Angi – “La nevicata del ’56” (Mia Martini, 1990) con Solis String Quartet
• Tiziano Ferro canta “Amici per errore”
• Le Vibrazioni – “Un’emozione da poco” (Anna Oxa, 1978) con i Canova
• Diodato – “24mila baci” (Adriano Celentano e Little Tony, 1961) con Nina Zilli
• Tosca – “Piazza grande” (Lucio Dalla, 1972) con Silvia Perez Cruz
• Rita Pavone – “1950” (Amedeo Minghi, 1983) con Amedeo Minghi
• Achille Lauro – “Gli uomini non cambiano” (Mia Martini, 1992) con Annalisa
• Bugo e Morgan – “Canzone per te” (Sergio Endrigo e Roberto Carlos, 1968)
• Irene Grandi – “La musica è finita” (Ornella Vanoni e Mario Guarnera, 1967) con Bobo Rondelli
• Piero Pelù – “Cuore matto” (Little Tony, 1967)
• Paolo Jannacci – “Se me lo dicevi prima” (Enzo Jannacci, 1989) con Francesco Mandelli
• Elettra Lamborghini – “Non succederà più” (Claudia Mori, 1982) con Myss Keta
• Francesco Gabbani – “L’italiano” (Toto Cutugno, 1983)
• Monologo di Alketa e finale con Bobby Solo (cantano insieme “Una lacrima sul viso”)